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    ZAIA CONTINUA A PRENDERSI LA SCENA E PREPARARE LA SUA OPA SULLA LEGA - IL DOGE HA ESAURITO LA PROPRIA PAZIENZA NEI CONFRONTI DELL’INFETTIVOLOGO MICHELE CRISANTI, CHE VORREBBE METTERE CAPPELLO SUL MIRACOLO DELLA SANITÀ VENETA. IN REALTA’ LA STRATEGIA DEI TAMPONI A TAPPETO... - POI PASSA ALL'ATTACCO DI CONTE: ''IL DECRETO SULLE RIAPERTURE? FINISCE IN TRIBUNALE O NEL CESTINO''


     
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    Alta temperatura in Veneto. Fra le calli che bagnano Palazzo Balbi, storico palazzo che ospita la sede della Regione, i gondolieri disoccupati per mancanza di turisti raccontano che il governatore Luca Zaia ha esaurito la propria pazienza nei confronti dell’”infettivologo” Michele Crisanti, umbro da poco catapultato all’ospedale di Padova dall’Imperial College londinese.

     

    Il doge leghista, forte di un recente sondaggio che gli attribuisce il 90% dei consensi nelle prossime elezioni regionali, guarda con fastidio alle continue esternazioni di Crisanti, che vorrebbe mettere cappello sul miracolo della sanità veneta.

     

    In realtà dice Zaia ormai fuori dai denti, quando si è decisa la strategia dei tamponi a tappeto a Vò Euganeo,  lui non sapeva nemmeno chi fosse Crisanti. Il primo messaggio il governatore lo ha mandato sabato scorso dalle colonne di Repubblica, dove ha detto apertis verbis che Crisanti è arrivato quando tutto era già stato deciso, ma visto che il virologo continua a dare interviste, andare in tv a parlare anche di politica e a ricevere donazioni, dopo il cartellino giallo i gondolieri si aspettano che arrivi anche quello rosso.

     

     

    2. LUCA ZAIA PORTA GIUSEPPE CONTE IN TRIBUNALE: "VENETO ESCLUSO DALLA ZONA ROSSA, IMPUGNERÒ IL DECRETO RILANCIO"

    Da www.liberoquotidiano.it

     

    “Se non lo modificano d’ufficio, lo farò modificare io a un tribunale perché ho intenzione di impugnare questo decreto”. Luca Zaia annuncia battaglia al premier Giuseppe Conte del dl Rilancio, nel quale è sparito il Veneto in qualità di zona rossa. “Non esiste che la nostra regione sia esclusa, abbiamo avuto 1.820 morti, quasi 4.500 ricoverati e siamo stati martoriati”. Per il governatore leghista l’Italia nella gestione dell’emergenza coronavirus si sta confermando “l’ufficio complicazioni affari semplici”: Zaia sostiene infatti che sia necessario “ridurre le catene decisionali” e decidere una volta per tutte di “uscire dal medioevo dato dal centralismo e passare al nuovo rinascimento, che è dato da un Paese moderno con il federalismo e l’autonomia”.

     

    Quest’ultima non va intesa come una sottrazione di potere a Roma, ma come un’assunzione di responsabilità da parte dei territori: “Questo Paese con le potenzialità che ha può imboccare un nuovo corso passando a una totale riforma dello Stato in senso federalista”. 

     

     

     

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