Fabrizio Geremicca per corrieredelmezzogiorno.corriere.it
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Non ce l’ha fatta la balena che era entrata ieri pomeriggio nel porto di Marina Piccola, a Sorrento, aveva più volte urtato contro la banchina, tingendo l’acqua di sangue, e poi si era inabissata. Tutti speravano che fosse riuscita a riprendere il largo ma stamane i sub della capitaneria di porto hanno scorto la carcassa del cetaceo immobile a venti metri di profondità, in corrispondenza del tratto di mare nel quale era scomparsa.
Si attende la Asl per il recupero dell’animale, che sarà piuttosto laborioso. Sul posto ci sono anche gli uomini della stazione zoologica Anton Dohrn e dell’area marina protetta di Punta Campanella.
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Dopo il recupero, la carcassa sarà sottoposta nei prossimi giorni ad analisi per cercare di capire cosa possa avere determinato il disorientamento dell’animale e quali siano state le cause del decesso. C’è chi ricorda che a giugno una balena era stata avvistata al largo di Castellammare di Stabia ed ipotizza che possa essere lo stesso animale che ieri è entrato nello scalo marittimo sorrentino.
Avrebbe dunque vagato per mesi nelle acque del golfo, forse in difficoltà di orientamento. Si attende anche di capire a quale specie appartenga il cetaceo che sta per essere ripescato dai fondali sorrentini. Gli esperti, sulla base delle immagini girate ieri da chi era presente, formulano un paio di ipotesi. “Potrebbe essere – ipotizza Barbara Mussi, dell’associazione Oceanomare Delphis, che nel Regno di Nettuno monitora ogni anno i cetacei che frequentano il canyon sottomarino di Cuma – una balenottera comune o una balenottera minore. Quest’ultima è molto più rara”.
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Alcune settimane fa un’altra balena era stata trovata morta ad Anacapri, nelle acque di Cala del Rio. Gli esami effettuati sulla carcassa dai veterinari dell’istituto zooprofilattico hanno concluso che il decesso risaliva ad alcuni giorni prima del rinvenimento dell’animale e che era stato determinato con molta probabilità da una imponente parassitosi intestinale.