Antonio Massari e Valeria Pacelli per “il Fatto Quotidiano”
La Guardia di Finanza è a caccia dei soldi della società lussemburghese legata a Marco Carrai e ad altri finanziatori della Open. Parliamo della Wadi Ventures Sca. La società è al centro delle informative agli atti della Procura di Firenze, che ha indagato l' ex presidente dell' allora cassaforte del renzismo, Alberto Bianchi, per traffico di influenze e finanziamento illecito, e l' imprenditore Marco Carrai per il solo finanziamento illecito.
Marco Carrai con Matteo Renzi
Nelle informative della Finanza si legge che la "Wadi Ventures sca risulta destinataria di somme di denaro provenienti, fra gli altri, da investitori italiani collegati a Marco Carrai e alla fondazione Open, risorse finanziarie che sembra siano state utilizzate per acquisire partecipazioni in società allo stato ignote". I finanzieri vogliono verificare di quali partecipazioni si tratti e ricostruire i flussi finanziari della società lussemburghese.
La Wadi Ventures Sca è stata fondata nell' ottobre del 2012 e Carrai ne è stato membro del consiglio di sorveglianza fino al luglio del 2016. La società era partecipata dalla Wadi Ventures Managment Company Sarl costituita poco prima, il primo agosto del 2012, da Carrai e altri. Proprio di quest' ultima gli investigatori hanno analizzato i bilanci scoprendo che "la società () avrebbe eroso il capitale sociale evidenziando un patrimonio netto negativo".
Il patrimonio netto della Wadi Ventures Management Company, segnala la Finanza, è passato da un attivo di 226 euro del 2012 a un negativo di 1.713 euro nel 2013, per poi risalire a un attivo di 13.621 nel 2014 e passare a un passivo di 159mila euro dal 2015 al 2017. Nel 2014 - continuano le Fiamme Gialle - Carrai possiede il 12 per cento della Wadi Ventures Management Company con una quota di 2.500 euro.
marco carrai agnese landini renzi
A questo punto, il prossimo passaggio degli investigatori sarà quello di capire in quali partecipazioni societarie siano state investite le risorse finanziarie dell' unica società controllata dalla Wadi Ventures Management Company, ovvero la Wadi Ventures Sca: l' unica possibilità - oltre a interpellare la Financial Intelligence Unit - è quella di inoltrare al più presto una rogatoria alle istituzioni lussemburghesi.
Intanto c' è un aspetto che ha colpito gli investigatori: alcuni soggetti che in passato hanno finanziato la Open, hanno anche investito nella società lussemburghese Wadi Ventures Sca. Si tratta di Fabrizio Landi (nel cda di Leonardo, ex Finmeccanica), del finanziere Davide Serra e dell' imprenditore Michele Pizzarotti (tutti e tre sono estranei alle indagini). "Sono risultati - è scritto negli atti - sia quali finanziatori della Fondazione Open che essere parti attive (soci o cariche) in società italiane e lussemburghesi riconducibili a Carrai".
Partiamo dunque da Serra: nel 2012 ha versato 50 mila euro nella Wadi Ventures Sca "per futura sottoscrizione di azioni". Quello stesso anno, "unitamente alla consorte", eroga contributi volontari per 100 mila euro alla Fondazione Big Bang, poi diventata Fondazione Open.
L' anno dopo, il 4 novembre del 2013, Serra eroga un altro contributo da 25 mila euro alla Open.
C' è poi il manager Landi. Che nel 2012 versa un contributo volontario di 10 mila euro alla Fondazione Big Bang. Due anni dopo, e siamo al giugno del 2014, investe 75 mila euro nella Wadi Ventures Sca.
NARDELLA RENZI CARRAI
Lo stesso pensa di fare l' imprenditore Michele Pizzarotti, che ad agosto del 2014 versa 100 mila euro nella società lussemburghese, anche lui "per futura sottoscrizione di azioni". Pizzarotti alla Open invece eroga come "contributi volontari" nel 2014 50 mila euro in tre tranche.
Già nei giorni scorsi i quotidiani si sono occupati delle società lussemburghesi e Carrai aveva ribadito: "Il sottoscritto non faceva parte del consiglio di amministrazione a cui è delegata la parte degli investimenti della Società di diritto lussemburghese ma solo, per un periodo limitato del consiglio di sorveglianza".
Per l' imprenditore amico di Matteo Renzi "non è vero, come dicono i giornali, che 'le risorse finanziarie della Società appaiono essere utilizzate per acquisire partecipazioni in società allo stato non individuate'. Wadi Ventures ha investito in start-up israeliane che sono facilmente verificabili e individuabili su fonte aperta. Nessuna di queste start-up ha mai avuto nulla a che fare né con il senatore Matteo Renzi né con la Fondazione Open".