Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”
Vittorio Feltri
Alessandro Sallusti sul suo Giornale ha messo il dito nella piaga. Il razzismo è vivo e pugnace ma non colpisce i poveri africani o altri diseredati, bensì distrugge i vecchi, contro i quali si è sviluppata una vera e propria congiura. Chi ha compiuto 70 anni, o anche meno, è considerato una persona di scarso valore, un rincoglionito, di solito beone, indegno di far parte del consorzio civile. Mai quanto in questi giorni sono esplosi sentimenti ostili alla cosiddetta terza età.
Complice il virus, l' anziano che muore infetto è buono giusto per completare le statistiche, però non dispiace a nessuno che finisca sottoterra. Anzi il suo funerale è consolatorio per i giovani, dimostra che Corona ci vede benissimo e uccide solo gli scarti vetusti della società. Se crepa un giovane tutti si spaventano per immedesimazione.
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Pensano: oddio forse sono a rischio pure io. Se viceversa va al cimitero un soggetto attempato si fregano le mani dalla soddisfazione: meno male che il virus è esiziale soltanto per quei rompicoglioni che sfruttano la pensione immiserendo l' Inps. A ciò siamo arrivati e il fatto non mi sorprende poiché i venerandi da decenni sono nel mirino di chi si illude di rimanere in eterno giovane, ignorando che per campare a lungo è indispensabile incanutire. I vecchi subiscono lo scherno, il dileggio dei ragazzotti e dei loro genitori, i quali si confermano razzisti.
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Infatti la discriminazione non si determina in base al colore della pelle, della nazionalità di un individuo, ma scatta nei confronti dei Matusa. Eppure nessuno si scandalizza né deplora tale orrendo costume. D' altronde siamo abituati alla imbecillità diffusa. Basta constatare un particolare. Allorché l' Italia era schiava del fascismo non c' era in giro neanche un antifascista, ora che le camicie nere sono morte l' antifascismo trionfa. Lottare contro i fantasmi è facile.
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