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    IL CASO TIM COME IL GIOCO DELL'OCA: SI TORNA ALLA CASELLA DI PARTENZA – VIVENDI SAREBBE DISPOSTA A VENDERE IL SUO 23,75% DI TELECOM A 0,50 EURO PER AZIONE. OVVERO IL PREZZO A CUI KKR AVEVA LANCIATO L’OPA DUE ANNI FA – PECCATO CHE NEL FRATTEMPO I TASSI SI SONO IMPENNATI E I CONTI NON TORNANO PIÙ, CON IL DEBITO DI TIM SALITO A 30 MILIARDI – BOLLORÉ CERCA UN CAVALIERE BIANCO PER LIQUIDARE UN INVESTIMENTO SUL QUALE STA PERDENDO 3 MILIARDI SUI 4 MESSI SUL PIATTO – L'ANALOGIA CON IL CASO MEDIASET E LE TRATTATIVE COL MEF


     
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    Estratto dell’articolo di Antonella Olivieri per “Il Sole 24 Ore”

     

    vincent bollore vivendi vincent bollore vivendi

    Come il gioco dell’Oca: si ritorna alla casella di partenza. A 0,50 euro, il prezzo a cui Kkr aveva lanciato l’Opa su Tim due anni fa, Vivendi, secondo fonti finanziarie informate, sarebbe disposta a vendere il suo pacchetto. Peccato che l’Opa non potrebbe riproporla nemmeno il fondo Usa perché nel frattempo i tassi si sono impennati e i conti non tornano più per il “take private” di un gruppo tuttora appesantito da oltre 30 miliardi di debito complessivo.

     

    LA FOTOGRAFIA DI TIM - AZIONISTI E SITUAZIONE FINANZIARIA LA FOTOGRAFIA DI TIM - AZIONISTI E SITUAZIONE FINANZIARIA

    In questi due anni la media company che fa capo alla famiglia Bolloré ha battuto il mercato, bussando a più di una porta, anche recentemente, alla ricerca di un cavaliere bianco per un’operazione alternativa su Tim che, se si fosse materializzata, avrebbe offerto a Vivendi l’occasione di liquidare un investimento sul quale sta perdendo 3 miliardi sui 4 messi sul piatto.

     

    Sul primo pacchetto ottenuto da Telefonica come parte del pagamento per la brasiliana Gvt, il finanziere bretone era riuscito a mettere insieme la quota di riferimento, oggi al 23,75% del capitale ordinario, senza pagare premio, impresa mai riuscita a nessuno dei suoi predecessori.

     

    Il vantaggio relativo del biglietto d’ingresso al prezzo medio di 1,07 euro per azione si è polverizzato tra una girandola di cambi manageriali e di interrogativi sul perché Vivendi, che aveva smantellato il suo portafoglio nelle tlc, partecipazioni anche di controllo, fosse tornata sui suoi passi proprio in Italia. La risposta probabilmente era da ricercare nel tentativo di abbracciare Mediaset, passando da Telecom, che si è risolto poi in una ritirata tattica.

     

    FONDO KKR FONDO KKR

    Proprio la vicenda Mediaset presenta analogie - parallele ma asimmetriche - con la partita, probabilmente l’ultima, che Vivendi sta giocando su Tim. Una partita che si apre mettendo sul tavolo le carte di un possibile contenzioso alla vigilia di un cda cruciale che, come nel caso di Mediaset, potrebbe non trovare altro sbocco se non una trattativa.

     

    L’ultima tappa dell’estenuante contenzioso che ha impegnato il Biscione per parecchi anni è stato il trasloco in Olanda di quella che è stata ribattezzata Media for Europe per blindare il controllo. Un passaggio che necessariamente doveva transitare dalla strettoia di un’assemblea straordinaria.

     

    Vincent Bollore - Emmanuel Macron - Vivendi Tim -poste by macondo Vincent Bollore - Emmanuel Macron - Vivendi Tim -poste by macondo

    Alle ultime battute si raggiunse un accordo che prevedeva il graduale smantellamento della quota francese, tramite un duplice la società e il suo azionista Fininvest. Mediaset fece la sua parte con un buy-back e Fininvest tenne per sé la prelazione sulle azioni eventualmente invendute di Vivendi.

     

    La storia potrebbe ripetersi con Tim? In realtà i tempi qui si prospettano più rapidi perché l’offerta di Kkr per la sola rete Tim scade l’8 novembre e perché l’azionista di maggioranza relativa in questo caso è il potenziale venditore Vivendi.

     

    PIETRO LABRIOLA TIM PIETRO LABRIOLA TIM

    Non da ultimo Tim non può passare da un’assemblea straordinaria, sotto il profilo legale, se non cambia l’oggetto sociale. Questione che Vivendi si è riservata di sottoporre a un Tribunale, ma bisogna aspettare la delibera che uscirà dal cda Tim del 5 novembre.

     

    In presenza di un’assemblea straordinaria anche la speculazione, anche chi ha acquistato le azioni Telecom ai prezzi sbandati di questi giorni (-4,05% ieri a 0,239 euro), avrebbe interesse a votare contro (ma basterebbe anche astenersi o solo disertare l’assemblea) per maturare il diritto di recesso e spuntare un prezzo superiore: alla media di Borsa degli ultimi sei mesi, che determina il prezzo di recesso, oggi si arriverebbe a 0,2714 euro. Impensabile sopravvivere a un recesso massiccio che avrebbe l’effetto opposto di un aumento di capitale.

     

    GIANCARLO GIORGETTI GIANCARLO GIORGETTI

    […] La posizione di Vivendi di potenziale venditore sarebbe emersa anche nell’incontro che il vertice della società ha avuto a inizio ottobre col Mef, sceso in campo per la rete, a fianco del fondo Usa. Non è escluso che dopo la decisione del cda Tim sull’offerta di Kkr le due parti tornino a incontrarsi.

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