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    VISCO JR SOGNAVA DI INTRALLAZZARE ANCHE CON IL VATICANO – IL FIGLIO DELL'EX MINISTRO VINCENZO, EX DIRIGENTE DI INVITALIA FINITO AI DOMICILIARI PER CORRUZIONE E TRAFFICO DI INFLUENZE, PUNTAVA A METTERE LE MANI ANCHE SULLE RISTRUTTURAZIONI DI CONVENTI E MONASTERI, PER “FARE LA CRESTA” SUL SUPERBONUS. PER QUESTO CERCAVA L’APPOGGIO DEL SEGRETARIO DI STATO VATICANO, PIETRO PAROLIN (ESTRANEO ALL’INCHIESTA) – IL RUOLO DELL’IMPRENDITORE EDILE PIERLUIGI FIORETTI, CON UN PASSATO IN AN: “GUADAGNIAMO TREMILA EURO A PARROCCHIA E INCASSIAMO IL 65% COME CREDITO. VIVA I PRETI!” –  FIORETTI MILLANTAVA DI POTER “AGGANCIARE” ANCHE IL MINISTRO URSO...


     
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    1 – IL FIGLIO DEL MINISTRO VISCO E GLI AFFARI IN VATICANO: “CERCHIAMO PAROLIN, EVVIVA I PRETI!”

    Estratto dell’articolo di Grazia Longo per www.lastampa.it

     

    gabriele visco gabriele visco

    Secondo gli inquirenti volevano mettere le mani in pasta ovunque. Anche nella ristrutturazione di conventi e monasteri fuori Roma, e per questo «cercavano una sponda in Vaticano». Talmente felici di poter ottenere un aiuto da esclamare, senza sapere di essere intercettati un entusiastico «Evviva i preti!».

     

    L’ex dirigente di Invitalia Gabriele Visco, figlio dell’ex ministro delle Finanze Vincenzo, e gli imprenditori Pierluigi Fioretti, con un passato nelle fila di An, e Claudio Favellato originario del Molise agli arresti domiciliari per il presunto reato di traffico di influenze (Visco Jr anche accusato di corruzione come l’amico avvocato Luca Leone) tramavano con una rete di loro amici per ottenere l’appoggio del cardinale Pietro Parolin, attuale segretario di Stato in Vaticano.

     

    PIETRO PAROLIN PIETRO PAROLIN

    Il monsignore è completamente estraneo all’inchiesta e peraltro, come delineato nelle 200 pagine dell’informativa del Nucleo speciale polizia valutaria della Guardia di Finanza che ha svolto le indagini su delega della Procura di Roma guidata da Francesco Lo Voi, non esistono riscontri su eventuali contatti con Parolin. Senza tralasciare il fatto, inoltre, che forte è il sospetto che gli indagati millantassero amicizie in Vaticano che magari neppure avevano.

     

    Un po’ come facevano Fioretti e Favellato con i politici tirati più volte in ballo, ma che non rientrano minimante nelle indagini, per dimostrare di poter aiutare Gabriele Visco, a scalare i vertici della società Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa).

     

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    Quella degli arrestati era, secondo la pubblica accusa, una «rete di relazioni illecite» che oltre all’appalto di oltre 4 milioni per una diga e oltre al tentativo di aggiudicarsi la gara per interventi sulla rete idrica di Foggia e quella fognaria di Palermo, puntava a conventi fuori dalla capitale. Per questa ragione vantavano di avere contatti per ottenere da monsignor Parolin una lettera di presentazione come passepartout nel mondo ecclesiastico.

     

    Ed è l’imprenditore Pierluigi Fioretti che, intercettato, esulta: «Evviva i preti». Di fatto poi non ci sono stati sviluppi in questa direzione, al contrario di quanto è invece successo per l’aggiudicazione dell’appalto della diga. […]

     

     

    2 – VISCO JR E LA RICERCA DI SPONSOR: «IN VATICANO PER IL SUPERBONUS»

    Estratto dell’articolo di Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”

     

    Gabriele Visco Gabriele Visco

    Alla ricerca costante di sponsorizzazioni per la sua carriera, Gabriele Visco esplorava la possibilità di trovare sponde anche in ambito ecclesiastico e in particolare con il vicariato della Santa Sede e tramite questo con la segreteria di Stato vaticana. [...]

     

    A condurre la mediazione è Pierluigi Fioretti, politico di lungo corso nella destra, con l’obiettivo di inserire la sua impresa di costruzioni nella ristrutturazione di edifici ecclesiastici (conventi, chiese, pertinenze) stipulando un contratto con il Vicariato che contempli il ricorso al Superbonus.

     

    Riassume l’informativa: «Rileva evidenziare come abbia preso corpo, in tale contesto, un’iniziativa di carattere politico volta ad ottenere, presso le competenti Autorità governative, l’applicazione di un non meglio precisato meccanismo agevolativo anche per le ristrutturazioni di edifici ecclesiastici».

     

    papa francesco pietro parolin papa francesco pietro parolin

    Il primo passo è sfruttare le conoscenze di Gianluca Oricchio, professore presso il Campus Biomedico e presso le case di cura riconducibili all’Istituto delle Suore Serve di Maria Riparatrice, e don Marco Belladelli, consulente ecclesiastico dell’Unione cattolica farmacisti italiani. «A quanto pare — si legge nell’informativa — entrambi in grado di interagire con il segretario di Stato della Città del Vaticano».

     

    Quello successivo è presentare Visco al ministro delle Imprese e del Made in Italy: «Allora, il cardinale Parolin ha incontrato ieri pomeriggio Urso e gli ha lasciato il bigliettino del nostro amico», dice Fioretti.

     

    adolfo urso foto di bacco (4) adolfo urso foto di bacco (4)

    Né il segretario di Stato, né il medico e il sacerdote sono coinvolti nelle indagini. Fioretti arriva anche a fare una sorta di previsione economica sull’intera operazione che, scrivono ancora i finanzieri, «fa sorgere il sospetto che i guadagni stimati — laddove trovi riconoscimento il meccanismo del Superbonus, quantomeno del 65% — possano poggiare su una incoerente valorizzazione dei lavori».

     

    Dice Fioretti: «Il contratto va bene, quello col Vicariato… e quindi con il 30 per cento che loro ci danno, noi facciamo i lavori a pari… forse ci guadagniamo tremila euro a piccolo cantiere, tanto so a parrocchia, a casa del prete…ma incassiamo il 65% come credito… che non è male, eh… è chiaro che devi fa almeno cinquanta interventi… a Parolin (inteso come segreteria di Stato, non a titolo personale, ndr ) che sarebbe il loro ufficio tecnico gli devo dà, hanno detto il 10%... però non ci hai rimesso una lira, capito?... Viva i preti!».

     

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    Poi proprio Visco svela il suo sogno: «Se sta cosa va in porto ho bisogno di…». «Protezione?», chiede Oricchio. «No, perché sennò non se fa, ma del ruolo… dovrei essere direttore generale di Invitalia». I finanzieri spiegano che il suo sarebbe stato un ruolo da testa di ponte nell’Agenzia del ministero, ma il suo rapporto viene interrotto da lì a poco.

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