1 - IL VERO PROBLEMA DI GAD LERNER NON È IL ROLEX MA LE SUE IDEE
Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”
vittorio feltri
Quattro chiacchiere in libertà tanto per mettere i puntini sulle «i». Un paio di giorni fa anche questo giornale, da cui sto facendo la predica, ha pubblicato una bischerata sesquipedale. Riguardava il mio amico Gad Lerner, il quale da un edificio di Portofino, località frequentata di norma da gente con reddito alto, ha arringato una esigua folla di astanti, dicendo che i migranti hanno il diritto di essere soccorsi in mare e noi abbiamo il dovere di farlo.
A parte il fatto che ciascuno può dire in libertà ciò che vuole, perfino delle bischerate, non capisco perché, a prescindere dai contenuti del discorso di Gad, i quotidiani - ripeto, incluso il mio - se la sono presa con il famoso opinionista e conduttore televisivo poiché aveva al polso un orologio pregiato, un Rolex d'acciaio. Lo hanno sfottuto perché egli, pur essendo di sinistra e amico dei profughi, esibiva un oggetto considerato di lusso.
GAD LERNER COL ROLEX
Trovo che la critica a chi possiede un cronometro, bello ma non particolarmente costoso, sia un'idiozia quand'anche chi lo stringa all'avambraccio si proclami progressista. Dove è lo scandalo?
Uno con i propri soldi ha facoltà di comprarsi ciò che vuole, e accusare Lerner di averne spesi per assicurarsi un Rolex pur essendo di sinistra è una operazione indegna, per cui mi scuso con lui dato che Libero si è accodato alla stampa più becera e conformista. Ciò non significa che io condivida le idee di questo signore ebreo: figuriamoci, non condivido quasi mai le mie. Soltanto mi sembra assurdo che qualcuno se la prenda con lui perché la pensa diversamente da quelli come me, con l'aggravante ridicola di un orologio.
GAD LERNER
Altro argomento di giornata. Vari fogli hanno riportato le polemiche esplose in Trentino e in Alto Adige sui lupi e sugli orsi, che rappresenterebbero una minaccia per chi abita sui monti. Ma quale minaccia? Allora siamo cretini, avendo acquistato questi animali all'estero, dalle nostre parti estinti, allo scopo di ripopolare le valli. Poi però, dopo che si sono ovviamente riprodotti, ci siamo accorti che per campare aggrediscono altre bestie in mancanza di alternative alimentari.
GAD LERNER LA DIFESA DELLA RAZZA
E che dovrebbero fare, morire volontariamente di fame? Sennonché le popolazioni indigene adesso ambiscono a uccidere gli esseri importati in quanto combinano disastri tra capre e agnelli. Certamente, a noi dispiace che la natura sia una macelleria a cielo aperto, e che il più forte sbrani il più debole.
Tuttavia non è colpa di nessuno se le cose stanno così. Ci dispiace ancor di più che i nuovi padroni delle montagne vengano fucilati dopo che siamo andati a comprarli giacché ne avevamo nostalgia. Fa bene il ministro Costa a impedirle l' abbattimento difensivo. Noi dobbiamo solo proteggerci dalla nostra idiozia. Dobbiamo imparare a tenere sotto controllo la stupidità di cui siamo portatori insani.
2 - BORSE E OROLOGI, SE LA GRIFFE ADESSO DIVENTA ARMA POLITICA
Sabrina Cottone per “il Giornale”
GIORGIA MELONI CON LA LOUIS VUITTON
Non per prenderla alla lontana ma fare il bene con una tunica senza cuciture, seduti alla mensa dei ricchi, o coperti di peli di cammello, è una vexata quaestio sin dai primi ascoltatori del Vangelo. E se dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati e accogliere i forestieri sono indubbiamente opere di misericordia, resta da chiarire se avere un Rolex al polso o una Vuitton a spalla bastino per essere zittiti quando si compie un atto di carità o si fa da sponsor a iniziative benefiche.
È un dibattito che appassiona i politici nostrani e i loro fan (e detrattori). Essere griffati è un peccato mortale che impedisce di indossare una simbolica maglietta rossa, come proposto da Libera, «per «#fermare l' emorragia di umanità» e «per un' accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà»? A giudicare dagli attacchi a Gad Lerner, reo di camicia porpora e Rolex, parrebbe di sì.
letizia moratti
Inutile dire che sono più credibili don Ciotti con gli emarginati o don Colmegna con gli «sprovveduti» o don Rigoldi con i carcerati, per limitarsi ai tre «preti di strada» non a caso laureati ad honorem in Comunicazione pubblica all' Università Statale di Milano, ma di questo passo se non sei madre Teresa o san Giuseppe Moscati, sei condannato a dissipare talenti e fortune in lauti banchetti e cause perse o perverse.
Guai se firmi un appello per gli ultimi o fai una donazione e ti fai sorprendere con un Vacheron Constantin come quello una volta contestato a Berlusconi o partecipi a una serata di beneficenza con un accessorio Prada o Bottega Veneta stile Letizia Moratti. Scelte che semmai ciascuno può vedersi con la propria coscienza, il padre spirituale, lo psicologo, il conto in banca, il marito o la moglie. Se li ha.
daniela santanche
Poiché chi di griffe ferisce di griffe perisce, nella battaglia in cui il sesso debole è veramente più debole è caduta Giorgia Meloni, che in canotta azzurra lanciava un appello «per i 5 milioni di italiani sotto la soglia di povertà». Subito è stata pizzicata alla Camera con una Vuitton sul banco e apostrofata su Twitter con un irridente «Rolex è radical chic, borsa Louis Vuitton è popolo». Attacchi noti. Daniela Santanchè, per gli outfit grintosi e costosi e la passione per stiletti, stivali e per la Birkin, ha aperto la strada alle politiche più bersagliate.
Se per par condicio non si può dimenticare la fotopersecuzione social alle scelte poco pauperistiche di Maria Elena Boschi, per la parità tra i sessi come archiviare i raffinati cachemire del comunista Fausto Bertinotti, le scarpe fatte a mano di D' Alema o il giubbotto di pelle di Renzi? Più recente e fragoroso il colpo di stile del vicepremier Luigi Di Maio. «Come fa Giggino, con 3mila euro al mese, a pagarsi gli abiti di Cenci?
Costano il doppio!» ulula un castgatore di costumi sui social. Nell' era della trasparenza internet, ai populisti è vietata la sartoria.
daniela santanche dimitri d asburgo lorena