Estratto dell'articolo di Pierfrancesco Catucci per il “Corriere della Sera”
Virginia Adriano e Julia Ituma
Sorridono, guancia a guancia. Sono felici. La foto è la stessa che Julia Ituma aveva pubblicato a luglio su Instagram, l’ultimo post sul suo profilo. L’abbraccio con Virginia Adriano, compagna nelle Nazionali giovanili e ora sua «erede» nel Club Italia che lei aveva lasciato la scorsa estate per mettersi in gioco a Novara, nella pallavolo dei grandi.
Insieme avevano vinto l’Europeo Under 19 a settembre, il punto più alto di un lungo percorso condiviso nelle Nazionali giovanili che aveva cementato un rapporto che andava ben oltre quello da spogliatoio. Stamattina le darà l’ultimo saluto nella Milano in cui si erano conosciute e in cui tante volte si erano prese per mano.
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Virginia Adriano e Julia Ituma
Dopo la gara ha sentito che era il momento di salutare la sua Julia. «Mi manchi» scrive sotto la foto che le ritrae insieme. «Vorrei averti stretto più forte l’ultima volta che ti ho abbracciata. Vorrei poterla ricordare quando chiudo gli occhi e ti penso. Nitida come ricordo i tuoi occhi e il colore della tua pelle. Mi piaceva tanto sentire il tuo profumo quando mi abbracciavi. Perché, anche se non era una cosa tua, anche tu mi abbracciavi. Non so se ti piacesse, se tu abbia mai voluto farlo. Ora non lo so. Non lo so più se ti conosco. Forse non l’ho mai fatto abbastanza. Non ti ho mai conosciuta abbastanza.
Non ti ho mai ascoltata abbastanza. Non ti ho mai capita abbastanza».
Dolore e amore. Amore e dolore. E un ritratto di quella Julia a cui non piaceva parlare di sé: «Parlavi tanto dell’amore, del futuro, delle insicurezze, delle scelte, delle occasioni, degli errori, dei problemi, di quelli della vita, di quelli degli altri. Dei tuoi? Poco. Mai abbastanza».
julia ituma
(...) «Forse — scrive ancora la giovane opposta del Club Italia — avrei dovuto chiederti come stessi, di più. Avrei dovuto capirti, di più. Avrei dovuto intuire. Senza forse, i forse vanno solo per le piccole cose. Quelle grandi o sono o non sono: le tue erano tutte cose grandi. Enormi e importanti, non mediocri o trascurabili. Forse un po’ nascoste o per lo meno offuscate, ma avrei dovuto capirle, me ne sarei dovuta accorgere». Si erano dette addio il 18 settembre: «Hai preso un treno e te ne sei andata dicendomi che eri stanca.
Mi sono arrabbiata. E ho sbagliato a non accorgermi che qualcosa non andava bene, a non dirti che non mi importava. E che anche quella volta ti avrei perdonata. Ho sbagliato ad aspettare te e non pensare che l’avrei rimpianto per tutta la vita».
julia ituma
Quando è arrivata la notizia della morte di Julia, lo staff del Club Italia ha immediatamente provato a proteggere le ragazze, tutte tra i 16 e i 19 anni. Sono andati a prenderle da scuola, hanno annullato l’allenamento, hanno parlato loro tanto. Nulla, però, che possa frenare le lacrime: «Piangerò quando ti rivedrò — conclude Adriano — ma ora sorrido perché so che sei felice. Lì sei felice. E se lì sei felice e sorridi, allora sorrido anche io qui. E mi ricordo di te quando qui sorridevi anche tu. Ti amo».
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