WALTER BIOT
Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”
È accusato di avere venduto informazioni classificate ai russi. Uno scambio avvenuto in un parcheggio di Roma nel marzo dello scorso anno con un agente dei servizi segreti di Mosca e interrotto dai carabinieri del Ros che lo arrestarono.
Per questa vicenda l'ufficiale di Marina, Walter Biot, deve affrontare due processi: uno davanti ai giudici militari l'altro davanti alla giustizia ordinaria. Ieri si è aperto, davanti alla prima sezione, il processo davanti ai giudici con le stellette nel quale, in base alle accuse mosse dalla procura, Biot rischia una condanna all'ergastolo per la pesantissima accusa di spionaggio.
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I giudici di viale delle Milizie, in una udienza totalmente dedicata alle questioni preliminari, hanno ammesso come parte civile la presidenza del Consiglio dei Ministri e il ministero della Difesa che tramite i loro legali avevano presentato una istanza come parti offese. Depositate inoltre le liste dei testimoni: il difensore di Biot ha citato, tra gli altri, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, la direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Elisabetta Belloni e il capo di stato maggiore dell'esercito, Giuseppe Cavo Dragone. Il difensore Roberto De Vita ha, inoltre, sollevato il conflitto di giurisdizione davanti alla Cassazione.
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Nei confronti dell'imputato, che era presente in aula, i pm militari contestano una serie di fattispecie che vanno dalla rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio al procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio ed esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio. Il processo è stato aggiornato al prossimo 28 marzo, due giorni prima dell'udienza davanti ai giudici della prima Corte d'Assise di piazzale Clodio. I due procedimenti hanno, infatti, camminato paralleli in quanto vengono contestati reati diversi. La procura ordinaria contesta spionaggio, rivelazione di segreto di stato e corruzione.
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