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    ACCOGLIENZA POCO BORGHESE: “LAVORARE GRATIS SI CHIAMA SFRUTTAMENTO. NON SEI IL BENVENUTO” – ALESSANDRO BORGHESE SI SARÀ PENTITO DELLA SUA SPARATA SUI GIOVANI E IL LAVORO "CHE NON SIGNIFICA PER FORZA ESSERE PAGATI"? ORMAI, DOVE VA LO SPERNACCHIANO: L'ULTIMA A LIVORNO, DOVE STA GIRANDO UNA PUNTATA DI "QUATTRO RISTORANTI". IL SINDACATO USB HA PIAZZATO UN PO' DI STRISCIONI PER LE STRADE: “VORREMMO RICORDARGLI CHE IL LAVORO GRATUITO SI CHIAMA SFRUTTAMENTO, IL LAVORO SI PAGA, SEMPRE…”


     
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    Simone Lanari per www.corriere.it

     

    Lo chef Alessandro Borghese arriva a Livorno per girare alcune riprese del suo programma televisivo «Quattro ristoranti». Ma l’accoglienza non è delle migliori: in alcune zone di Livorno infatti, in particolare nel quartiere Venezia, sono comparsi striscioni contro lo chef: «Borghese a Livorno non sei il benvenuto».

     

    A metterli il sindacato Usb Livorno che spiega sulla sua pagina Facebook: «Borghese qualche mese fa esordì con alcune frasi in difesa di quei ristoratori che decidono di non pagare i propri dipendenti, in quanto “devono imparare” un mestiere. Vorremmo ricordare a Borghese che il lavoro gratuito (e nel nostro paese esiste in diversi settori) si chiama sfruttamento. Il lavoro si paga, sempre...»

     

    Il sindacato fa riferimento all’intervista che lo chef ha rilasciato al Corriere della Sera: «Diciamo che i ragazzi, oggi, hanno capito che stare in cucina o in sala non è vivere dentro a un set. Preferiscono tenersi stretto il fine settimana per divertirsi con gli amici. E quando decidono di provarci, lo fanno con l’arroganza di chi si sente arrivato.

     

    E la pretesa di ricevere compensi importanti. Da subito. Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati. Io prestavo servizio sulle navi da crociera con “soli” vitto e alloggio riconosciuti. Stop. Mi andava bene così: l’opportunità valeva lo stipendio. Oggi ci sono ragazzetti senza arte ne parte che di investire su se stessi non hanno la benché minima intenzione. Manca la devozione al lavoro, manca l’attaccamento alla maglia».

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