Aldo Fontanarosa per “la Repubblica”
sede huawei milano 3
In gergo si chiamano " porte di servizio": backdoor. Sono delle strade che permettono di entrare dentro un dispositivo elettronico, spesso senza lasciare traccia del passaggio. Il gruppo Vodafone ha trovato una di queste porte di accesso in un dispositivo - un router - che è finito in decine di migliaia di famiglie e aziende italiane, sue clienti. Il router è la scatola con le lucine intermittenti che permette alle persone e alle imprese di navigare in Rete.
vodafone special
Questa notizia - che l' agenzia d' informazione Bloomberg ha dato in esclusiva ieri - ricostruisce fatti di molti anni fa. Vodafone ha risolto il problema, con buoni riflessi, tra il 2011 e il 2012. La notizia fa comunque il giro del mondo, ieri, perché il router della discordia era fornito da Huawei. Parliamo del gigante cinese che sta facendo litigare mezzo mondo, e che ha messo contro due storici alleati come gli Stati Uniti e l' Inghilterra.
conte xi jinping
Huawei - con altri 4 fornitori mondiali - è all' avanguardia nella creazione delle future reti in tecnologia 5G. Sono le reti che collegheranno a Internet quasi ogni cosa: le auto in viaggio, i semafori in strada, gli elettrodomestici delle case. Sono le reti che creeranno il nuovo sistema nervoso delle nostre economie, con una pervasività mai conosciuta nella storia dell' uomo.
la nuova sede di huawei a milano 1
Gli Usa considerano Huawei un infido nemico: quasi un Cavallo di Troia del nuovo secolo che, armato delle sue reti 5G, si prepara a spiare l' America. Invece gli inglesi mantengono la porta aperta a Huawei. Sono convinti di poter ricevere infrastrutture all' avanguardia, a prezzi competitivi e senza rischi eccessivi per la sicurezza nazionale. Mentre si gioca questa partita economica, strategica, militare, l' agenzia Bloomberg dà questa notizia che certo non giova all' immagine, già controversa, di Huawei.
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Dal quartier generale di Londra, il gruppo Vodafone cerca di dare all' incidente del 2011 la sua giusta proporzione. Intanto Vodafone ha scoperto la falla - grazie anche a un consulente « indipendente » - durante controlli che sono « di routine » . La porta di accesso era dentro Telnet, un software che fornitori ( come Huawei) collocano in un dispositivo per diagnosticarne il corretto funzionamento.
huawei
Infine Vodafone - che pure non può smentire la lunga inchiesta di Bloomberg - precisa che Huawei non era in grado di attivare questo software attraverso Internet; che non avrebbe potuto violare la rete Internet italiana; e che nessun tentativo di violazione è stato mai registrato. A sua volta Huawei spiega di avere un « sistema consolidato » di rilevazione dei problemi e di operare « a stretto contatto con partner» (come Vodafone) per le «soluzioni più appropriate » . Vodafone, d' altra parte, continua a lavorare con Huawei, di cui evidentemente si fida.
donald trump
L' inchiesta di Bloomberg, in verità, svela quasi un braccio di ferro tra Vodafone e Huawei. Alla prima richiesta di Vodafone di chiudere la falla dei router, il fornitore cinese avrebbe opposto resistenza perché l' operazione rischiava di minacciare il buon funzionamento dei dispositivi.
Solo per l' intransigenza di Vodafone, Huawei avrebbe alla fine collaborato. E la possibile melina di Huawei è un elemento su cui riflettere, avverte Stefano Zanero, professore associato di Computer Security al Politecnico di Milano. Bloomberg cita anche delle altre vulnerabilità in alcuni " gateway" che Huawei avrebbe installato sempre in Italia. I problemi di questi snodi che collegano reti di cavi diverse per realizzarne una sola - sono stati individuati e risolti nel 2012. Questa lontana tempesta è ormai passata. Resta da capire se Huawei ne causerà delle altre.
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