Filippo Maria Ricci per gazzetta.it
Roman Zozulya
Decisione clamorosa a Vallecas. L’Albacete si è rifiutato di giocare il secondo tempo della partita di Segunda contro il Rayo Vallecano per protestare contro i cori rivolti nel primo tempo al proprio giocatore, l’ucraino Roman Zozulya. È una storia politica che ha dei precedenti spiacevoli e che stasera ha portato alla sospensione della partita, cosa mai successa nel calcio spagnolo per dei cori discriminanti in arrivo dagli spalti.
L’attaccante ucraino non ha mai nascosto le sue simpatie per l’estrema destra e quando a inizio 2017 fu preso in prestito dal Rayo Vallecano i tifosi della squadra del popolare quartiere madrileno di Vallecas s’indignarono e iniziarono a protestare con tanta forza che alla fine il Rayo rinunciò al giocatore che dovette tornare al Betis, dove però non poteva giocare per questioni di regolamento. Zozulya rimase fermo per qualche mese e poi tornò a giocare con l’Albacete.
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IL CORO— Stasera per la prima volta si è ripresentato a Vallecas e i tifosi del Rayo lo hanno accolto dandogli a più riprese del ‘puto nazi’, maledetto nazista. Al 33’ della gara l’arbitro Lopez Toca ha sospeso l’incontro per alcuni minuti con lo speaker che ha invitato i tifosi a sospendere il coro.
LA DECISIONE— Nell’intervallo, con la gara ferma sullo 0-0 e l’Albacete in 10 per l’espulsione di Israfilov, i dirigenti della squadra ospite hanno deciso di non tornare in campo. È iniziata una lunga attesa con i tifosi del Rayo che cantavano "Era uno scherzo, Zozulya era uno scherzo", ironia che non ha rasserenato l’ambiente né cambiato le cose: dopo 40 minuti è arrivato l’annuncio, con la sospensione ufficiale della gara.
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