Alessandro Ferrucci per il “Fatto quotidiano”
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Da ragazzina, quando voleva incutere timore, darsi un tono e un ruolo nella vita si definiva la figlia di Ringo ("qualcuno restava turbato"). E in casa ha il corredo adatto all' erede di un celebre pistolero: le rivoltelle sul tavolo del salotto, il cinturone appeso, il cappello di scena, i copioni del padre ben rilegati. Foto. Regali ("questi arrivano dal Giappone). Emozioni complesse da gestire.
Vera Gemma questa complessità la porta sulla sua pelle, e quando si definisce una "sopravvissuta" non lo esprime con orgoglio, ma con la semplice consapevolezza di chi ha affrontato la vita a muso duro (Bertoli dixit) e, come in un romanzo di Salgari, ha battagliato con demoni interiori, ucciso pregiudizi, paure, lottato con l' ambizione e visto e fatto cose "che voi umani".
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Eppure l' inizio della sua carriera è stato il teatro.
Ho recitato ovunque: dalle cantine underground di Roma ai palchi ufficiali. Con me c' era spesso Valerio Mastandrea, poi Chiara Noschese.
Mastandrea agli albori…
A quel tempo era solo ospite del Maurizio Costanzo Show e non aveva mai recitato; appena l' ho visto in televisione mi sono illuminata.
Cosa aveva visto in lui?
Se ho una capacità, è quella di intuire il talento, ed è una qualità ereditata da mia madre: lei era una manager pazzesca, e mio padre le deve l' 80 per cento della carriera; per lui era agente, avvocato, consigliera, psicologa e qualsiasi altra sfumatura necessaria. Lo migliorava di continuo, e noi figlie appresso a loro.
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Esempio.
Mamma organizzava in casa una sorta di rassegna cinematografica: 'Oggi vediamo Chaplin'. Alla fine partiva il dibattito tra noi quattro.
Un peso?
No, felici e partecipi, ed era un'abitudine riservata alla famiglia, mentre lo spazio per gli ospiti era la domenica: allora vivevamo in una villa alle porta di Roma, mamma preparava il pranzo, e il cinema italiano si ritrovava da noi. Da Sergio Leone alla commedia sexy con la Fenech o la Bouchet, fino a star internazionali come Ursula Andress.
Chi l' affascinava?
VERA E GIULIANO GEMMA
Un po' tutto, e mi sentivo frustrata perché messa in disparte. Io volevo affermare la mia personalità in mezzo ai divi.
Ma…
Non mi capiva quasi nessuno, uno dei pochi a comprendermi era Sergio Leone: mi regalava sguardi e attenzioni, come se avesse intuito in me un potenziale; mentre per gli altri ero una bambina rompicoglioni.
Come attirava l' attenzione?
Soprattutto con l' imitazione delle attrici presenti, cercavo la risata. Papà si divertiva, solo che non la smettevo mai; (cambia tono) il vero problema è che le donne presenti erano tutte pazzesche, di una bellezza assurda, e non mi sentivo all' altezza, capivo di dover lavorare su altri piani per pareggiare i conti.
GIULIANA GIULIANO E VERA GEMMA
La Fenech regina.
A lei un giorno dissi: 'Tu sei bella, ma una donna si giudica la mattina quando si sveglia'.
Tosta.
Una scuola di rivalità non da poco.
Sua sorella?
Completamente diversa, ha sviluppato un rifiuto per tutto ciò che è il mondo dello spettacolo, dell' apparire, ed è introversa. Già allora era molto più bella di me, e sempre le domandavano se voleva diventare attrice, mentre a me quell' interrogativo non lo poneva nessuno.
E lei…
Soffrivo da morire e pensavo: 'Questi non hanno capito un cazzo: lei è bella, ma il talento sono io'.
Andava sui set?
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Certo, anche lì frustrante: stavo in disparte e zitta, mentre intorno a me vedevo e vivevo ogni sfumatura come fantastica, tanto da alterare totalmente il mio rapporto con la realtà; in parte è ancora così.
Cioè?
Ho un pessimo rapporto con tutto ciò che è pratico: dalla burocrazia alle bollette, alla spesa. Mi stresso. E dentro di me voglio restare nel sogno.
Quando ha capito che il mondo del cinema non è solo "fantastico"?
Già da piccola, e in fondo alla mia anima, sentivo che qualcosa non tornava; pensavo: 'È tutto perfetto, non quadra'. Così da adolescente ho iniziato a scappare e cercare altri mondi, fuggivo in borgata, mi infilavo nelle realtà più degradate e pericolose per aggiornare i miei parametri.
ASIA ARGENTO E VERA GEMMA
In quali borgate andava?
Ovunque ci fosse perdizione, muretti, strade, personalità inedite; poi per sperimentare sono andata in California.
E lì?
Una sera entro in un celebre locale di striptease di Los Angeles, il The Body Shop, dove aveva lavorato anche Courtney Love (cantante e moglie di Kurt Cobain) e mi sono innamorata del posto, un sogno. Desideravo diventare una di loro.
Obiettivo raggiunto?
C' era un livello artistico elevato, ogni performer si creava il personaggio, il suo spettacolo, compresi i vestiti e le musiche; così andai dal proprietario e gli chiesi la possibilità di un provino. Il giorno dopo ero lì. Dopo dieci minuti sul palco.
VERA GEMMA
Com' è andata?
Bene, poi guadagnavo tantissimo: anche 800 dollari al giorno con turni di 12 ore. E questa storia è andata avanti circa un anno; (ci pensa) in quel periodo ho raccolto tanto materiale, ho parlato con le artiste, volevo scrivere un libro.
Cosa le ha dato quel palco?
Mi piaceva la sensazione di essere un desiderio irraggiungibile, vivevo una sensazione di forza, di dominio, di superiorità. Una Dea.
A differenza delle domeniche a casa sua
Proprio così: allora vivevo nella bellezza, con l' esempio di perfezione incarnato in mio padre. E non ero all' altezza; ancora oggi quando scoprono di chi sono figlia mi guardano e poi aggiungono: 'Davvero? Non gli somigli'.
Soffriva la bellezza di suo padre?
GIULIANA GIULIANO E VERA GEMMA
No, ne restavo incantata e non mi sono mai abituata, ogni volta che lo vedevo mi stupivo. Mi scocciavo solo per le sue disattenzioni, la sua scarsa voglia di capirmi.
A Los Angeles chi erano gli avventori del locale?
Di tutto. Un pomeriggio è arrivato pure Quentin Tarantino e mi sono nascosta in bagno: lo conoscevo.
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Grande fan di suo padre.
Sfegatato, ed ero stata a casa sua grazie al fidanzato di Asia (Argento): un giorno scopro che è molto amico di Tarantino e gli chiedo se posso andare da loro per cucinare italiano. Dopo pochi giorni mi arriva un' email con l' indirizzo e una specifica incoraggiante: 'Quentin è felicissimo, ti aspetta'.
Perfetto.
Sono partita da Roma con il guanciale nascosto in valigia. Sono arrivato a casa di Quentin e mi ha mostrato la cucina, mi sono chiusa lì, ignorata, mentre gli altri stavano in salotto a discutere di cinema. Porto a tavola la carbonara, Tarantino l' assaggia, e con la bocca mezza piena sentenzia: 'Ho capito quanto ho mangiato male fino a oggi'.
E poi?
Finito il pasto ci ha portati nella sua sala cinematografica, costretti a vedere due film con papà: Un uomo da rispettare e L' arciere di fuoco, quest' ultimo pure noioso, solo a lui può piacere.
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Com' è andata?
Ero concentrata, dovevo restare lucida, così rifiutavo il vino, mentre loro gli davano giù e nelle scene salienti mi stringeva la mano. Li sapeva a memoria.
Lei e suo padre.
Per fortuna ci siamo ritrovati negli ultimi anni, quando ho realizzato un documentario dedicato a lui, una sorta di dichiarazione d' amore mai espressa prima, e po' per l' egocentrismo d' attore e un po' per la sensibilità da genitore, abbiamo iniziato a parlare tanto. Come mai prima.
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Una fortuna.
Sì, perché papà è morto subito dopo, e quel documentario ha chiarito i lati portanti della nostra e della mia vita e per assurdo sono riuscita a vivere l' addio meglio di mia sorella.
Le amiche venivano a casa per incontrare suo padre?
Sono cresciuta con tutte che sospiravano un 'ammazza quanto è bono', e verso i 40 anni era di una bellezza assurda; però il top lo raggiungevamo con il tour dei giapponesi; (ride) e poi uno capisce perché sono cresciuta un po' strana.
Cosa accadeva?
Dal Giappone organizzavo un pacchetto completo con viaggio in Italia e visita alla villa di Giuliano Gemma, quindi al cancello di casa parcheggiavano i pullman e io, mia sorella e papà eravamo costretti a indossare il kimono e accogliere i fan. Tutti in fila per una foto con lui, mentre noi due prendevamo i doni.
È una sopravvissuta?
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Tante volte, a partire dal dolore per la morte di mia madre: cinque anni di malattia, con lei che non mi ha mai preservata da nulla, cruda nelle sue verità: 'Preparati, manca poco, c' è un Dio per tutti, trova il tuo e continua a lavorare'.
Anzi, lo pretendeva: la sera andavo in teatro e il giorno l' assistevo; e poi sono sopravvissuta a una serie infinita di situazioni pericolose nelle quali mi infilavo.
Quindi da se stessa…
Mai posta limiti di nessun tipo, ho frequentato chiunque, mi sono ritrovata in un' auto inseguita dalla polizia.
Tutto ciò la unisce molto ad Asia Argento?
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Ce lo diciamo sempre: 'Madonna che culo a essere ancora vive'.
Da cosa è dipendente?
Dalle emozioni forti: anni fa mi sono fidanzata con un domatore e con lui sono entrata nella gabbia dei leoni, e dopo un po' di pratica mi sono esibita al circo.
La Vera Gemma di 49 anni cosa direbbe alla Vera Gemma di 18?
Non c' è molta differenza: a modo mio sono stata una bambina prodigio, a 7 anni già leggevo Moravia e avevo pensieri non della mia età. Quindi a 18 ero oltre e purtroppo avevo pochi amici.
E con Asia Argento?
Con lei ho la sensazione di avere una persona al mondo, almeno una, che mi capisce.
Come giudica la sua battaglia sul #MeToo?
Non ho partecipato molto e ci sono aspetti legati a lei dai quali mi dissocio, e non abbiamo la necessità di condividere sempre tutto.
È in disaccordo?
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Non è questo il punto: è una sua battaglia, un suo credo profondo, ma certi traumi li ho vissuti insieme ad Asia.
A cosa si riferisce?
Ero con lei al Festival di Toronto quando Weinstein ci inseguiva dappertutto e noi scappavamo disperate.
Ha molestato anche lei?
No, era fissato solo con Asia, a me spettava il ruolo di carabiniere atta a proteggerla, con questo energumeno che veniva a bussarci alla camera d' hotel e noi chiuse dentro, terrorizzate.
Lei e l' Argento avete un tono di voce simile.
Ce lo dicono tutti, e spesso coincide il modo di parlare; forse perché abbiamo passato tanto tempo insieme.
E insieme siete partite per Pechino Express , in onda da martedì.
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Siamo finite in villaggi dell' Oriente così estremi, dove gli abitanti non avevano mai incontrato un occidentale.
Fisicamente duro?
Stremante, vivi tutto il giorno per strada, mangi se riesci, e dormi dove capita, magari in uno sgabuzzino circondata da ragni e gatti randagi.
Però…
Sono soddisfatta, ho dimostrato chi sono, il mio reale carattere, le ambizioni, il non essere viziata, sapermi adattare.
Viziata…
Sono oggettivamente cresciuta nel lusso, nelle ville, papà guadagnava tantissimo, per fortuna l' educazione è stata diversa: sacrificio, sport e nessuna lagna.
Sport obbligatorio?
Sempre, tutti i giorni, potevo scegliere solo la disciplina, l' importante era il sacrificio fisico: alla fine, con mia sorella, per dieci anni ho frequentato una scuola di tip tap, e i miei che alle proteste rispondevano: 'Ti servirà'.
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È servito?
Mai! Eppure ogni volta lo specifico ai provini, mai nessuno ne è rimasto colpito. L' unica speranza è partecipare a Ballando con le stelle da Milly Carlucci.
Lei e i soldi.
Me ne sono sputtanati tanti, con al mio fianco una lunga serie di fidanzati squattrinati e sfruttatori. Pagavo tutto io.
Droghe.
La curiosità mi ha portato a provarle tutte, mi sono salvata solo perché non sono mai stata dipendente da niente.
Chi è lei?
Vera Gemma Giuliano Gemma
Sono buona, sono cattiva, sono estroversa, sono chiusa. Sono tutto e l' opposto di tutto.
Ma in realtà sono vera, con la "v" sia maiuscola che minuscola.
È stata mai giudicata "matta"?
Tutta la vita, e mi fa soffrire tantissimo.
Un pensiero che le regala un sorriso.
Un momento intenso con mio padre: mentre montavo il documentario, e a un certo punto l' ho guardato e manifestato un mio turbamento: 'Papà, non riesco a liberarmi della bambina che ho dentro'. E lui: 'Tienila con te, è la parte più bella che hai'.
(Una poesia di Costantino Kavafis recita: "Non conobbi legami. Allo sbaraglio, andai.
A godimenti, ora reali e ora turbinanti nell' anima, andai, dentro la notte illuminata. Mi abbeverai dei più gagliardi vini, quali bevono i prodi del piacere").