1 – TRUMP SCATENA LA CONVENTION «VOGLIONO RUBARCI LE ELEZIONI»
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
donald trump alla convention repubblicana in anticipo 1
Donald Trump monopolizza subito la Convention repubblicana e risponde all' offensiva dei democratici: «Vogliono usare il Covid per rubarci le elezioni». Il presidente, dunque, rilancia sul fronte aperto dal ticket Biden-Harris, o forse meglio da Barack Obama che il 19 agosto aveva detto: «Se non lo fermiamo, Trump raderà al suolo la democrazia».
donald trump convention repubblicana 2020 1
I delegati repubblicani, riuniti a Charlotte, nel North Carolina, quasi tutti senza mascherina, hanno conferito la nomination al loro leader con un plebiscito. Trump li ha ripagati, presentandosi sul palco, con una sorpresa in realtà largamente annunciata e anticipando di fatto il «discorso di accettazione», in programma per giovedì 27 agosto.
I democratici hanno impostato la loro campagna «sull' incapacità della Casa Bianca di gestire la pandemia»?
kamala harris joe biden convention milwuakee
Trump rivendica «gli incredibili successi» conseguiti dall' Amministrazione. A cominciare dall' annuncio di domenica 23 agosto: la Food and Drug Administration ha autorizzato l' utilizzo del plasma dei convalescenti per curare i malati di Covid-19. «Una svolta storica», dice il presidente.
Anche se gli scienziati avvertono che è solo «l' inizio di un percorso promettente»: servono più dati e più prove cliniche per stabilire se la terapia possa funzionare. Tuttavia la Fda ha dato il via libera, con un provvedimento di emergenza, sottolineando che il 35% dei test realizzati finora ha dato buoni risultati.
convention repubblicana 2020
Trump ci mette anche i vaccini: «Presto avremo notizie straordinarie. Siamo già nella fase tre della sperimentazione. Nessuno ha fatto meglio di noi». Ma si capisce che al presidente non dispiaccia affatto spostare lo scontro su un terreno vagamente istituzionale: «Questi (i democratici, ndr ) possono vincere le elezioni solo se ce le rubano con il voto per corrispondenza. Ci avevano provato nel 2016, spiando la nostra campagna elettorale. Ma noi li abbiamo sorpresi con le mani nel sacco. Era coinvolto Obama. Era coinvolto Joe Biden».
Ancora: «Il voto per posta rischia di diventare la più grande truffa della storia. Non ci sono garanzie che il nostro sistema postale sia in grado di maneggiare 80 milioni di schede. I governatori mandano le schede, i militanti democratici si presentano casa per casa. Potranno raccogliere le buste e spedirle. Non ci sarà neanche modo di verificare l' autenticità delle firme».
donald trump alla convention repubblicana in anticipo
Tutte affermazioni smentite da diversi governatori e dai vertici dell' ufficio postale: le procedure saranno regolari. Trump ha concluso avvertendo la base: «Se vince Biden vi troverete un Paese nelle mani della Cina; vi troverete con le tasse quadruplicate; vi troverete senza una polizia che vi protegga; vi troverete senza energia per le industrie e le case». Applausi dal vivo, come progettato dalla Casa Bianca.
Ma da New York arriva una notizia che guasta la giornata: la procuratrice Letitia James ha aperto un' inchiesta sulla Trump Organization. La società avrebbe gonfiato il valore del patrimonio per ottenere più facilmente dei prestiti. Donald Trump jr, primogenito del presidente, si sarebbe rifiutato di consegnare la documentazione e di farsi interrogare dagli inquirenti.
2 – I MCCLOSKEY SUL PALCO: "NOI ARMI IN PUGNO CONTRO QUELLA FOLLA SELVAGGIA PERCHÉ È NOSTRO DIRITTO"
patricia e mark mccloskey alla convention repubblicana
Anna Lombardi per www.repubblica.it
Se ti difendi e cerchi di difendere i valori in cui credi, quelli fondanti di questo Paese, la mafia democratica alleata coi media cercherà di distruggerti. È successo anche a noi".
A fine giugno, il video che li mostrava armi in pugno, mentre minacciavano un gruppo di manifestanti del movimento Black Lives Matter passati un po' troppo vicini a casa loro, fece il giro del mondo. Mark e Patricia McCloskey, avvocati bianchi di 63 e 61 anni, raccontano dal salotto della loro casa a St. Louis, proiettati sul grande palcoscenico della convention Rep, la loro versione dei fatti.
mark e patricia mccloskey
Sono la risposta alla scelta democratica d'invitare alla loro convention - conclusasi la settimana scorsa - Philonise Floyd. Il fratello di quel George ucciso dal poliziotto che per otto minuti gli tenne il ginocchio sul collo, la cui morte ha dato il via all'ondata di proteste che nei mesi scorsi hanno sconvolto l'America.
donald trump parla alla convention repubblicana
"La nostra proprietà era minacciata da marxisti liberal che marciavano urlando: 'Non ci potete fermare'. Siamo usciti armi in pugno per difenderci. Nostro sacrosanto diritto civile".
Era il 30 giugno scorso quando i McCloskey brandirono un fucile AR-14 e una pistola contro la folla urlando: "Questa è proprietà privata, andate via". Con buona pace del fatto che la manifestazione passava solo incidentalmente sotto le loro finestre: diretta verso la casa del sindaco Lyda Krewson, rea di aver diffuso le generalità dei residenti di St. Louis che avevano chiesto di togliere fondi al Dipartimento di Polizia.
donald trump parla alla convention repubblicana 1
"Invece di perseguire quella folla selvaggia, hanno incriminato noi, solo perché abbiamo osato difenderci. Non una sola persona di quella folla fuori controllo è stata accusata di un crimine. Siamo al paradosso di non proteggere gli onesti dai criminali, ma i criminali dagli onesti", dice Mark McCloskey.
Gli fa eco sua moglie Patty: "Quello che è successo a noi potrebbe facilmente accadere a chiunque di voi ci stia guardando da quartieri tranquilli ovunque nel nostro paese". Concludendo drammatica: "Questi criminali non si accontenteranno di occupare le strade: vogliono il potere".
In realtà, secondo il giornale locale St.Louis Post-Dispatch, la coppia non è affatto nuova a episodi del genere. I due avvocati, anzi, sono considerati dai vicini dei veri attaccabrighe, sempre pronti a metter mano alle armi e a depositare denunce, fin dal 1988: quando si trasferirono nella magione costruita a fine ottocento dall'allora re della birra, Adolphus Busch.
mark e patricia mccloskey escono armi in pugno
A fare le spese della loro paranoia giustizialista sono innanzi tutto i vicini, trascinati in tribunale per diverse beghe di vicinato. Mentre chiedevano al quartiere di reimporre una vecchia regola della zona per impedire alle coppie non sposate di trasferirsi in quell'area.
La lista delle loro cause contro tutto e tutti è lunga: Mark McCloskey ha denunciato per diffamazione perfino la sorella, il padre e pure il badante del padre. Ha chiesto denaro a un ex impiegato che avrebbe lasciato il posto "per motivi illegittimi". Fatto causa a un rivenditore di Maserati, perché nell'auto mancava un accessorio richiesto. E poi a un allevatore di cani, perché non gli avrebbe fornito il pedigree del loro pastore tedesco. Per finire con l'immobiliare che in una brochure aveva utilizzato una foto della loro casa per meglio dipingere le bellezze del vicinato.
patricia mccloskey contro i manifestanti
"Loro sono sempre il problema, mai la soluzione" dice, caustico un vicino al St.Louis Post-Dispatch. Nella convention della paura, hanno decisamente trovato il megafono giusto: "Non siamo tipi che mollano. E non lo è nemmeno President Trump. God Bless America".
il cancello dei mccloskey divelto dai manifestanti donald trump parla alla convention repubblicana 2 kayleigh mcenany debbie meadows e ivanka trump alla convention repubblicana 2020 donald trump convention repubblicana 2020 donald trump mike pence convention repubblicana convention repubblicana 2020