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    VITE IN FUMO – NON SOLO TUMORI, MALATTIE CARDIOVASCOLARI E RESPIRATORIE: FUMARE DANNEGGIA ANCHE MUSCOLI E OSSA - LE CONSEGUENZE PIÙ NOTE SONO LA DEGENERAZIONE DELLE CARTILAGINI, IL MAGGIOR RISCHIO D'INFEZIONI IN CASO DI OPERAZIONI CHIRURGICHE, TEMPI PIÙ LUNGHI NELLA RIPARAZIONE DI FRATTURE OSSEE, LESIONI AI TENDINI – I DANNI POSSONO ESSERE PESANTI, MA SOLO IL 61% DEGLI ITALIANI CONOSCE QUESTI EFFETTI NEGATIVI…


     
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    Vera Martinella per “Corriere della Sera”

     

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    Non solo tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie. Il fumo è fra le cause scientificamente certe di 25 diverse malattie e all'elenco dei danni alla salute provocati dal tabacco vanno aggiunti anche quelli su muscoli e ossa, meno noti a molte persone, ma potenziali responsabili di notevoli complicazioni nell'esito di interventi ortopedici fra i più comuni.

     

    Proprio per informare maggiormente la popolazione e sensibilizzare sia gli specialisti sia i pazienti, la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (Siot) ha condotto un'indagine e stilato un decalogo che sono stati presentati recentemente all'interno del virtual forum «Combattere il fumo fino all'osso».

     

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     «Le conseguenze del fumo sulla salute delle ossa sono un tema spesso sottovalutato o del tutto ignorato dall'opinione pubblica - dice Francesco Falez, past president Siot -. In alcuni casi, per fortuna una minoranza, anche dagli specialisti stessi. Attraverso questa ricerca e il virtual forum abbiamo voluto promuovere un'azione di confronto, prima di tutto tra gli ortopedici, per migliorare la consapevolezza tra i pazienti e individuare strategie diverse, mirate a ridurre gli effetti negativi del fumo sulla salute del sistema muscolo-scheletrico e incentivare le persone a smettere».

     

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     Stando ai dati emersi dalle interviste condotte dall'Istituto Ixè per conto della Siot su oltre 800 cittadini maggiorenni (fumatori e non), circa 350 medici specialisti e 100 pazienti, l'89% degli ortopedici è cosciente dei gravi problemi causati dal tabacco a muscoli e ossa, ma solo il 61% degli italiani conosce questo effetto negativo. E la percentuale sale di pochissimo tra chi ha avuto patologie o interventi (62%) e fumatori (64%). Le conseguenze più note sono la degenerazione delle cartilagini, il maggior rischio d'infezioni in caso di operazioni chirurgiche, tempi più lunghi nella riparazione di fratture ossee, lesioni ai tendini. Sei interpellati su 10 conoscono anche il pericolo di osteoporosi, con conseguente aumento del numero di fratture.

     

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    Il tabacco incide poi profondamente sul processo di guarigione dalle patologie muscolo-scheletriche e dagli interventi chirurgici: una cosa di cui sono ben consapevoli gli specialisti (92%), ma che ignora quasi la metà delle persone.

     

    «I danni del fumo sulle ossa sono documentati da numerosi studi scientifici - ricorda Falez, direttore dell'Ortopedia e Traumatologia al San Filippo Neri di Roma - influisce negativamente sulla densità e sulla qualità dell'osso, accresce il rischio di frattura da fragilità (in particolare dell'anca e della colonna vertebrale), aumenta la possibilità d'infezioni superficiali e profonde dei tessuti molli e ossei in tutte le operazioni, riduce il successo dei processi di osteo-integrazione negli interventi di chirurgia protesica. E non solo. Rallenta i processi di guarigione delle ferite chirurgiche per gli effetti anticoagulanti della nicotina e, in caso di eventi traumatici, ritarda la guarigione delle fratture impattando negativamente sulla fissazione dell'osso».

     

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     Se da un alto lo scopo del decalogo è informare la popolazione sui rischi legati alle sigarette, dall'altro vuole identificare strategie di «contenimento dei danni» nelle quali gli ortopedici possono certamente svolgere un ruolo decisivo. L'indagine evidenzia infatti che solo nel 33% dei casi il consenso informato che gli specialisti presentano ai propri pazienti si trattano le complicanze da fumo. E se il 63% dei pazienti dice di aver ricevuto domande sulle proprie eventuali abitudini tabagiche in sede di colloquio, un 23% degli interpellati afferma che l'argomento non è stato trattato.

     

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    «La parte di popolazione che ha avuto a che fare con gli ortopedici è più informata della media, anche se non in misura significativa - commenta Margherita Sartorio Mengotti, Ad dell'Istituto Ixé -. I pazienti sono consapevoli che i danni da fumo possono essere di entità importante, ma ci sono ampi margini di miglioramento perché resta estesa la fascia di popolazione che ignora i rischi anche in caso di patologie al sistema muscolo-scheletrico». Proprio su questo fronte l'intervento degli ortopedici può essere decisivo: «Bisogna valutare attentamente, durante il colloquio, le abitudini da fumo del paziente - conclude il past president Siot -. Possiamo e dobbiamo adeguare il consenso informato, allertare i malati dei rischi e invitarli a smettere, soprattutto in vista di un intervento».

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