Estratto dell'articolo di Gianluca Modolo per “la Repubblica”
assemblea nazionale del popolo a pechino
È stato il suo canto del cigno, l’ultimo atto da premier prima di andare in pensione e sparire dalla scena politica, dopo essere stato spesso eclissato durante il suo mandato da un Xi Jinping sempre più accentratore di potere. Negli ultimi 10 anni, ogni marzo, è toccato a Li Keqiang aprire i lavori dell’Assemblea Nazionale del Popolo, “parlamento” con caratteristiche cinesi che deve tracciare le linee guida per l’anno in corso. Lo ha fatto anche domenica, per l’ultima volta.
Al termine del conclave, il 13 marzo, al suo posto arriverà un altro Li, quel Li Qiang che Xi lo scorso anno ha promosso a numero due del Politburo: uomo fidato ma che prima d’ora non ha mai avuto ruoli a livello centrale nella macchina del Partito-Stato.
xi jinping - assemblea nazionale del popolo a pechino
Dopo aver riempito il Pcc già al Congresso di ottobre di fedelissimi, Xi — che verrà nominato per la terza volta anche presidente della Repubblica — dovrà presentare pure gli altri alti funzionari in ruoli chiave per affrontare le sfide che attendono Pechino. Sarà un Partito (e un governo) ancora di più a immagine e somiglianza del nuovo timoniere. Una generazione di leader considerati più orientati alle riforme e spesso formatisi all’estero lascerà la scena.
Come da tradizione, il premier avrà in mano i dossier economici. E ieri Li Qiang si è già calato nel ruolo, in attesa dell’ufficialità. «La Cina si impegnerà a raggiungere gli obiettivi e promuovere uno sviluppo di alta qualità». Ex capo del Partito a Shanghai, è l’uomo della disastrosa gestione del lockdown nella metropoli della scorsa primavera. Ma anche, secondo Reuters , colui che ha spinto per una riapertura dopo le proteste contro il Covid di fine novembre. […]
xi jinping - assemblea nazionale del popolo a pechino
Altri fedelissimi andranno a occupare poltrone cruciali. Zhu Hexin, che potrebbe essere scelto per la Banca centrale. He Lifeng che dovrebbe aggiudicarsi il ruolo di vicepremier, prendendo il posto di Liu He, economista formatosi ad Harvard che guidò le trattative commerciali con gli Usa del 2018 e 2019: “un ponte tra Oriente e Occidente”, come lo hanno definito in passato. Ponte che sta rischiando di crollare.
E poi ci saranno Zhao Leji, in pole per guidare l’organo legislativo. E l’ideologo Wang Huning, l’eminenza grigia di Xi, che supervisionerà due aree sensibili: affari etnici e religiosi e Taiwan. Cambiamenti che arrivano in un momento delicato per l’economia, già azzoppata dalle chiusure Covid e da un giro di vite sul tecnologico e l’immobiliare. In una situazione geopolitica tesa, con le posizioni cinesi sull’Ucraina. E nel mezzo di un rinnovato scontro con l’America.
al via i lavori dell assemblea nazionale del popolo a pechino
Xi insiste sull’autosufficienza per contrastare le restrizioni imposte dagli Usa. […] Ci si attende una ulteriore centralizzazione, trasferendo responsabilità dagli organi governativi a quelli che dipendono dal Partito, soprattutto in materia di sicurezza, finanza e gestione dei dati.
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