Mirko Graziano per il “Corriere della Sera”
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Bobo Vieri, fissi la copertina di questo girone d'andata. «Gigantografia di Zlatan Ibrahimovic. A 39 anni ha portato a scuola gran parte dei difensori del nostro campionato. È ancora immarcabile quando viene servito in un certo modo negli ultimi metri. Cifre impressionanti, e il suo contributo va oltre i gol...».
Si riferisce alla classifica del Milan?
«Parliamo di un leader vero, di uno che alza il livello generale degli allenamenti. Con lui in campo non si scherza, nemmeno durante la settimana. Zlatan ha carattere, carisma e costringe il resto del gruppo ad andare oltre le proprie possibilità. Contribuisce di fatto a velocizzare inserimento e crescita dei più giovani».
È un Milan già da scudetto?
«A questo punto ha il dovere di giocarselo fino in fondo. Mi è piaciuto anche il mercato di Maldini: Mandzukic, in particolare, dà ulteriore spessore a certi livelli».
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Miglior portiere del girone d'andata?
«Donnarumma».
Miglior difensore?
«Romero».
In fascia?
«Qui metto alla pari Hakimi e Theo Hernandez»
Centrocampista?
«Kessie».
E in avanti?
«Beh, Ibra naturalmente. In panchina dirige Gasperini, zero dubbi».
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A proposito, come va il corso allenatori?
«Duro, bellissimo, stimolante. E Ulivieri è molto simpatico, ci sta dando una mano, ha grandissima esperienza, gli puoi chiedere di tutto».
Tecnico di riferimento?
«Ci sono tanti grandi allenatori, è bello studiarli tutti».
Gasperini?
«Il suo calcio è moderno, veloce, aggressivo, intenso».
Come sarà Vieri tecnico?
«Boh (ride) Non lo so, davvero. Da giocatore ho quasi sempre avuto ottimi rapporti con i vari tecnici. Tranne in un paio di situazioni».
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In effetti, lei non «scaricò» neppure Cuper, che ruppe con Ronaldo...
«Erano cose loro, personali, non era giusto che mi mettessi in mezzo. Ronie è un fratello e la sua partenza mi ammazzò, però Hector è a sua volta un tecnico bravissimo: con lui sfiorammo scudetto e Champions, non fummo certo fortunati».
Quanto conta un tecnico?
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«Ha un ruolo importantissimo sia a livello di squadra sia per la crescita personale di un ragazzo. Io per esempio sono stato molto fortunato a incontrare nei miei primi anni tecnici come Rampanti, Mondonico e Cesare Maldini: fondamentali in tutti i sensi».
Crede che la Juve sia diventata realmente vulnerabile?
«Sento parlare di crisi, di centrocampo debole e altro. La verità è che spesso si giudica a vanvera, come se si fosse al bar. Dopo nove scudetti consecutivi ci sta anche di faticare e magari di non vincere.
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Detto questo, la rosa della Juve resta la più forte: non vinci per caso 3-0 a Barcellona per intenderci. E a proposito di Barça, da quanto tempo non va in finale di Champions? Eppure ha Messi... Insomma, parlando di Juve a me piace evidenziare come stiano rinnovando la squadra senza perdere in competitività. Penso a De Ligt e Demiral l'anno scorso, poi Chiesa, Kulusevski, McKennie, Morata... Sta cambiando pelle ed è comunque la più forte».
Pirlo?
«Ci vuole tempo. Anche se in Italia non c'è pazienza. Per sua fortuna è alla Juve, dove sanno aspettare, programmare, investire. A me le idee di Andrea piacciono molto».
L'Inter sta decollando.
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«Ha tutto per vincere il campionato. Manca forse ancora un vice Lukaku, la squadra è però fortissima. Contro la Juve ho visto convinzione, qualità di palleggio e grande organizzazione: ha fatto la partita dal primo all'ultimo minuto. Questi sono club obbligati a giocare sempre per vincere. Bisogna dimostrare quotidianamente di meritarsi uno stadio come San Siro».
Senza coppe europee è un vantaggio?
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«Uscire dalle coppe non fa mai bene. Una grande squadra deve giocare almeno 56-57 partite all'anno, senza scegliere gli obiettivi. Ci sono apposta rose lunghe, usatelo questo cavolo di turnover». Si dice però che Conte diventi letale quando ha una settimana per preparare la partita. «Banalità. Conte è un grande allenatore, punto! Uno dei più bravi al mondo».
L'Atalanta continua a stupire.
«L'Atalanta è una realtà».
Può sognare lo scudetto?
«No».
Categorico.
«La gente deve stare calma. L'Atalanta gioca un calcio unico in Europa, senza pressioni e non deve arretrare di un centimetro con la sua filosofia. Certi pensieri portano a fare calcoli che non fanno parte della storia di questo progetto. Mi piace il fatto che Gasp non sia mai sceso a compromessi tattici anche dopo qualche batosta.
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È così che poi si va a vincere a Liverpool, Amsterdam e Milano. Insomma, l'Atalanta deve aggredire tutti, ogni volta, senza andare troppo in là con la mente. Poi, se a 5 gare dalla fine si troverà là davanti... Ma "pianificare" un certo tipo di traguardo finirebbe per condizionare la spensieratezza di questa splendida squadra».
I giocatori che più l'hanno sorpresa nel girone d'andata?
«Non mi aspettavo la crescita travolgente di Theo Hernandez. Bene Locatelli, poi dico Barrow del Bologna».
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Capitolo Nazionale: le punte continuano a scarseggiare.
«Beh, con Immobile e Belotti siamo intanto a posto almeno fino al Mondiale. Ciro è Scarpa d'oro, non dimentichiamolo. Per il futuro, ci penserà Mancio a pescare il jolly».
Vieri, lei intanto sta facendo numeri pazzeschi con la Bobo tv su Twitch. Anche 75-80 mila spettatori durante le serate con lei, Adani, Ventola e Cassano.
«La gente si diverte perché parliamo liberamente, diciamo le cose come stanno. È come se fosse uno spogliatoio dove tutti possono entrare. Raccontiamo ciò che i tifosi non possono vedere o sapere, e a turno vengono a trovarci i grandi del calcio, tutti amici nostri. Ci stanno seguendo in tutto il mondo, ed è la cosa che mi rende più felice».
È questo in realtà il suo futuro?
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«Ho collaborato con la Cbs per la Champions, mi sono divertito. Vediamo, lo sapete che sono pieno di idee...».
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