Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
cr7 solskjaer
Rivivere la magia delle prime volte sarebbe un mezzo miracolo. Sembra ieri quando Sir Alex Ferguson diceva a Ronaldo - e solo a lui - di «non tornare a centrocampo, spostati in attacco in funzione della strategia avversaria». Senza malizia, forse con un pizzico di gelosia, Ole Gunnar Solskjaer lo racconta nella biografia di CR7, suo ex compagno a Manchester.
Adesso che l'allenatore dello United è lui e che Cristiano vive un momento normale dopo una partenza da favola, le parti si sono invertite: il vecchio campione portoghese fa capire al tecnico di non avere intenzione di tornare, di pressare e tantomeno di stare in panchina.
cr7 solskjaer
Così, se i Diavoli diventano rossi di imbarazzo per aver vinto appena 5 partite su 11 e aver preso 4 gol sabato a Leicester, allora è normale che sull'Old Trafford ci siano solo nuvoloni carichi di pioggia, rimestati da un'aria calda: Solskjaer è già a rischio e se stasera contro l'Atalanta non si riprende il primato del girone F ora nelle mani di Gasperini, l'ombra di Zidane - sponsorizzato da Ronaldo e Varane, come se avesse bisogno di pubblicità - si allungherà ulteriormente.
«Cristiano con le sue critiche non vuole destabilizzare lo spogliatoio di proposito - spiega Gary Neville, altro grande ex - . Lui vuole vincere e pretende uno standard elevato dagli altri. Ma nello United adesso ci sono troppi giocatori che vogliono il pallone». Quando il Manchester si muove senza palla non è un bel vedere. E anche Pogba dopo la disfatta in casa del Leicester - sceso in campo come l'Atalanta, con il 3-4-1-2 - ha lanciato l'allarme: «Dobbiamo cambiare qualcosa».
SOLSKJAER
Gian Piero Gasperini prende appunti, sa di aver fatto sempre soffrire Ronaldo con le sue marcature a uomo (3 gol, ma 4 pareggi, 1 ko e 1 vittoria per il portoghese in versione juventina contro l'Atalanta), ma ha qualche buco da rammendare e forse anche uno spirito, quello delle prime grandi trasferte europee, da rinfrescare un po'.
Un mese fa Gasp parlava di «gomme sgonfie» attorno all'Atalanta. I tifosi al seguito sono appena 500 e il Covid ancora molto diffuso nel Regno Unito incide, assieme ai costi. Dall'altra parte della città, l'Atalanta due anni fa prese cinque gol dal City, ma Gasperini si guadagnò il soprannome «The Dentist», affibbiatogli da Guardiola. Sono arrivati poi il pareggio con i Citizens e la vittoria di Anfield (dopo la scoppola a Bergamo). In un certo senso, la più inglese delle squadre italiane, ispiratrice per sua stessa ammissione di Tuchel campione d'Europa con il Chelsea, ha scritto il suo romanzo di formazione contro le big di Premier.
ZINEDINE ZIDANE
E oggi nello sterminato Vecchio Trafford, dove solo la tribuna intitolata a Ferguson contiene tutti gli spettatori dello stadio di Bergamo (26 mila), affronta un avversario che fa meno paura di City e Liverpool. E un allenatore che a sua volta si è detto «impressionato» dal gioco atalantino. «Il riconoscimento dei colleghi al mio lavoro e alla mia idea di calcio che ostinatamente porto avanti, è la cosa più bella - ammette Gasp -. Ringrazio soprattutto i giocatori, che permettono a un visionario come me di realizzarla...».
Il tecnico dribbla la domanda su una «sorpresina» tra i titolari: «Ho meno possibilità di sbagliare, ma ci mancano cinque capitani». Senza Gosens e Pessina, gli uomini che con il loro sinistro in spaccata hanno fatto gol da 4 punti a Vila Real e in casa con lo Young Boys. Senza Hateboer, Djimsiti e Toloi, De Roon dovrebbe spostarsi in difesa, con Koopmeiners accanto a Freuler in mezzo. In attacco, davanti a Pasalic, con Zapata ci dovrebbe essere Malinovskyi. Però Ilicic dopo i gol con la Slovenia e la doppietta di Empoli sembra rinato. E ogni volta con lui sembra la prima.
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