DAGONEWS
GIORGETTI A NEW YORK
La figuraccia del povero Giorgetti a New York non è passata inosservata. Sognava di andare negli Usa come un novello De Gasperi a dimostrare la fedeltà italiana all'asse atlantico, ed è finito a parlare a braccio rispondendo frasi sconclusionate a un uditorio confuso.
Bisogna però fare una precisazione: il pubblico dell'evento non era puramente americano, ma era composto da quella fetta di comunità italo-americana che fa da tramite e tiene i rapporti con le istituzioni statunitensi. Si trattava perlopiù dei membri del Council for the United States and Italy, che aveva in programma il suo incontro annuale a New York la settimana scorsa.
donald trump matteo salvini
Il Consiglio è famoso perché a un certo punto era presieduto da Gianni Agnelli e Rockefeller, mentre negli ultimi dieci anni era stato Marchionne a rappresentare il lato italiano. Con la morte del manager, è Domenico Siniscalco che ha preso il suo posto. Certo, un ex ministro e banchiere di fama, ma sicuramente non con l'appeal di due pezzi grossi come l'Avvocato e l'Impulloverato.
Nell'uditorio c'era Enzo Viscusi, una di quelle figure di raccordo tra Italia e Stati Uniti, senior advisor di Eni e nel board di tutte le associazioni atlantiste che contano, da Aspen a Council on Foreign Relations.
agnelli-marchionne
A parte la figuraccia, comunque, l'Amministrazione Trump ha una visione favorevole nei confronti dei leghisti. Nei rapporti che l'ambasciatore americano a Roma manda a Washington, Salvini viene dipinto come ''sinceramente'' vicino all'America trumpiana. Il messaggio di allontanarsi dal puzzone di Mosca (la cui amicizia, ricordiamolo, è stato uno dei motivi per cui Berlusconi fu fatto cadere nel 2011), è arrivato forte e chiaro.
DOMENICO SINISCALCO giancarlo giorgetti matteo salvini