VIDEO - LA PUNTATA INTEGRALE DI ''STANOTTE A POMPEI'' DI ALBERTO ANGELA
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Alberto Angela riceve mercoledì a Pompei la cittadinanza onoraria. E lo farà con la soddisfazione di vedere confermate le sue tesi sulla data dell’eruzione del Vesuvio: a ottobre e non ad agosto. Intervistato dal Corriere del Mezzogiorno spiega il perché. «Il lavoro di un ricercaore è un po’ come quello di un poliziotto della Scientifica, devi guardare tutto e confrontarlo. E nei miei 25 anni di studi sul campo ho rinvenuto bracieri ancora pieni, piatti con castagne e datteri, otri di vino già sigillati e un cumulo di melograni messi a essiccare. Cose difficili da trovare ad agosto».
Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”
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Una frase su un muro, scritta a carboncino e probabilmente solo per scherzare tra amici o tra colleghi, è destinata a cambiare la storia di Pompei e spostare in avanti la data dell' eruzione che la distrusse nel 79 dopo Cristo.
Fino a oggi le teorie su che giorno fosse quando il Vesuvio riversò fiumi di lava sulla città ai suoi piedi si sono basate soprattutto sulla lettera di Plinio il Giovane a Tacito, dalla quale si evince che quella tragedia sarebbe avvenuta in piena estate, il 24 di agosto.
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Ma quella collocazione temporale, che seppure non condivisa da tutti gli studiosi, ha goduto dell' ufficialità sancita da migliaia di libri, oggi va rivista. Il giorno sarebbe esatto, il 24, ma il mese no, il mese sarebbe ottobre, autunno già inoltrato, quindi.
Chi ha sempre dubitato dell' interpretazione basata sulla lettera di Plinio, lo ha fatto considerando alcuni ritrovamenti piuttosto inspiegabili se la città avesse vissuto il suo ultimo giorno sotto il sole dell' estate piena. I bracieri, per esempio.
il ministro bonisoli a pompei
Quanti ne sono venuti fuori nel corso di vari scavi, troppi per poter pensare che la loro presenza in case e giardini fosse spiegabile solo con la cottura di carni arrostite. E poi i melograni di cui si sono trovate le tracce, che non maturano in estate ma aspettano climi più freschi, anche se non rigidi.
Tutte teorie che hanno visto gli studiosi contrapporsi con argomentazioni solide ma mai in grado di poter chiudere la questione con assoluta certezza. Poi è arrivata l' ultima scoperta, e stavolta davvero i dubbi vanno verso una soluzione.
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L' occasione è rappresentata dallo scavo e dai lavori di restauro di due siti importanti come la Casa con giardino e la Casa di Giove, dimore riaffiorate quasi integre, come i loro mosaici e le suppellettili di pregio. Ricca di affreschi e di megalografie, la Casa con giardino era sicuramente in corso di ristrutturazione, quando ci fu l' eruzione.
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Gli studiosi ne sono certi, e la loro convinzione è basata sia sulle condizioni in cui sono stati trovati alcuni ambienti rispetto ad altri, sia sul rinvenimento di attrezzi per la lavorazione della malta. Ed è proprio su una parete della stanza, dove probabilmente gli operai erano al lavoro nei giorni precedenti la tragedia, che è stata trovata una scritta a carboncino in cui forse gli stessi operai prendono in giro uno di loro che avrebbe esagerato con il mangiare.
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Ma ciò che conta per la datazione della distruzione di Pompei è la data che accompagna quella frase scherzosa: «XVI K Nov», che gli esperti interpretano come «16 giorni prima delle calende»: vale a dire il 17 ottobre. Una settimana prima dell' inferno? Probabilmente sì, visto che il carboncino, sottolineano gli studiosi, è evanescente, e più di tanto non sarebbe rimasto sul muro, rendendo quella frase illeggibile, se lava e lapilli non fossero piombati su Pompei cristallizzando ogni cosa.
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«Io sono stato sempre un sostenitore della teoria che fissa in agosto la data dell' eruzione - spiega il direttore generale degli Scavi archeologici Massimo Osanna - ma devo ammettere che di fronte a questa scoperta sono pronto a ricredermi. Già le prove di paleobotanica andavano prese in considerazione, ma questa scritta, fatta da qualcuno che definirei un buontempone, ha un peso completamente diverso».
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Per celebrare l' evento e dare notizia della scoperta, ieri a Pompei c' è stata la visita del ministro dei Beni artistici e culturali, Alberto Bonisoli, che ha spiegato la datazione dell' eruzione del Vesuvio al 24 di agosto con l' eventualità che «qualche amanuense nel corso del Medioevo abbia fatto una trascrizione non fedele» della lettera di Plinio. Mentre oggi, alla luce dell' ultima scoperta, ha aggiunto, «con umiltà stiamo riscrivendo i libri di storia».
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