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“ZELENSKY A SANREMO È UN DURISSIMO COLPO AL CUORE DELLA CASALINGA DI VLADIVOSTOK” – FULVIO ABBATE: “IL FESTIVAL VALE MILIONI DI TELESPETTATORI IN RUSSIA. QUANDO LE PUPILLE DELLA CASALINGA E DEL VINAIO DI MOSCA TROVERANNO  IL “NEMICO” ZELENSKY, DALLA PROPAGANDA UFFICIALE DESCRITTO "A CAPO DI UNA BANDA DROGATI E NEONAZISTI E SATANISTI", AL POSTO DI TOTO CUTUGNO, DI PUPO E DEI RICCHI E POVERI, SARÀ FORSE A TUTTI CHIARO CHE LA BATTAGLIA È COSA SERIA, CHE QUALCOSA PER PUTIN È GIÀ PERDUTO…”

Fulvio Abbate per Dagospia

 

fulvio abbate foto di bacco (1)

Zelensky al Festival di Sanremo è un durissimo colpo al cuore della casalinga di Vladivostok. Al di là d’ogni considerazione prosaica e delle mille obiezioni politiche e di opportunità che giungono dalla “quinta colonna” filo-russa vivamente attiva nel nostro Paese, l’evento prossimo, sebbene da remoto, ha valore tutt’altro che irrilevante. Una pugnalata al silenzio domestico ufficiale della Russia putiniana, pronta ad abbattere virtualmente la stessa aura poliziesca presidenziale. Una risposta notevole sferrata, sia detto con retorica tinteggiata di glamour, a tutti gli aggressori, non soltanto in armi, dello Stato sovrano d’Ucraina.

 

VOLODYMYR ZELENSKY A SANREMO MEME

    Ben oltre ogni semplice atto di propaganda, il gesto assume anzi valore politico straordinario, unico, oltreché, va da sé, spettacolare, mediatico. Da Sanremo, lo spettro in mimetica di Zelensky apparirà appunto alla casalinga di Vladivostok, al tassista di San Pietroburgo, alla callista di Ekaterinburg, alla influencer di Smolensk, ai macellai di Groznyj.

 

Il Festival di Sanremo, dai giorni di Breznev e dell’Urss da molti incredibilmente rimpianta, storia nota, vale milioni di telespettatori in Russia. Quando le pupille della già citata casalinga di Vladivostok e del risaputo vinaio di Mosca troveranno d’improvviso il “nemico” Zelensky, dalla propaganda ufficiale descritto "a capo di una banda drogati e neonazisti", e ancora "satanisti", al posto di Toto Cutugno, del mio carissimo amico Pupo, dei rimanenti Ricchi e Poveri sarà forse a tutti chiaro che la battaglia è cosa seria, qualcosa per Putin è già perduto.

fulvio abbate

 

Non occorre ricordare che in Russia, proprio il Festival di Sanremo, è ragione di culto, il suo sipario canoro nel tempo ha offerto occasioni di remake feticistici, amabile parodia della lontana e amata Italia da evocare a un pubblico di telespettatori post-sovietici.

 

Con Ivan Urgant che nelle vesti del “bravo presentatore” italiano Giovanni Urganti portava in scena un cast di cantanti russi dai nomi italianizzati che, leggo testualmente, si alternavano “sul palco esibendosi con una serie di hit riadattate in italiano: Elard Giarahov diventa Dario Giaracci, Dead Blonde è Bionda Morta, My Michelle & Jeva Pol'na sono Mia Michela & Eva Pollini, Manizha è Manigi. E persino Valerij Leontjev, uno degli artisti pop più famosi in Russia, trasformato in Valerio Leonci”. Kermesse stroboscopica, stile anni ’80.

 

foto toto cutugno

Apprezzabilmente, Ivan Urgant-Giovanni Urganti, lo scorso anno si è schierato contro la guerra d’aggressione all’Ucraina, e per questa ragione prontamente radiato dalla televisione pubblica russa. Zelensky, dal palco infiorato dell’Ariston, ne colmerà il vuoto in palinsesto.   

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