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Sara Bennewitz per “la Repubblica”
Il giudice manda la partita tra Vivendi e Mediaset ai tempi supplementari. Il tribunale di Milano, dopo aver sentito le parti e aver valutato che ci sono gli estremi per trovare un accordo sulla governance di Mfe (la società olandese che raggrupperà il controllo delle tv dei Berlusconi) e sulle cause giudiziarie pendenti tra i due gruppi, ha dato alle società un' altra settimana di tempo per seppellire l' ascia di guerra.
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Trovando un compromesso tra le richieste di Vivendi che ha pagato le azioni Mediaset oggi in suo possesso - si tratta del 10% controllato direttamente e del 19% che è nella fiduciaria Simon - 3,7 euro e non vuole fare sconti, e quelle della stessa Mediaset che è invece disposta solo a pagare ai francesi il pezzo del diritto di recesso (2,77 euro), aggiungendo una cedola da distribuire a tutti i soci.
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Legali e banchieri d' affari stanno lavorando in queste ore per trovare la quadra al contenzioso sull' asse Arcore- Parigi: un' ipotesi è far acquistare il 19% di Mediaset in mano alla fiduciaria Simon (ma di proprietà francese) da Media for Europe (Mfe), la nuova holding olandese di Berlusconi. In alternativa Credit Suisse starebbe studiando un bond convertibile, che abbia come sottostante lo stesso pacchetto azionario. Partendo da questi schemi di lavoro, la quota sarebbe redistribuita con un insieme di altre operazioni finanziarie (dividendo straordinari o patteggiamenti sulle cause) in grado di garantire Parigi una cifra di poco superiore ai 3 euro per azione.
cyrill vincent e yannick bollore
Mentre formalmente le azioni del Biscione passerebbero di mano a valori non superiori ai 2,77 euro fissati dal recesso per evitare cause da altri soci. L' alchimia finanziaria permetterebbe a tutte le controparti di chiudere un partita che si trascina dal 2016 salvando la faccia. Vivendi riuscirebbe a monetizzare una quota che non è liquida a prezzi superiori a quelli di mercato (si parla di un valore reale attorno ai 3,1 euro), pagando un piccolo prezzo per un accordo tombale su tutte le cause civili, presenti e future.
piersilvio e silvio berlusconi
Certo rimarrebbe in piedi la causa penale, ma senza quella civile, il colosso francese avrebbe buon gioco a smontare le accuse di aggiotaggio e manipolazione di mercato. Quanto a Mediaset, con l' accordo potrebbe eliminerebbe l' incertezza legata a un socio scomodo che ha dimostrato di poter bloccare le operazioni straordinarie, o rallentare tutti i processi decisionali con cause e ricorsi. Inoltre le azioni di Cologno tornerebbero a essere liquide e quindi troverebbero più spazio negli indici principali a beneficio anche delle quotazioni.
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L' accordo consentirebbe a Mediaset di far decollare Mfe, la piattaforma creata dal Biscione per il lancio assieme a nuovi alleati internazionali - di una rete generalista paneuropea. L' iter per il varo della cassaforte ad Amsterdam - bloccato in sostanza dalle cause legali di Vincent Bolloré - è stato riavviato dal Biscione con la convocazione delle assemblee necessarie per rivederne lo statuto, venendo incontro alle richieste di Parigi. I tempi restano comunque molto stretti perchè senza un ok definitivo entro marzo all' operazione Mfe, tutto l' iter dovrebbe partire da zero. E il tempo, in un settore in rapida trasformazione come quello dei media, è denaro. Lo sblocco dell' impasse tra il Biscione e il raider bretone è stato accolto ieri con un sospiro di sollievo anche dai mercati. Mediaset è salita a Piazza Affari dell' 1,6% a 2,72 euro, mentre la controllata Mediaset Espana è balzata del +3,8%.
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