PROCESSO A ANGELO BECCIU IN VATICANO
Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”
Ieri all'ombra del Cupolone è proseguito l'interrogatorio del cardinale Angelo Becciu. A condurlo per 8 ore è stato il promotore di giustizia (cosi in Vaticano è chiamato il pubblico ministero), professor Alessandro Diddi.
Il quale, dopo aver menato un po' il can per l'aia, si è atteggiato a Torquemada, e improvvisamente se n'è uscito con un quesito che non c'entra con l'obolo di San Pietro: «Conosce Renato Farina, che ha fatto una serie di articoli su Libero? Lo ha ricevuto a casa sua?». Interviene il presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone, che lo blocca: «La domanda non è ammessa perché non connessa coi fatti di prova». Insomma: che un cardinale conosca un giornalista e magari cerchi di parlargli non è ancora un reato.
giovanni angelo becciu
PRESSIONI
In realtà il pm Diddi è riuscito, senza nemmeno aver bisogno di una risposta, a esercitare una pressione degna della Bielorussia per condizionare chiunque osi distanziarsi dalla versione accreditata dagli accusatori e fatta propria quietamente dalla stragrande maggioranza dei giornali. Il pm insomma vuole indagare sul dissenso, un po' come si usa da Putin.
cecilia marogna
Libero infatti, e i lettori lo sanno, si è occupato, non solo a firma di Renato, della defenestrazione improvvisa e senza prove di Becciu. Un caso di gogna di ampiezza mondiale. Nessuno prima di questo giornale aveva alzato il dito sollevando dei dubbi. Che si sono rivelati fondati. Tant' è che le prove si sono sbriciolate. Confesso: il primo a scriverne in serie sono stato io. Lesa maestà del promotore di giustizia?
INSINUAZIONI
giuseppe pignatone
Nell'aula del processo mi dicono sia appeso un grande ritratto di Papa Francesco, sotto i cui occhi ieri il pm da lui dipendente si è permesso un attacco alla libertà di stampa magari pedinando chi cerca notizie. Insinuando che cosa, non si capisce bene. O forse sì.
CECILIA MAROGNA A DUBAI
Già Report nella primavera dello scorso anno, siccome Farina si era permesso di uscire dal corteo degli accusatori, ne ha sparato la fotografia durante la trasmissione a scopo un pochino intimidatorio. Fin lì, amen, era la Rai: di tutto e di più.
giovanni angelo becciu papa francesco bergoglio
Ma che questo metodo penetri dentro la giustizia papale, sorprende persino un ateo come il sottoscritto. Piuttosto Diddi spieghi se ha indagato, e magari ha trovato qualche indizio, sulla fuga di documenti in violazione del segreto istruttorio finiti all'Espresso, e sbugiardati proprio da Libero. Ha qualche idea sulla manina o manona che si è prestata al gioco turpe di far fuori i cardinali prima del processo, ingannando anche il Pontefice?
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