Estratto dell’articolo di Luca Crovi per “il Giornale”
cramps records
C’era una volta la Cramps Records, l’etichetta musicale indipendente, nata e cresciuta a Milano per iniziativa di Gianni Sassi, Sergio Albergoni, Tony Tasinato e Franco Mamone. Una factory attiva fin dal 1972 […]
Una casa capace di inventare suoni, visioni, performance, lanci pubblicitari, eventi musicali unici nel loro genere e che viveva di sperimentazioni e commistioni di generi: jazz, fusion, progressive, blues, canzone d’autore, rock italiano, musica contemporanea.
gianni sassi 1
Un sogno musicale e artistico quello della Cramps Records che giovedì 6 aprile al Teatro Lirico Giorgio Gaber di via Larga a Milano ha festeggiato i suoi cinquant’anni, celebrandoli con un superconcerto fatto di ricordi, racconti, esibizioni e improvvisazioni. Lo spettacolo è stato intenso e articolato ed è durato più di tre ore in compagnia di Patrizio Fariselli e degli Area Open Project, di Eugenio Finardi, di Carlo Boccadoro, di Skiantos, di Lucio Fabbri & Friends e Andrea Tich.
[…] con sincerità Jo Squillo ha aperto la serata con un testo poetico, onirico e citazionista dove ha inserito tutti gli artisti che hanno fatto la storia della poliedrica Cramps Records. Poi agli Area Open Project è spettato il compito di rompere il ghiaccio. […]
Con Dandy Bestia che da corpo alle attitudini dei suoi Skiantos è il demenziale ad accendersi sul palco mentre dal buio emerge il fantasma carismatico e poetico dello scomparso Freak Antoni. […]
50esimo compleanno cramps records
[…] Eugenio Finardi chiarisce a tutti chi era l’eclettico Gianni Sassi, anima della Cramps, al quale le definizioni di discografico e pubblicitario andavano sicuramente strette: «era un’artista situazionista. Creava infatti situazioni talvolta di scontri ma soprattutto di incontri estremamente stimolanti. La grande capacità di Sassi era di creare sogni nella mente di coloro con cui interloquiva. E noi questa sera siamo ancora parte della sua opera situazionista... la Cramps è stata un asteroide che è precipitata nello stagno della musica leggera italiana e l’ha scossa». E fra i terremoti emozionali e musicali generati da quel fantastico inventore di incontri che fu Gianni Sassi ci fu il concerto nel 1977 di John Cage al Teatro Lirico.
dandy bestia skiantos
Un evento che viene rievocato da Finardi, accompagnato dalle improvvisazioni al piano di Carlo Boccadoro, con una lettura in italiano e poi inglese dei concetti di silenzio, musica e discussione sostenuti dal musicista americano che quella sera venne sostenuto con entusiasmo ma anche difeso sul palco dagli Area. A Lucio “Violino” Fabbri e al suo ensemble è spettato quindi un omaggio colorato e ritmato ad Alberto Camerini, Demetrio Stratos e allo stesso Finardi con le esecuzioni di Pane quotidiano, Maestro della voce e Musica ribelle.
jo squillo passeggiata gianni sassi
E sono poi la provocazione, l’ironia e il garbo di tre canzoni suonate solo chitarra e voce da Andrea Tich. E Patrizio Fariselli spiegando l’esecuzione live di 0.00 di John Cage ne recita le istruzioni: «In una situazione fornita di massima amplificazione (nessun feedback), esegui un’azione disciplinata». E cosi si siede a un tavolo assieme a suo fratello Stefano inizia una breve partita a scopone scientifico.
I microfoni amplificato solo il suono delle carte e quello delle mani. Nessuno fiata e poi scatta l’applauso e quindi con una potente onda musicale si chiude la serata prima con l’esecuzione vibrante di Povera patria di Franco Battiato, poi con quelle telluriche di L’abbattimento dello Zeppelin e Luglio, agosto, settembre nero.
area cramps records
La voce ispirata e ipnotica di Claudia Tellini si immerge nel magma delle tastiere e dei fiati suonati dai fratelli Fariselli e il pubblico in piedi ribadisce che la magia della Cramps non si è esaurita in cinquant’anni mentre batte le mani e canta commossa sulle note di The Wind Cries Mary di Jimi Hendrix, perché: «dopo che tutti i fantocci a molla sono nelle loro scatole/e i pagliacci sono tutti andati a letto/puoi sentire la felicità che barcolla giù per la strada...».
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