Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”
vittorio feltri a 'non e' l'arena' 4
Ho ricevuto un libro edito da Bompiani, un' azienda seria. Titolo Memorie di un rinnegato. Autore un grande giornalista antipatico e talvolta smemorato, Giampiero Mughini, una bella carriera incompiuta nonostante sia stata arricchita da una trentina di saggi non tutti banali, altri formidabili. Normalmente quando mi capita sotto gli occhi il volume di un collega sfoglio le prime pagine, poi lo abbandono annoiato, e non ne scrivo. Stavolta, con l' opera di Mughini, ho fatto una eccezione. In un paio di pomeriggi l' ho letta tutta perché mi sono sentito a casa, nel mio fetido ambiente pregno di parole al vento, di errori, di analisi pressappochistiche, le stesse in cui mi sono esercitato in anni e anni di mestiere.
giampiero mughini
Mughini mi ha sbattuto in faccia varie verità e talune balle. Ovvio, anche la sua memoria in qualche caso è ferrea e talvolta vacilla. D' altronde, i ricordi sono selezionati dai sentimenti più che dall' esigenza di ricostruire la storia. Giampiero ricorda la sua vita nelle redazioni nelle quali ha collaborato con grandi e piccole soddisfazioni, accanto a gente illustre e opaca. Riga dopo riga della sua bella prosa limpida, non ricercata, ho riscoperto particolari riguardanti l' andazzo di tante pubblicazioni settimanali e quotidiane che avevo almeno in parte dimenticato.
mughini cover
Giampiero è onesto e generoso e parla bene di coloro che hanno lavorato con lui, riconoscendone i meriti e trascurandone i demeriti, più numerosi dei primi. In sostanza la sua narrazione onnicomprensiva è bonaria eppure lucida: ci presenta il passato per quello che fu, disastroso eppure eccitante, sia dentro che fuori dalle stanze maledette del giornalismo, che pure ho frequentato con amore e disgusto. Contesto il titolo del libro.
Giampiero non è un rinnegato. È stato ed è uno scrittore di talento dissipato, un siciliano capace di tenere la penna in mano e di cogliere le sfumature della realtà. È falso che io non lo abbia considerato tra i migliori fichi del bigoncio, al contrario gli ho riservato il rispetto dovuto ai fuoriclasse, ciò che impedisce di stringere rapporti troppo confidenziali. Egli ha vergato capitoli definitivi, rammento quelli dedicati ai cretini di sinistra che pareggiano quelli di destra, cioè persone che non avendo un pensiero proprio lo prendono a prestito dai signorini à la page. Già, esistono anche una moda politica e una culturale che insieme producono il conformismo, il politicamente corretto, il pensiero unico opponendosi al quale un individuo è estromesso dal consorzio civile.
vittorio feltri
FORTUNA O SFORTUNA
vittorio feltri
L' esistenza di un uomo, per quanto colto e aperto, non è sempre coerente, talora è addirittura contraddittoria. Quella di Mughini non fa eccezione benché alla fine risulti totalmente accettabile sul piano intellettuale. Costui ha avuto la fortuna o la sfortuna di non dirigere alcun periodico o quotidiano e ciò gli ha risparmiato un dolore: quello di constatare che guidare un branco di scribi, in genere individualisti e presuntuosi, è una impresa sovrumana che comporta una fatica mostruosa.
IL RIMPROVERO
Ecco perché mi consento di dirgli che tutto sommato gli è andata bene. Giampiero mi "rimprovera" di aver imparato da Enzo Biagi a farmi strapagare per svolgere le mie mansioni.
mughini bibi
C' è del vero in ciò tuttavia non la verità intera. Infatti nessun editore ti regala soldi se non li meriti e per meritarli bisogna saper far quadrare i conti. Io i bilanci li ho sempre avuti in ordine. Giacché non ho mai badato alle pippe ideologiche, pertanto ho sovente incrementato le vendite e, quindi, gli incassi. Sul resto ho sorvolato. A proposito, caro amico, ti sei confuso.
giampiero mughini 1
Quando accenni alla mia direzione dell' Europeo sostieni che essa non portò benefici alla tiratura. Non è così. Trovai il periodico a 79 mila copie e due anni dopo lo lasciai a 140 mila. Non fu facile. Più avanti viceversa mi dai atto di aver incrementato la diffusione. Delle due, l' una. Vale la seconda.
Infine ti segnalo che, allorché sostituii Montanelli al vertice del Giornale, raddoppiai le copie: in poco tempo esse passarono da 115 mila a 250 mila. Accolgo ogni critica sul piano della qualità dei risultati, ciononostante se si tratta di numeri non mi dovete rompere i coglioni. Quelli sono e nessuno, nemmeno tu, li puoi discutere. Verificali.