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    I TORTI NON SONO SEMPRE E SOLO DEI MASCHI - QUANDO UN MATRIMONIO SI ROMPE E LO SCONTRO TRA GLI EX CONIUGI DIVENTA FRONTALE, L'ACCUSA DI MOLESTIE SESSUALI VIENE A VOLTE USATA COME UN'ARMA IMPROPRIA: È SUCCESSO A MONZA, DOVE UN PADRE È STATO ACCUSATO DI AVER ABUSATO DELLE SUE DUE FIGLIE, MA ERA TUTTO INVENTATO DALLA MOGLIE - I GIUDICI LO HANNO ASSOLTO DUE VOLTE, ANCHE SE HANNO SCAGIONATO PURE LEI DALL'IPOTESI DI CALUNNIE - INTANTO PERÒ L'UOMO HA PERSO 5 ANNI DELLA VITA DELLE SUE BAMBINE, CHE NON LO VOGLIONO PIÙ VEDERE...


     
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    Luca Fazzo per “il Giornale

     

    litigio tra moglie e marito litigio tra moglie e marito

    Un padre che da anni non può più vedere le sue bambine. Una madre che dopo la separazione lo ha accusato di uno dei crimini più abominevoli: avere abusato delle figlie. Due giudici che per due volte lo hanno assolto: ma hanno assolto anche la ex moglie dall'accusa di calunnia.

     

    In mezzo a questo scontro, i servizi sociali della ricca Monza che per tutti questi anni non sono riusciti a svolgere il lavoro di recupero che la legge assegna loro. Morale: quando tutto è cominciato le bambine avevano sette anni, ormai vanno per i dodici, verso l'adolescenza.

     

    Quel padre innocente per loro è rimasto un estraneo ed è diventato un nemico. Una intera fase del percorso che accompagna un genitore e la sua prole è perso per sempre, comunque questa storia vada a finire.

     

    lite marito moglie lite marito moglie

    Roberta Colombo è una giovane e combattiva avvocata milanese. Lavora spesso con le associazioni che difendono le donne maltrattate, sa quante violenze può portare con sé una unione che finisce.

     

    Ma proprio per questo sa che i torti non sono sempre e solo dei maschi. Conosce bene il fenomeno che da anni è ben presente anche ai giudici: quando un matrimonio si rompe e quando lo scontro tra gli ex coniugi diventa frontale, l'accusa di molestie sessuali viene a volte usata come un'arma impropria.

     

    A volte la donna dice di averle subite personalmente, durante l'unione. Nei casi peggiori, accusa l'uomo di avere abusato dei figli. E lo scaraventa dentro un procedimento penale da cui rischia di uscire a pezzi.

     

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    Anche stavolta è successo così. Nel dicembre 2017, nel pieno dello scontro col marito per l'affidamento delle bambine, la donna si presenta alla Procura e lo denuncia per violenza sessuale ai danni delle figlie, con dettagli disgustosi.

     

    La Procura di Monza, dopo avere interrogato le bimbe e affidato la consulenza a un perito, chiede l'archiviazione. Il giorno prima dell'udienza, l'ex moglie deposita una nuova denuncia. Ma il giudice archivia tutto. Nuova denuncia, identica, davanti alla Procura di Milano, e nuova richiesta di archiviazione: il giudice Sara Cipolla scrive che i racconti delle bambine sono «privi di continuità logica», le descrizioni «non sono frutto del libero pensiero delle bambine ma mutuate e fatte proprie».

     

    abusi sessuali su bambini 8 abusi sessuali su bambini 8

    Sono state suggestionate, insomma. «Le bambine ripetono gli stessi racconti con le stesse parole», «sorprende la conoscenza di alcuni dettagli relativi all'attività sessuale certamente non consoni all'età e così pure l'utilizzo di un linguaggio da adulto nell'offendere il padre».

     

    Ma chi le ha istigate? Per il giudice milanese, la madre era in buona fede, mossa «dalla preoccupazione per la salute e l'integrità fisica delle proprie figlie».

     

    Ma in una mail inviata ai servizi sociali di Monza, l'avvocato Colombo scrive che nel corso di uno degli ultimi incontri, il 29 aprile, la madre «si è lasciata andare a delle affermazioni di gravità inaudita».

     

    abusi sessuali su bambini 7 abusi sessuali su bambini 7

    «Mi riferisco - aggiunge - alle affermazioni di non avere mai creduto alle accuse di abusi sessuali ai danni delle figlie che lei stessa ha mosso nei confronti del padre. La madre ha altresì affermato che la questione non la riguarda e che per lei è del tutto indifferente sia stato lui, altri o nessuno». «L'ho fatto - avrebbe detto la donna - per le mie bambine».

     

    Le carte dell'inchiesta sono urticanti, vi si legge come due figlie possano essere portate a odiare il loro padre sulla base di un ricordo immaginario.

     

    abusi sessuali su bambini 4 abusi sessuali su bambini 4

    Ma vi si legge anche il comportamento inspiegabile dei servizi sociali che per due anni non eseguono quello che i giudici hanno disposto: creare uno «spazio neutro» dove il padre possa finalmente tornare a vedere le proprie figlie, sperando che quella che gli esperti chiamano «finestra emotiva» non si sia ancora chiusa del tutto.

     

    Niente da fare. L'avvocato scrive al sindaco di Monza, che è per legge il tutore delle ragazzine. Nessuna risposta. Quando finalmente gli incontri vengono organizzati, la scena è surreale: nessuno si occupa di accompagnare le bambine dal padre, la madre le scarica all'ingresso, loro ovviamente rifiutano. Il padre resta lì, in una stanza, ad aspettare le figlie che non vede da cinque anni. Invano.

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