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A.F.D. per il “Sole 24 Ore”
Volkswagen è pronta a presentare alle autorità americane un piano da 10 miliardi di dollari per risolvere la disputa sullo scandalo delle emissioni diesel. Secondo l' agenzia Bloomberg, che ha rilanciato l' indiscrezione, il piano dovrebbe interessare circa mezzo milione di auto diesel che potranno essere o ritirate dal mercato o riparate.
Dei 10 miliardi messi sul piatto circa 6,5 dovrebbero andare ai proprietari delle auto ritirate mentre i restanti 3,5 al governo federale americano e alle autorità della California. Manca ancora un accordo sulla riparazione tecnica che la casa di Wolfsburg intende operare sui veicoli che non rispettano gli standard di emissione dato che l' agenzia federale per la
gli ingegneri dell universita del west virginia che hanno scoperchiato il dieselgate
Protezione dell' Ambiente e l' authority californiana sulle emissioni non hanno ancora dato il loro benestare.
I proprietari dei veicoli quindi potrebbero avere come opzione quella di ottenere una riparazione ma non si conoscono ancora i tempi in cui questa potrà avvenire perché tutto è ancora condizionato dal via libera delle autorità competenti. In alternativa alla riparazione resterebbero le opzioni di rivendere alla casa madre l' auto o, se questa è stata acquistata tramite un finanziamento, anticipare la fine delle rate.
L' accordo resta condizionato al benestare degli avvocati dei consumatori che saranno chiamati ad esprimersi il 28 giugno davanti a una corte federale a San Francisco. Fino ad allora è probabile che i termini e le condizioni dell' accordo cambino in base ai negoziati in corso tra le parti.
Che ad una transazione con le «vittime» del Dieselgate si stesse lavorando era noto. La novità arrivata ieri sta soprattutto nella cifra: 10 miliardi di dollari. Più della metà dei 16,2 miliardi di euro (18,3 in dollari) accantonati dalla casa tedesca per far fronte ai costi legali e ai risarcimenti per il ben noto scandalo dei test sulle emissioni truccate.
L' ammissione dello scandalo risale allo scorso mese di settembre. Fuori norma sarebbero circa 11 milioni di modelli diesel in tutto il mondo. Lo scandalo è esploso negli Stati Uniti ma class action e inchieste sono state avviate in tutto il mondo. La società, che lo scorso anno è arrivata a capitalizzare in Borsa quasi 120 miliardi di euro, oggi vale la metà.
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