Iuri Maria Prado per “Libero quotidiano”
ZELENSKY NOT WELCOME - STRISCIONE AL COLOSSEO
Lo striscione recante, in puro anglo-romanesco, “Zelensky not welcome”, è comunque meno schifoso rispetto a quello che il collaborazionismo pacifista avrebbe dedicato al macellaio russo se la storia fosse andata diversamente: e cioè se l’aggressore avesse potuto raccontare non solo a casa sua, ma anche qui da noi, di essere stato costretto a intervenire per denazificare il governo di omosessuali e drogati asservito alle mire espansionistiche dell’Occidente plutocratico.
giorgia meloni volodymyr zelensky
Dietro quello slogan, che passa per indesiderabile il presidente ucraino, c’è il più vero sentimento del pacifismo, quello che difende le ragioni della pace accusando chi resiste alla guerra e non chi l’ha cominciata e la continua: ed è un sentimento di irrefrenabile simpatia verso chi, aggredendo l’Ucraina, aggredisce ovunque esse palpitino le aspirazioni di libertà e democrazia che il pacifismo odia più di quanto ami sé stesso. È un ripiego, quello striscione. Grida una verità ammezzata: nega il benvenuto al resistente ucraino mentre si duole di non poter dare il benvenuto alla belva russa.
ucraini in piazza san pietro per volodymyr zelensky PAPA FRANCESCO CON VOLODYMYR ZELENSKY bruno vespa volodymyr zelensky