Arianna Ravelli per corriere.it
malagò pellegrini
Solo Federica Pellegrini poteva riuscirci. Un tuffo in piscina mano nella mano con il presidente del Coni (vestito, via solo le scarpe e pluff, dentro di testa), 50 metri con le avversarie che ha «sportivamente combattuto» e che tre giorni fa hanno accettato il suo invito — Camelia Potec che la battè ad Atene 2004, Sarah Sjostrom, Femke Heemskerk, Sara Isakovic che invece perse da Fede a Pechino, Evelyn Verraszto, Alice Mizzau in rappresentanza delle compagne azzurre, più una cuffia rosa e una corsia vuota per ricordare Camille Muffat, scomparsa in un incidente d’elicottero nel 2015 —, il tifo della sua gente, i genitori sugli spalti, il suo allenatore «e futuro marito» Matteo Giunta. E poi selfie, autografi, abbracci, cinque schioccati in aria, in una festa tutta per lei. E un titolo italiano vinto perché nei suoi 200 è ancora la migliore.
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L’ultima di Fede, questa volta davvero.
«È stato bellissimo: un po’ di tifo, un po’ di gente, è quello che volevo alla fine. Si chiude un cerchio come lo volevo, purtroppo per le restrizioni c’era meno gente di quanto avrei voluto, ma tutte quelle importanti c’erano», le parole ai microfoni di Rai Sport che ricordano da vicino quelle di un altro campione che ha appena salutato, Valentino Rossi. Siamo sempre lì quando si parla di Fede, dentro la nomenclatura di un circolo ristretto, di quelli che hanno cambiato il loro sport. E non a caso a guardarla, c’è anche Alberto Tomba, un altro della stessa razza.
Fede è commossa, sente la solennità del momento, anche se non c’è l’importanza e il peso del contesto olimpico. Fino al blocco di partenza, racconta, «è stato un aumentare di sensazioni ed emozioni, al limite del pianto dirotto, diciamo che ero sull’orlo di una crisi di nervi; dopo la presentazione non ce l’ho fatta, mi sono commossa, ma sono riuscita a riprendermi in tempo per poter competere. Il tuffo con Malagò? Me l’aveva promesso».
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Ora il futuro è arrivato: «Ci saranno tantissime cose da fare, l’impegno col Cio lo prenderò più seriamente di quanto abbia potuto fare fino adesso, quello sarà il mio lavoro». Un ultimo messaggio prima di salutare: «In bocca al lupo ai giovani che stanno crescendo, il nuoto è uno sport di fatica. Bisogna crederci, ma questo in tutto quello che si fa nella vita. Andate dritti per la vostra strada, qualunque cosa vi dicano. Le deviazioni ci saranno, ma la forza bisogna trovarla». Ciao Fede.
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