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    LAVORATORI IN CENTRIFUGA – WHIRLPOOL CI RIPROVA E ANNUNCIA LA CHIUSURA DELLO STABILIMENTO DI NAPOLI IL PROSSIMO 31 OTTOBRE, NONOSTANTE UTILI TRIMESTRALI PARI AL DOPPIO DELLE STIME DEGLI ANALISTI. IL PROBLEMA È CHE NON LI FA CON LA FABBRICA DEL CAPOLUOGO CAMPANO, IN SOFFERENZA DA ANNI – CHI LO DICE A DI MAIO, CHE DUE ANNI FA DA MINISTRO DEL LAVORO ANNUNCIAVA: “CE L’ABBIAMO FATTA, NON LICENZIERANNO NESSUNO?"


     
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    1 – IL POST DEL 30 OTTOBRE 2018 DI LUIGI DI MAIO

     

    2 – WHIRLPOOL CHIUDE NAPOLI

    Giuseppe Marino per “il Giornale”

     

    manifestazione dei lavoratori whirlpool di napoli manifestazione dei lavoratori whirlpool di napoli

    Due giorni fa l' annuncio di utili trimestrali pari al doppio delle stime degli analisti. Ieri la conferma che lo stabilimento Whirlpool di Napoli chiuderà il prossimo 31 ottobre.

    Perché il gruppo americano è solido e ha incassato un buon rimbalzo dopo il gelo di inizio anno legato al lockdown, ma i suoi utili non li fa con la fabbrica del capoluogo campano, in sofferenza da anni.

     

    L' azienda ha tentato la carta di produrre a Napoli lavatrici di alta gamma, le «Omnia».

    whirlpool napoli proteste 3 whirlpool napoli proteste 3

    Ma le vendite sono calate del 70 per cento e i vertici dicono che o si tura la falla di Napoli o va in crisi tutto il gruppo che in Italia impiega 5mila persone. Nel frattempo, le fabbriche Whirlpool in Polonia non riescono a soddisfare gli ordini di lavastoviglie.

     

    LUIGI DI MAIO ESULTA PER LA TRATTATIVA CON WHIRLPOOL - 30 OTTOBRE 2018 LUIGI DI MAIO ESULTA PER LA TRATTATIVA CON WHIRLPOOL - 30 OTTOBRE 2018

    Al di là del caso industriale, la vertenza mette in bella mostra i problemi di attrattività dell' Italia e il velleitarismo di chi pensa di risolvere tutto con l' intervento dello Stato. Due anni fa, quando l' azienda ha annunciato la chiusura a Napoli e l' addio a 350 posti di lavoro, l' allora ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha intavolato una trattativa finendo con l' annunciare trionfalmente: «Ce l' abbiamo fatta, non licenzieranno nessuno». Proprio come l' abolizione della povertà o la soluzione del caso Ilva, il proclama si è rivelato propaganda spicciola dal fiato davvero corto.

     

    Il governo ha tentato di allettare l' azienda con la decontribuzione per il Sud dopo averla minacciata agitando lo spauracchio del Decreto dignità, la norma voluta da Di Maio secondo cui lo Stato può chiedere indietro gli incentivi pubblici versati ad aziende che delocalizzano all' estero. Altra norma che doveva essere miracolosa si è rivelata inutile.

    protesta lavoratori whirlpool protesta lavoratori whirlpool

     

    E visto che il gruppo aveva siglato degli accordi con il governo, la Fim Cisl denuncia il rischio che venga minata la credibilità del ministero come garante nelle vertenze, mentre la Fiom annuncia che porterà lo scontro in piazza già oggi. E per la Uilm l' atteggiamento del governo verso i lavoratori è «offensivo» e la vertenza rischia di diventare una «vergogna italiana».

     

    whirlpool whirlpool

    Una brutta bufera che ha travolto in pieno la pattuglia governativa che ieri si era presentata al tavolo per scongiurare il peggio e si è alzata dopo aver incassato una porta chiusa in faccia. Il titolare attuale del Mise Stefano Patuanelli ha messo in campo generiche promesse per un futuro di «piena occupazione» e «non di sussistenza» per i lavoratori di Napoli.

     

    STEFANO PATUANELLI STEFANO PATUANELLI

    Ma i sindacati hanno preso atto con rabbia della mancanza di una proposta: «Le posizioni espresse al tavolo di ieri erano già note -dice al Giornale Massimo Nobis, segretario generale Fim Cisl- si sono persi mesi in un ping pong tra governo e azienda e nessuno dei due ha saputo portare proposte utili».

    whirlpool napoli proteste2 whirlpool napoli proteste2

     

    Il ministro per il Sud si è incaricato di fare la voce grossa riguardo alla conferma da parte della Whirlpool di un piano di investimenti da 250 milioni per l' Italia: «Un piano senza Napoli non è un piano per l' Italia -ha detto Peppe Provenzano- si è aperto un vulnus con l' Italia che investe di responsabilità l' intero governo».

     

    E ieri sera la questione si è affacciata sul tavolo del Consiglio dei ministri. In campo ci sarebbe Invitalia, alla ricerca di partner per progetti di reindustrializzazione. Ma gli ultimi sono stati altrettante delusioni. Per i lavoratori di Napoli, in piena crisi Covid, non scatterà subito il licenziamento. Ma la cassa integrazione pare alle porte.

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