Estratto dell'articolo di Masolino D’Amico per “Il Venerdì di Repubblica”
woody allen alla macchina da scrivere
Giusto mezzo secolo fa, anno 1973, arrivava in Italia, da Bompiani, il primo libro di Woody Allen, Saperla lunga. Tradotta non integralmente e con qualche, seppur talentuosa, licenza dall'originale, la raccolta di testi umoristici usciva sulla spinta dei film che avevano fatto scoprire il giovane Allen al pubblico italiano: Prendi i soldi e scappa (1969), Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971), Provaci ancora, Sam (1972) e Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (1972).
woody allen
Ora, dalla Nave di Teseo, la raccolta torna, insieme agli altri libri alleniani, in versione completa a cura di Daniele Luttazzi, con una nuova traduzione a partire dal titolo, Rivincite, più fedele all'originale. Nell'introduzione del '73, Umberto Eco parlava di una "ristretta élite" che si considerava quasi unica depositaria delle semisconosciute delizie dei film di Allen.
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Chiedo scusa per averla disturbata di mattina. So che la gente di spettacolo non ama mettersi in moto così presto.
"Ma non è vero. Quando si gira un film è tutto un traffico fin dall'alba!".
woody allen senza piume la nave di teseo
Non pensavo tanto a chi fa cinema, ma a chi si esibisce dal vivo. Pare sia difficile far ridere prima di pranzo.
"Magari qualcuno ci riesce. Io per la verità non ci vorrei provare".
Comunque niente cinema, questa è una intervista al Woody Allen scrittore: è vero che è ciò che avrebbe sempre voluto diventare?
"Verissimo. Fin da quando ero piccolo. L'ho sempre fatto tutto il tempo - scrivere - anche prima di andare a scuola. Mi è sempre piaciuto. Anche ieri sera scrivevo, anche stanotte. E stamattina continuerò".
Cosa scriveva agli inizi?
"Beh, ho sempre scritto di tutto. Storie, barzellette, commedie... a un certo punto, ero ancora giovane, mi specializzai in battute che poi vendevo ai professionisti. Mi veniva facile, e presto cominciai anche a guadagnare bene. Però mi vedevo come uno scrittore serio, di libri veri - anche se alla fine cercavo sempre di essere divertente".
woody allen
Quindi si può dire che la voglia di divertire abbia influenzato il suo stile? La comicità di solito vuole la sintesi.
"Stile? Io scrivo come mi viene naturale. C'è un ritmo, come nella musica. Però diciamo che se ho uno stile, sì, non è molto adatto alla tragedia, semmai tende alla commedia".
E al racconto più che al romanzo?
"Sì, ho sempre scritto pezzi brevi. È molto più facile. Non che non abbia tentato anche di scrivere un romanzo. Anni fa ci ho provato, ci lavorai anche parecchio. Ma niente da fare, non veniva. Così ci ho rinunciato. Forse ci riproverò, perché l'idea comunque mi piace. Ma è veramente troppo difficile. Non sono ancora mai riuscito a scrivere un pezzo lungo che mi soddisfi.
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La verità è che mi piace lavorare da solo. Lo so, il cinema si fa per forza in tanti. Ma le riprese di un film alla fine durano otto settimane. Tutto il resto del tempo si lavora da soli, ed è la cosa che mi piace di più. Quando sono solo lavoro per me. Non penso a un pubblico, non penso al successo che ne può venire o non venire. Non mi interessa, davvero".
Lei scrive anche i film.
"Certo. Ma mi riconosco in quello che una volta Tennessee Williams disse in un'intervista: "Io scrivo una commedia, scriverla mi piace. Quando è finita vorrei metterla in un cassetto e cominciarne un'altra, senza passare per il processo di vederla andare in scena". Anche per me il film è finito quando ho finito di scriverlo. Quello che succede dopo può funzionare, ma in un certo senso non migliora ciò che avevo immaginato. Bisogna metterci un sacco di lavoro... lavoro che so fare, intendiamoci, ma non è la parte che mi piace di più.
D'altro canto, dato che nel passaggio dalla pagina allo schermo avvengono tante cose, è indispensabile che sia io a controllare tutto il procedimento. E se c'è bisogno di fare dei cambiamenti, è meglio che sia io a farli. Ma di solito non cambio nulla se non sono certo che il film possa migliorare. Per questo non scriverei mai un film che poi non possa dirigere io. Con quello che costa fare delle modifiche, non le affiderei a nessun altro".
woody allen effetti collaterali la nave di teseo
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Ha avuto successo? In America, per esempio?
"Mah, ogni tanto so di qualcuno che l'ha apprezzata. Ma a essere sincero non lo so. Non seguo queste cose, non guardo le vendite, non leggo le recensioni. Anche con i film faccio lo stesso: non seguo mai il risultato. Che il tale film piaccia ai tedeschi ma meno agli italiani non mi cambia nulla. Ovviamente mi fa piacere quando qualcuno li approva e me lo dice, però - libro o film - l'importante per me è averli finiti. D'altro canto le reazioni del pubblico di un film posso solo illudermi di conoscerle...".
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Posso riferirle un apprezzamento circa la sua autobiografia. Un suo collega scrittore, Hanif Kureishi, trovandosi in ospedale a Roma nell'impossibilità di muoversi in seguito a un grave incidente, so che si è immensamente divertito ascoltando l'audiolibro da cima a fondo.
"Beh, questo è certo un bel complimento".
woody allen soon yi previn
E lo scrittore Woody Allen cosa legge?
"Non sono mai stato un grande lettore. In questi giorni sto leggendo un libro, il titolo sinceramente non mi viene in mente, scritto da un collaboratore di Brecht, bravo come Thomas Mann - parla di una famiglia ebrea in Germania e della nascita del nazifascismo: ma non c'è nessuna isteria da film, c'è invece tutto il senso della lentezza con cui arriva l'orrore. E questo mi appassiona.
Ma, per tornare alla sua domanda, di grandi libri nella mia vita ne ricordo pochi. Anche di molti tra i classici più illustri posso dire di avere veramente gustato solo qualche brano, qualche passo... Da ragazzo, poi, non leggevo proprio nulla. Quella onnivora era mia sorella. Io divoravo i giornali sportivi. Ancora oggi leggo relativamente poco".
woody allen by terry richardson
Neppure i fumetti?
"Ah, quelli sì! Da ragazzo ne ero insaziabile. A casa ne avevo una pila alta così. Superman, Batman... ogni settimana non vedevo l'ora che uscisse quello nuovo. I libri veri li ho cominciati a leggere solo a scuola. Hemingway, a diciott'anni, non prima. Le ragazze che corteggiavo, loro sì che leggevano molto... magari cercavo di leggere per mettermi al loro livello. Ma leggere per puro piacere è un'attività che non praticavo".
E non le andrebbe di scrivere ancora per il teatro?
"Ma lo faccio! Ho già due commedie pronte. Una almeno credo che piacerebbe anche in Italia. Nel frattempo ho anche finito di girare un film in Francia, tutto in francese e con attori francesi. Si chiama Coup de Chance. Mi sono divertito moltissimo. È un film europeo e vorrei farne un altro. Magari in Italia, mi piacerebbe".
A quale dei suoi film potrebbe assomigliare?
"Forse a Match Point".
Ottima notizia. Lo vedremo?
"Sì, abbiamo già la distribuzione (in Italia da Lucky Red, ndr)".
woody allen by philippe halsman
E la commedia nuova, quella che potremmo apprezzare anche noi, a quale delle sue assomiglia? Ne ricordo una messa in scena a Roma da Monicelli, in italiano si intitolava Una bomba in ambasciata.
"Don't drink the water! Fu la mia prima commedia. Piena di errori, scritta solo per far ridere. Però piacque. Ora sono molto più bravo. E quest'ultima è molto più complicata".
Di che parla?
"Di un gruppo di persone a New York... di conflitti tra di loro... per me è interessante guardare quanto persone colte e assennate possono diventare irrazionali".
Sarà difficile portarla a Broadway?
"Quasi impossibile. I costi lì sono diventati stratosferici, con quello che costa produrre una commedia si potrebbe fare un film. Così, per non rischiare, si producono quasi solo vecchi musical col richiamo di qualche star del cinema. Adesso è solo roba per turisti ricchi...".
Secondo lei morirà il teatro?
woody allen rivincite la nave di teseo
"No, il teatro non morirà affatto, anzi, si rimetterà in piedi e sarà per sempre. Certo, ora come ora, è praticamente paralizzato. Non come il cinema. Parlo dal mio punto di vista, ma per fare cinema basta trovare i soldi, non ce ne vogliono molti, e io li trovo. La cosa triste è che per gli altri, e penso ai giovani, non è così. Loro, almeno in questo momento, sono tagliati fuori...".
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