voglino
Alessandro Ferrucci per il Fatto Quotidiano
La sintesi che Bruno Voglino dà di sé è: "Racimolatore di casi umani". La definizione la offre con il sorriso, la giusta leggerezza è la sua cifra, ma non scherza; quando parla non regala al suo "io" eccessivo spazio, preferisce il ragionamento distaccato, quasi storico, da professore universitario ("per quindici anni ho mantenuto una cattedra a Padova"); caso raro per chi ha vissuto per quaranta e passa anni dentro la televisione. Non dietro, davanti o di lato. No.
Bruno Voglino è parte costituente del teatro casalingo, ha creato format, scoperto personaggi, da Carlo Verdone a Piero Chiambretti, da Fabio Fazio ai Giancattivi; ha attraversato epoche del gusto, a volte ha indirizzato il gusto stesso, con un solo vero rifiuto, "quello a Silvio Berlusconi: proprio non ci sono riuscito. Il suo progetto era già chiaro negli anni Ottanta".
Insomma, è un racimolatore E lo rivendico. Ho passato la vita con una categoria particolare di esseri umani: gli attori, i presentatori, gli artisti in genere; persone che hanno trascorso la loro esistenza chiusi nella garetta di guardia, dedite a difendere la loro posizione.
Posizione piccola o grande che sia Hanno tutti la sensazione della precarietà, sanno di vivere in una giungla dove ci sono altri predatori pronti ad attaccare, a sottrarre con ogni mezzo, ad agguantare e difendere a loro volta. È la caducità della gloria.
Un' angoscia perenne Non sono leggende da bar, chiacchiere: tutti loro vivono con l' angoscia dell' oggi sei popolarissimo, domani non ti cerca più nessuno.
Di coloro che ha seguito, chi in particolare avvertiva maggiormente questa precarietà?
voglino
Un nome non posso farlo, sarebbe antipatico, e forse neanche serve: basta vedere chi c' era ieri e non c' è più oggi, o chi c' era ieri in maniera massiccia, mentre oggi è una comparsa. Poi ci sono le certezze, quelli con un curriculum oramai acquisito.
Pippo Baudo.
Lui sicuramente, ma anche Raffaella Carrà: hanno l' immortalità artistica, non si discutono, hanno accumulato un tale numero di esperienze e successi da essersi tramutati in assiomi.
Per tutti gli altri l' ultima ciambella sono i "reality per vip".
Già, e malgrado tutto la televisione a volte ancora si muove. Comunque ho passato la vita a far poppare i lattanti
Come sono i "lattanti" agli esordi?
Pieni di tensione, specialmente quando cercano di capire dove mettere i piedi, e lì escono le prime fragilità, debolezze, paure e assilli. E poi un classico: appena avvertono l' arrivo di una tempesta, magari un piccolo insuccesso, scatta automatica la depressione.
Lattanti da imboccare.
BRUNO VOGLINO 8
Viviamo nella liquidità, e quando ragioniamo sui personaggi della televisione, è giusto tenere in mente il loro correre dei rischi
Non è un po' troppo?
Ribadisco: la televisione è liquida e imprevedibile, preda di logiche spesso difficili da afferrare, per questo di frequente il mio ruolo è stato quello di sostegno morale.
Morale e psicologico
Sì, importante, specialmente quando nei primi anni uno si domanda "cosa devo fare?", e al talento va associata la testa, altrimenti uno rischia la fine di quei calciatori forti con la Primavera, ma delle pippe in Serie A.
Ha parlato di "logiche difficili da afferrare"
Bisogna uscire al momento giusto, evitare il prematuro, il lato incomprensibile, il troppo avanti rispetto al gusto odierno; si può spaccare, ma sempre con i tempi, un fondo di comprensione ci deve essere. E poi è fondamentale gestirsi
Chi per lei è stato un innovatore, uno che ha "spaccato"?
Sono affettivamente legato a Piero Chiambretti, è stato un genio della tv: il più lucido e acuto di tutti, è stato l' interprete della versione ludica di quel progetto editoriale e televisivo costruito negli anni Ottanta a Rai3. Lui ha raccontato la realtà con alle spalle gli insegnamenti di Pier Paolo Pasolini e Cesare Zavattini.
Parla di Chiambretti al passato
Ora non ha più quella forza dirompente. L' ha persa. All' inizio ha praticamente distrutto i canoni di allora, era un intellettuale prestato al piccolo schermo; ha stravolto la televisione.
Come?
Andate a rivedere i programmi di qualche decennio fa, quando portavamo la tv nelle case e la nonnina diventava una valletta, la zia l' esperta di qualunque cavolata; noi scoprivamo, e senza arzigogoli o finzioni, le varie angolature degli italiani di quel tempo, la loro storia raccontata pure dai soprammobili trovati.
VOGLINO FAZIO LITTIZZETTO
Gli oggetti svelano.
Tantissimo. Quegli appartamenti erano pieni di madonnine, di ninnoli, di gondole acquistate durante i viaggi di nozze. Mancavano sempre i libri, la libreria una rarità.
Dicevamo di Chiambretti
Con gli anni non è più l' intruso e non può più esserlo: è un personaggio riconosciuto dalla televisione. Non stupisce. Non gioca in contropiede. E da solo si è tagliato l' erba da sotto i piedi.
Quando ai miei studenti di Padova mostravo il primo Chiambretti, quasi non ci credevano potesse essere lui, quello che domandava a un passante: "Mi scusi sono in difficoltà, mi è saltato un ospite, potrebbe fingere per dieci minuti di essere il padre di Falcao?".
Qualcuno anni dopo ha anche parlato della nipote di Mubarak
Se per questo, in una puntata, Piero ha chiesto a una ragazza di diventare la cugina di Gheddafi.
Lei ha accennato alla fragilità degli artisti Ogni piccolo ostacolo per loro può diventare una montagna insormontabile, così come un successo una sbornia emotiva. Sali e scendi. Sali e scendi in continuazione. Prima bene, poi è inutile; tutti angosciati dall' Auditel, oramai una persecuzione.
Non ama l' Auditel?
Non lo apprezzo molto, ma qualche indicazione la dà, soprattutto riguardo al flusso degli ascolti. Anzi, qualche volta mi è servito
Per rivendicare un successo?
No, capitava di venir convocato da un direttore, il quale ti suggeriva un personaggio.
Mario Maffucci e Bruno Voglino
Bene. Difficile opporsi. Poi però l' Auditel diventava un' arma micidiale: se il tale non funzionava, tornavi ai piani alti e dicevi: "Io lo prendo, ma occhio perché con lui abbiamo il picco in basso". E il più delle volte tutto si risolveva.
Con chi ha avuto immediatamente la sensazione della "pepita" dentro la roccia?
Carlo Verdone. Quando veniva nel mio ufficio, si presentava con un quadernetto da scuola, quello con i margini, e mi leggeva l' abbozzo dei suoi personaggi. Avevo le lacrime. I crampi allo stomaco per le risate. Come niente fosse si piazzava in piedi, leggeva e recitava: "Chi te l' ha dato questo?
Questo". Poco dopo usciva dalla trance: "Allora? Che te ne pare?".
Lo ha scoperto lei
A Roma c' erano due teatri collegati, l' Alberico e l' Alberichino. Vado in quest' ultimo e trovo in scena una bara, sala buia, a lutto. Poco dopo inizia lo spettacolo, Carlo reggeva da solo la scena: entrava e usciva in continuazione, ogni volta cambiava personaggio e tonalità, e se all' inizio il morto era un santo, con il passare dei minuti diventava sempre meno santo, fino al tramutarsi in un fijo de 'na mignotta.
Ettore Bernabei saluta Bruno Voglino
La sua carriera di talent scout è molto vasta Soprattutto quando "Sua Emittenza" (Silvio Berlusconi) ha iniziato a reclutare la qualunque, compreso Baudo che poi si è pentito e ci ha rimesso un appartamento per pagare la penale. Insomma, in quel periodo la mia missione, voluta da Emmanuele Milano (storico direttore Rai) era reintegrare, scovare, lanciare.
Missione compiuta.
Insieme a Guidino Sacerdote (regista, produttore e autore televisivo): era già in pensione, ma lo reclutai, non solo per la sua competenza artistica, ma anche per le sue doti da bon vivant; mi portava sempre a mangiare e vivere nel posto giusto e ovunque nello Stivale.
roberto benigni paolo villaggio
Un "prodotto" di quegli anni?
Fabio Fazio. Lo vidi a Genova ancora diciassettenne, smilzo e brufoloso, a Guido non era particolarmente piaciuto, "uno qualunque".
Gli risposi: "È così giovane che può solo migliorare"; "va bene, mi hai convinto, parliamoci".
Fiuto Ed esperienza, e basta con questa improvvisazione professionale.
Già un paio di anni fa ha dichiarato: "Fazio e la Littizzetto hanno un po' stancato".
L' ho detto pure a lui. E siamo allo stesso discorso di Chiambretti, la matrice, il percorso è lo stesso: quando uno è affermato è difficile rompergli il guscio nel quale si difende.
Da cosa è composto il guscio?
Si creano un circo di fedelissimi, autori compiacenti, incoraggiatori atti solo a rassicurare: se poi azzeccano una trovata, scoprono una maschera, allora diventa quasi impossibile ottenere dei cambiamenti. Non lasciano l' osso e puntano solo ad allontanare chi pone dubbi e per loro rompe le palle.
Con chi avrebbe voluto ribaltare lo schema prefissato?
Un mio sogno non realizzato è stato con Pippo Baudo; lui è un amico che conosco da oltre quarant' anni, un vero professionista.
Cosa aveva creato per lui?
MARIA DE FILIPPI 2
Era appena tornato dall' esperienza a Mediaset, e per contratto avremmo potuto sfruttare la sua immagine anche noi di Rai3: costruire qualcosa intorno al suo personaggio. Così ho ideato Italie, con lui che doveva uscire dal suo schema, salire su un treno, accomodarsi e interagire con la gente, quella che ha sempre "una soluzione per tutto", i veri flagelli delle nostre giornate, i professorini saccenti e improvvisati. Avrebbe reso espliciti i sogni degli italiani, le loro aspettative, le disillusioni, i facili credo. E allora si poteva
Solo allora?
Non c' erano iPad e simili, si parlava, ci si conosceva, non eravamo intrappolati in questi sistemi. Comunque Pippo non se l' è sentita, non ha voluto alterare il suo tratto distintivo.
Maria De Filippi
Bravissima. Il suo valore è racchiuso nella sua grande attenzione, nel suo acume; il suo sguardo ci porta dentro a una riflessione socio-antropologica. Però le sue trasmissioni mi terrorizzano Lei non regge più di qualche minuto Più o meno. Però in qualche modo sta creando del materiale che sarà utile per gli antropologi e i sociologi delle prossime generazioni.
Ci sono i soggetti in trasmissione, e poi gli spettatori-imitatori degli stessi soggetti
DE FILIPPI
Verissimo. Ma il parametro è un altro: Maria va a pescare soggetti, che noi non scoveremmo mai; noi brave persone quelle maschere non saremmo in grado di capirle. Se avessi un figlio così, seduto su uno dei suoi troni televisivi, lo disconoscerei immediatamente.
Anche con questi personaggi la De Filippi è diventata un assioma di professionalità
E sono ammirato dall' abilità, se uno guarda un suo programma si percepisce la filosofia che lo spinge.
Lei è stato a lungo corteggiato da Berlusconi Spesso i professionisti ingaggiati da Sua Emittenza, a partire da Mike Bongiorno, gli suggerivano il mio nome, così mi convocò e in più occasioni. Lui gentilissimo, disponibile, ospitale. Lì ho percepito che se non sei ben strutturato, rischi di dargli retta.
Lei ha rischiato?
Ho vacillato quindici giorni, il ruolo offerto era eccellente, per non parlare dello stipendio, nettamente fuori dai canoni della Rai; alla fine mi sono comportato come le signore perbene e ho detto "no".
Il motivo di quel no?
FIORELLO ANIMATORE NEI VILLAGGI
Era chiaro il fine: con le sue televisioni avrebbe corrotto gli italiani. Correggo: avrebbe contribuito nella corruzione.
Paolo Villaggio
Estremo. Quando debuttò, avevamo tra gli autori Maurizio Costanzo, il quale venne a sapere delle imprese di questo genio folle e lo volle in trasmissione a Quelli della domenica il suo "Professor Kranz tedesco di Germania". La presenza di Villaggio fu un importante spartiacque tra il prima e il dopo, uno di quei momenti in cui ci si divide e si va avanti. Si progredisce.
Lo percepì subito?
FIORELLO 2
Impossibile non avvertirlo, in Rai arrivarono un numero infinito di lettere di protesta, in sostanza scrivevano "ma chi è quello stronzo maleducato"; però allo stesso tempo erano pari le telefonate o i biglietti con su scritto "geniale!".
Aveva colpito.
Quando uno ci riesce, apre comunque una strada, sono i dinamitardi a tracciare il percorso successivo; sono loro a rovesciare le abitudini
Oggi su chi punterebbe?
(Silenzio) Boh! Confesso: ho lavorato più di quarant' anni con la Rai, sempre, tutti i giorni, Capodanno compreso, e soffro nel percepire lo stato attuale; nel vedere com' è ridotta. Guardarla mi umilia.
Bruno Voglino
Proprio nessuno?
Fiorello è sempre molto bravo. Quindi guarda poca televisione Preferisco il telegiornale di Sky e mi dedico molto alle serie televisive: House of cards, Fargo e Il trono di spade sono dei capolavori.
Lei ha un fan club su Facebook (Scoppia in una risata). Lo so, sono i miei studenti di Padova, ma io non sono sui social. Questo è proprio un mondo di pazzi.