1. NOTTE DI TENSIONE A TOR SAPIENZA
Valeria Forgnone e Valentina Lupia per “la Repubblica”
tor sapienza notte di tensione
Notte di tensioni nel quartiere Tor Sapienza a Roma. Lancio di sassi, spari, esplosioni, urla, vetri rotti e volanti della polizia. I residenti sono scesi in strada, in via Giorgio Morandi, per protestare ancora una volta contro gli immigrati e il centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo.
I residenti continuano a segnalare gli episodi di violenza per le vie del quartiere tra scippi e aggressioni. E durante la notte hanno dato vita a una nuova protesta contro il centro di prima accoglienza in via Morandi, testimoniata anche sui social network: le urla hanno scosso la strada tra sassaiole, vetri rotti e cassonetti bruciati, sul posto sono arrivate diverse volanti della polizia. "Questa notte è stata un'iniziativa spontanea di alcuni abitati esasperati. Non è una questione di razzismo nè di ronde, siamo solo stanchi, non ne possiamo più. Negli ultimi giorni ci sono stati scippi, un tentativo di stupro e furti negli appartamenti", dice Tommaso Ippoliti, presidente del comitato di quartiere Tor Sapienza. "Non siamo estremisti", continuano a ripetere i cittadini.
Su facebook alcune persone spiegano che non si fermeranno e che anche scenderanno ancora in piazza, come mostra il volantino postato sulla pagina dedicata al comitato di quartiere: "A causa di tutte le aggressioni accadute in questa settimana (anziano derubato e una ragazza aggredita in un parco), non avendo la collaborazione delle forze dell'ordine martedì 11 novembre ci sarà una riunione alle 17.30 nel piazzale dell'entrata di via Tranquillo Cremona. Intervenite tutti".
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Lo scorso 11 ottobre, in circa 200 hanno protestato in piazza Cesare de Cupis, sempre a Tor Sapienza, contro l'ipotesi di un nuovo centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo, in via Rucellai, e per chiedere maggiori controlli nei campi nomadi che si trovano nel territorio. Alla manifestazione, che ha provocato anche il blocco del traffico nelle vie circostanti, hanno partecipato diversi comitati di quartiere, tra cui quello di Tor Sapienza e della Rustica. Tanta rabbia da parte dei cittadini per la difficile convivenza con le numerose strutture di accoglienza della zona. Dai campi nomadi, è la denuncia più frequente, si sollevano ogni giorno colonne di fumo per i roghi di materiale plastico. Odori che arrivano nelle case e nelle scuole, insieme a furti e microcriminalità.
Le strade di notte sono buie, i residenti e i bambini non frequentano più il parco. "E' da tempo che segnaliamo la nostra situazione alle istituzioni, che però non intervengono - continua Ippoliti - Abbiamo bisogno di aiuto perché ormai siamo al limite".
"Noi stiamo intervenendo con alcuni strumenti che abbiamo potenziando le telecamere e i controlli dando maggiore sicurezza ai cittadini nei quartieri - ha commentato l'assessore alla Roma Produttiva, Marta Leonori, intervenendo in diretta a Le Strade di Roma in onda su Radio Città Futura - Un lavoro partito dalle zone della movida ma che andrà fatta anche in altri quartieri che sono delicati e a rischio. Dove ci sono delle tensioni bisogna agire con 'puzzle' di interventi che non siano solo il presidio delle forze dell'ordine ma anche ricreare una serie di opportunità per i quartieri affinché non si sentano trascurati. Su questo c'è un impegno di tutti i municipi a segnalare caso per caso la dove ci sono problematiche e vedere come affrontarle".
2. FIDENE, NOTTE DI TERRORE: GRAVE 70ENNE
Raffaella Troili per “ilmessaggero.it”
«Mi dicevano zitto, italiano di merda che ammazziamo pure te. Voi italiani siete tutti bastardi». Urbano piange mentre ricorda la notte di terrore trascorsa. Un figlio da tenere stretto, cercando di rassicurarlo, coprirgli le orecchie, attutire invano le urla di tuo padre che si lamenta nell'altra stanza. E una torcia in faccia, la minaccia di un piccone. «Hanno massacrato mio padre, lo colpivano, lui gridava, per almeno 20 minuti poi non l'ho sentito più».
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Gino Lozzi, 70 anni, ex custode della media Toscanini in via Flavio Andò a Serpentara è ora in prognosi riservata al Pertini, è arrivato coperto di fratture ed ecchimosi, una costola gli aveva perforato il polmone, non respirava. Una banda di giovani forse dell'Europa dell'est è entrata in casa e l'ha ridotto in fin di vita per portarsi via un po' d'oro, soldi, un pc, i cellulari, uno già ritrovato in un campo.
L'ennesima aggressione, a Roma, dove gruppi violenti, di italiani o stranieri, mettono a segno colpi la cui efferatezza è sempre più sproporzionata rispetto al bottino. Il povero ex custode, conosciuto da tutti e ben voluto nella zona, si trova ora nello stesso reparto dove poco tempo fa era ricoverato il tassista accoltellato da un albanese di notte nei pressi di Rebibbia.
«ERANO GIOVANISSIMI»
«Sembravano rom, erano armati di piccone, spranghe e tondini di ferro. Giovani, a volto scoperto, uno avrà avuto meno di 20 anni. Hanno lasciato papà in una pozza di sangue». Urbano è sconvolto.
Non dimenticherà mai le grida di suo padre, la rabbia e l'impotenza di aver subito un'aggressione così. «Non se ne può più di queste aggressioni, non si può vivere con la paura. Non ho mai parlato male in vita mia di nessuno tantomeno degli immigrati ma queste sono bestie».
«Saranno state le 3,30 - ricorda il figlio - mio padre era già in pigiama ma ancora sveglio e forse deve aver sentito qualche rumore. Si è alzato penso, perché ancora non ricorda né riesce a parlare, probabilmente li ha sorpresi mentre stavano entrando, forse ha reagito e loro si sono accaniti come belve su di lui».
Era rientrato da poco Gino, dopo una serata passata con gli amici, la moglie malata dormiva sul divano letto in salone. Urbano era con il figlio di 6 anni, in un'altra stanza. «Ho sentito dei rumori, mi sono svegliato, c'era uno con un piccone e una torcia, mi gridava: se ti muovi ti ammazzo.