RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Federico Ercole per Dagospia
1987, Indietro nel tempo, per scoprire o riscoprire le origini di Castlevania, una saga vampiresca che è perdurata negli anni mutando forma, come Dracula in nebbia, pipistrello o branco di ratti, sopravvivendo fino al 2014 per poi estinguersi con un paletto di frassino ficcatole nel cuore proprio da quella Konami che la produsse, ormai più interessata ai facili guadagni che alla qualità e alla storia delle sue opere.
Meraviglia quindi che sia uscita Castlevania Collection per Playstation 4, Xbox One, Steam e Switch perché non è con questa storica panoramica degli inizi della saga che Konami possa guadagnare dei capitali neanche lontanamente paragonabili a quelli che ricava con le slot machine, con le palestre o con PES. E per la nuova Konami conta solo il capitale; coloro che fecero la storia del videogioco del passato remoto e prossimo con Gradius, Contra, Suikoden, Silent Hill o Metal Gear Solid hanno abdicato al ruolo di inventori di sogni (e incubi), per fabbricare beati montagne di denaro, d’altronde è questo l’obiettivo primario dell’industria, o no?
Con circa venti euro potete quindi accattarvi la versione digitale di Castlevania Collection, considerando tuttavia la sua primordiale parzialità, poiché in questa si trovano soltanto i primi giochi della saga, ancora oggi affascinanti nella loro macabra e ancestrale fattura e godibili da coloro che non hanno mai dimenticato come si videogioca nell’era del “tutorial infinito”, ma lontani da quella rivoluzionaria, geometrica e patetica profondità che Koji Igarashi immise nella saga con quel capolavoro immortale che è Symphony of the Night. Si tratta comunque di una grande collezione composta da otto giochi, manca il capitale Rondo of Blood ma ci sono lo spassoso Kid Dracula e il visionario Bloodlines.
CONTRO DRACULA
La saga di Castlevania ruota attorno al principe delle tenebre per eccellenza, quel Dracula cantato da Bram Stoker al quale l’immaginario fantastico globale deve tuttora centinaia di invenzioni e di nuovi miti. Contro il vampiro e i sui sgherri -ce ne sono innumerevoli pescati da tutto lo scibile horror immaginabile- c’è la famiglia Belmont che nei secoli si oppone alle sue angherie (escludendo mirabolanti colpi di scena) soprattutto a frustate, l’arma per eccellenza di questa cupa, sfortunata, congrega.
Se si esclude lo scanzonato Kid Dracula, con la sua estetica tonda, tenera e buffa, riviviamo nei diversi episodi questo fatale scontro nel corso dei secoli, fino alla seconda guerra mondiale, l’anno durante il quale si svolge Bloodlines. Si tratta perlopiù di opere squisitamente “arcade”, dove si procede per ambientazioni bidimensionali potenziandosi con diversi tipi di bonus, facendo qualche raro salto e frustando mostri minori fino al “boss” di turno.
Si distingue da questa struttura soprattutto il troppo sottovalutato secondo episodio, uscito nel 1988, ovvero Simon’s Quest, un’opera ibridata con elementi tratti dalla struttura del gioco di ruolo. All’epoca non piacque, tuttavia la progressione e la quiete dell’approccio ludico a Simon’s Quest risulta più affine a quella dei Castlevania del futuro e paradossalmente più “moderna” degli altri episodi contenuti nella collezione.
Il giocatore contemporaneo e più giovane potrebbe avere delle difficoltà con la ritmica spietata, all’epoca invece convenzionale, di questi videogiochi dove se si muore tanto e si ricomincia da capo dopo tre avari “continue” o sono necessari sistemi di lunghissime password. Tuttavia diversamente dall’epoca in questa collezione possiamo salvare la nostra posizione quando ci pare, semplificando di molto l’esperienza.
Malgrado i pochi pixel che li compongono i giochi contenuti nella collezione (originariamente usciti su NES, Super Nes, Game Boy, Sega Genesis) sono tuttora un tripudio di immagini gravi e tetre, solenni e spaventose, gotiche e talvolta barocche. E le musiche “sintetiche” di Michiru Yamane rimangono eccezionali, travolgenti, perfette per un “rave” di Halloween.
DA AVERE O NO?
Un appassionato di videogiochi non può che provare antipatia per la nuova Konami e questa collezione di antiche glorie, oltre la qualità indiscussa dei giochi e un libro numerico prezioso, è realizzata con una relativa disattenzione, è sufficiente pensare che sia assente una raccolta dei brani che compongono le varie colonne sonore. Tuttavia è arduo resistere al suo richiamo, soprattutto su Switch che ci permette di giocare in portabilità, se si è stati (e inevitabilmente lo si è ancora perché i grandi giochi non si dimenticano mai) appassionati di Castlevania.
Peccato che non esista una versione fisica di questa collezione, ma per chi vuole tornare a viaggiare negli originali epici orrori di una saga che ha fatto la storia questo è l’unico modo ufficiale per farlo, escludendo emulatori e vecchie console ancora funzionanti con le cartucce originali. Sognando intanto che Konami torni quella di un tempo, un sogno forse impossibile perché tanto i suoi fatturati continuano ad aumentare investendo sul fitness, i pachinko e il solito gioco calcistico.
Se invece siete fan di Castlevania ma proprio non volete dare i vostri soldi a Konami per una comprensibile questione politica, tanto vale rimettersi ai ricordi e aspettare il prossimo luglio, quando uscirà il nuovo gioco di Koji Igarashi, che ha lasciato la compagnia nel 2014. Si tratta di Bloodstained Ritual of the Night, un successore spirituale, indipendente e apocrifo di Castlevania.
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