Cristina Marrone per "www.corriere.it"
vaccini
Rifiuto dei vaccini
Anche il rifiuto dei vaccini è pericoloso per la salute. Se non si inverte la rotta sul calo o sulla stagnazione delle coperture vaccinali che si registra in molti paesi, ammonisce l’Organizzazione, si rischia di perdere anche i notevoli progressi fatti finora ad esempio per polio e morbillo.
«L’esitazione vaccinale - spiega l’Oms - minaccia di far perdere i progressi fatti nei confronti delle malattie prevenibili. I vaccini sono uno dei modi più costo-efficaci contro le malattie, prevengono 2-3 milioni di morti l’anno e ne eviterebbero un altro milione e mezzo se le coperture aumentassero».
cambiamenti climatici
Una delle preoccupazioni principali riguarda il morbillo, che ha visto un aumento del 30% dei casi globali, Italia compresa. «Le ragioni sono complesse - scrivono gli esperti - e non tutte riconducibili all”hesitancy’”. Tuttavia alcuni paesi che erano vicini all’eliminazione stanno vedendo un ritorno della malattia».
Cambiamento climatico
Gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici sulla salute dell’uomo e sui territori sono visibili: si corre il rischio che tra due generazioni i bambini non potranno giocare all’aria aperta a causa dell’aumento delle temperature. Si prevede che i cambiamenti climatici potranno fare più danni alla salute che la povertà e le guerre.
inquinamento
Con il riscaldamento globale aumenteranno zanzare e zecche portatrici di malattie; le inondazioni potranno contaminare l’acqua potabile e portare così pericolose infezioni batteriche. Il caldo estremo è stato associato anche a un aumento dei problemi di salute mentale e del diabete di tipo 2.
Inquinamento atmosferico
Ogni giorno nel mondo il 93% dei bambini respira aria inquinata, in casa e fuori. Lo smog contribuisce ogni anno (direttamente o indirettamente) alla morte di quasi 600mila minori. Lo smog inoltre ha un impatto sullo sviluppo cognitivo e può scatenare malattie respiratorie come l’asma, ma anche favorire tumori infantili.
vaccini
Chi ha respirato aria inquinata da piccolo ha un rischio aumentato di malattie croniche cardiovascolari da adulto. E più in generale, un terzo delle morti per ictus, tumore al polmone e malattie cardiovascolari è ascrivibile allo smog, si legge sul sito dell’Oms. L’inquinamento dell’aria sta distruggendo la nostra salute: i morti nel mondo causati dall’inquinamento, secondo le ultime stime dell’Oms, sono 8,9 milioni ogni anno.
Resistenza agli antibiotici
La resistenza agli antibiotici è ormai un problema globale da tempo. Ogni anno, nel mondo, almeno 700 mila persone muoiono per problemi legati a infezioni non controllabili con gli antibiotici che abbiamo a disposizione (25 mila solo in Europa): secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la resistenza agli antibiotici è una delle principali minacce alla salute pubblica e, se non si troverà un rimedio a questo, da qui al 2050 i “superbug”, i superbatteri, saranno responsabili di almeno 10 milioni di decessi all’anno nel mondo, più di quelli dovuti al cancro.
cambiamenti climatici
Il fenomeno sta rischiando di compromettere le pratiche chirurgiche così come i trattamenti antitumorali perché non sarà più possibile prevenire o fermare anche le infezioni più banali.
Malattie non trasmissibili
Sono considerate malattie non trasmissibili patologie come il diabete, i tumori o malattie cardiache. Tutte insieme sono responsabili della morte di 41 milioni di persone ogni anno (circa il 70% di tutti i decessi).
malattie non trasmissibili
Pandemia globale di influenza
Nel 2019 potrebbe verificarsi una nuova pandemia influenzale, ma non è possibile prevedere esattamente quando si verificherà ma è considerato un evento sicuro a breve termine. L’Oms la chiama «malattia X»: malattia potenzialmente pandemica per cui mancano ancora armi di difesa.
Gli esperti parlano di un’epidemia internazionale che può essere causata da un patogeno di cui al momento non si conosce la capacità di causare malattie nell’uomo. Si stima infatti che esistano 1,67 milioni di virus nel mondo, di cui al momento conosciamo solo lo 0,1%: tra i 631mila e gli 827mila potrebbero avere la capacità di infettare l’uomo
pandemia globale di influenza
Crisi umanitarie
Secondo l’Oms, vivere in Paesi perennemente in crisi è uno dei pericoli principali per la salute mondiale: le crisi umanitarie dovute a guerre o catastrofi naturali coinvolgono 1,6 miliardi di persone e in questi luoghi l’assistenza sanitaria è insufficiente
Ebola e Dengue
Nel 2018 la Repubblica del Congo ha dovuto fronteggiare due focolai di Ebola. La malattia ha coinvolto anche zone urbane densamente popolate interessate, tra l’altro, da conflitti. L’infezione da virus Ebola è stata inserita, inoltre, nella lista redatta dall’Oms delle patologie che possono scatenare epidemie e per le quali non ci sono trattamenti efficaci o vaccini, assieme alla Sars e all’infezione da Zika virus.
inquinamento
Queste patologie hanno la priorità in materia di investimenti per ricerca e sviluppo. Anche Dengue rappresenta un problema. Nelle forme gravi, l’infezione trasmessa dalle zanzare può anche essere letale. Da malattia tipica dei Paesi tropicali la febbre dengue sta cambiando interessando anche aree con climi più temperati: si stima che il 40% della popolazione mondiale sia a rischio. L’Oms punta a ridurre i decessi del 50% nel 2020.
hiv e aids
Assistenza sanitaria insufficiente
Molti Paesi non hanno ancora un sistema sanitario con standard minimi di efficienza e sicurezza e pertanto la copertura sanitaria non può essere garantita. Lo scorso ottobre i Paesi membri dell’Oms si sono impegnati nella conferenza di Astanza a rinnovare i servizi sanitari di base.
Hiv e Aids
Quasi un milione di persone ogni anno perde la vita per l’infezione da Hiv e per l’Aids. Oggi circa 37 milioni di persone convivono con l’infezione. Dall’inizio dell’epidemia, oltre 70 milioni di persone hanno contratto l’infezione e circa 35 milioni di persone sono morte.
ebola e dengue
Nel 2019 l’Oms lavorerà per supportare l’introduzione di test per l’autovalutazione così che più persone potranno conoscere il loro status e, nel caso, ricevere i trattamenti adeguati.
crisi umanitarie
assistenza sanitaria insufficiente