Annalisa Cuzzocrea e Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
LE SEDIE VUOTE DOPO IL CONSIGLIO DEI MINISTRI CHE HA VARATO IL DEF
L' aumento dell' Iva non ha più le sembianze di uno spettro. Nel bel mezzo del Consiglio dei ministri in cui il governo vara il Documento di economia e finanza, il ministro del Tesoro Giovanni Tria gli dà corpo e consistenza reale e per la prima volta gli spalanca il portone di Palazzo Chigi. Di più: fa mettere nero su bianco che la crescita non sarà quella "felice" sognata qualche mese fa, ma una ben più modesta dello 0,2 per cento.
GIOVANNI TRIA
Quanto basta per lasciar prevedere agli addetti ai lavori il ricorso alla manovra correttiva subito dopo le Europee, a dispetto delle smentite ufficiali. La reazione dei due soci di maggioranza, Luigi Di Maio e soprattutto Matteo Salvini, è rabbiosa. Doveva essere solo l' antipasto della manovra 2020, è stato sufficiente per mandare in tilt ancora una volta il governo gialloverde.
A dare fuoco alle polveri è proprio il vicepremier leghista: si impunta per introdurre a tutti i costi già nel Def il cavallo di battaglia della flat tax, la tassa unica per famiglie e lavoratori dipendenti sotto i 50 mila euro di reddito. «È nel contratto di governo, per noi è una ragione sociale, deve esserci», pretende il ministro dell' Interno.
recessione di maio salvini
Tria non fa una piega ma raccontano i ministri presenti ribatte serafico: «Bene, lo faremo, ma sappiate che non abbiamo alternative. La riduzione dell' imposta ai dipendenti anche se sotto quella soglia minima imporrà l' aumento all' Iva, sarà inevitabile». Richiama le clausole di salvaguardia da 23 miliardi che tutti lì al tavolo conoscono bene e alle quali bisognerà trovare copertura per evitare appunto l' aumento che peserebbe non poco sui consumi (si parla di 500 euro l' anno a famiglia in media).
Quelle clausole le hanno disinnescate tutti gli ultimi governi, compreso l' esecutivo Conte nella sua prima manovra. Ma se adesso bisognerà allargare i cordoni per recuperare i 12-15 miliardi necessari a favorire la tassa unica - è la tesi dei tecnici del Tesoro - allora non si potrà fare altrimenti.
luigi di maio giovanni tria
«L' aumento dell' Iva non esiste, non passerà mai con questo governo», sbotta Matteo Salvini in piena riunione. Luigi Di Maio altrettanto furioso: «Non faccio aumentare l' Iva al ceto medio per far pagare meno tasse ai ricchi». Alleati-avversari ma già fin troppo lanciati nella campagna per le Europee per esporsi al rischio boomerang al cospetto degli elettori-consumatori.
Il capo del Movimento rilancia in piena riunione: «Va bene la flat tax, ma deve essere progressiva, noi pensiamo ad almeno tre scaglioni». È la tesi del ministro dello Sviluppo e del M5S: 21 per cento tra 15 e 28 mila euro, 38 per cento dai 28 ai 75 mila euro, 43 per cento oltre quella soglia. «Ma di cosa parliamo? La tassa si chiama piatta perché prevede una sola aliquota e per noi è al 15, per adesso solo per chi guadagna meno di 50 mila euro», si inalbera Salvini rivolto ai colleghi.
matteo salvini luigi di maio
Quel che è certo è che tra la bozza del Def in entrata e quella in uscita dal Consiglio dei ministri sparisce anche il riferimento alla doppia aliquota della quale a un certo punto si era parlato come ipotesi di mediazione (al 15 e al 20). Nel Documento la tassa piatta c' è ma senza che ne vengano specificati i dettagli.
matteo salvini giovanni tria 1
Tanto che Salvini sente l' esigenza di intervenire in serata per spiegare che «si farà, se ne parla in due passaggi del Def e non ci sarà alcun aumento dell' Iva». Mentre i 5Stelle insistono con Palazzo Chigi: «Nel comunicato finale del Consiglio dei ministri deve esserci la parola "progressività"». Al di là dei tecnicismi, vuol dire che è guerra di tutti contro tutti e su tutto.
bagarre al senato tria impassibile
Il commento tra il leader e i ministri leghisti a fine Consiglio dei ministri è quasi irridente: «Siamo soddisfatti, alla fine Luigi ha capito e accettato la flat tax». Ma è battaglia campale, raccontano i presenti, anche sulla percentuale di crescita. In quel caso però la spunta il ministro del Tesoro Tria, che spiega ai colleghi come non si possa ancora tergiversare con previsioni irrealistiche già stroncate da tutte le istituzioni economiche internazionali. Bisognerà farci i conti, con quella crescita ormai pari allo zero o quasi.
mario monti saluta giovanni tria.
«Ma non ci sarà alcuna manovra correttiva» si affrettano a precisare Di Maio e Salvini. Troppa tensione, salta il decreto sui rimborsi ai truffati. Niente via libera a quelli sulla crescita e sullo sbloccacantieri varati in precedenza "salvo intese". E per la prima volta, né il premier Conte né altri ministri si prendono la briga di scendere in sala stampa per illustrare il Def.
MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE CONTE DI MAIO SALVINI luigi di maio matteo salvini