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    "FA TROPPO FREDDO". E LO INFILZA – A REGGIO EMILIA, UN 50ENNE È STATO ACCOLTELLATO DAL VICINO DI CASA DOPO UNA LITE PER LA FINESTRA SULLE SCALE DEL CONDOMINIO LASCIATA APERTA – L’AGGRESSORE SI LAMENTAVA DEL FREDDO, MA LA VITTIMA INSISTEVA, DICENDO: “BISOGNA FAR CAMBIARE L'ARIA PER VIA DEL COVID, NON LO CAPISCI?”


     
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    Giacomo Nicola per "il Messaggero"

     

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    Accoltellato per una finestra lasciata aperta. Una banale lite tra vicini ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Sullo sfondo un piccolo condominio nel comune di Rolo, in provincia di Reggio Emilia. La vittima, Miles Caterina, 50 anni, aveva l'abitudine di lasciare aperta la finestra delle scale del condominio anche come misura di prevenzione del contagio covid. Il vicino, Marco Agosti, 56 anni, era contrario. Voleva che quella finestra fosse chiusa perché faceva troppo freddo. 

     

    FINESTRA APERTA FINESTRA APERTA

    I due avevano già litigato in passato. A raccontarlo sono gli altri vicini. Alla fine, Agosti, in preda all'esasperazione, ha deciso di rendere una trappola all'uomo che era diventato il suo incubo. E mercoledì sera ha attuato il suo piano.

     

    Prima ha chiuso la finestra contesa che si affaccia sul ballatoio tra i due appartamenti, poi ha atteso che il vicino uscisse dal suo alloggio per riaprirla. Sapeva che lo avrebbe fatto, perché era quello che puntualmente faceva sempre noncurante delle sue lamentele per il freddo.

     

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    Appena il suo obiettivo si è presentato sul ballatoio, lo ha ferito colpendolo con una lama lunga nove centimetri a un braccio, all'addome e al collo. A dare l'allarme è stato lo stesso aggressore che ha chiamato il 112 raccontando l'accaduto. Sul posto sono intervenuti subito i medici del 118 e i carabinieri.

     

    La vittima, trasportata in ospedale a Bologna, è stata ricoverata in prognosi riservata per le ferite riportate a seguito dell'aggressione e che hanno interessato anche gli organi interni. È tuttora ricoverato in prognosi riservata anche se non in pericolo di vita. 

     

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    Contemporaneamente i carabinieri hanno trovato il 56enne a casa, ancora con l'arma usata per colpire il vicino, un coltello a serramanico lungo in tutto 20 centimetri, con ancora visibili tracce di sangue. L'aggressore è stato arrestato per tentato omicidio. Adesso si trova in carcere a Reggio Emilia. Sullo sfondo di una storia al limite dell'assurdo, una grande palazzina abitata da sei famiglie. È proprio una finestra è stata il movente. 

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    «Fa freddo, devi tenerla chiusa o ci ammaliamo tutti». L'altro secco. «Bisogna far cambiare l'aria per via del covid, non lo capisci? Altrimenti sì che ci ammaliamo tutti!». Discussioni che andavano avanti da tempo.

     

    Marco Agosti, originario di Rolo e conosciuto col soprannome di Carezza, ha così teso una trappola al vicino. Sono entrambi autotrasportatori. Miles, sposato e padre di due figli. La notizia di quanto accaduto ha presto fatto il giro nella piccola comunità di Rolo. In quella casa in molti erano a conoscenza dei dissidi tra i due, ma nessuno immaginava che la rabbia sarebbe arrivata a far scorrere il sangue. 

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    VICINI SCONCERTATI 

    Certo non si tratta del primo caso di una lite tra vicini sfociata in un'aggressione, ma il movente, l'oggetto del contendere che ha fatto sfiorare l'omicidio, ha dell'assurdo: una finestra lasciata aperta. Con l'aggressore che voleva ripararsi dal freddo e la vittima che aveva paura del covid. Resta lo sconcerto degli altri vicini. «Ci sembra una follia che uno stava per ammazzare l'altro solo per una finestra lasciata aperta». 

     

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    Di recente, un episodio simile ha interessato proprio un'altra cittadina emiliana. Lo scorso gennaio a Misano Adriatico, in provincia di Rimini, un uomo di 50 anni, originario di Potenza, è stato ucciso all'esterno della sua abitazione da un 53enne di origini slovene. I due erano vicini di casa e sembra appunto che tra loro non scorresse buon sangue. 

     

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    La vittima era stata trovata ancora viva. Prima di morire aveva avuto solo il tempo di dare qualche indicazione ai carabinieri, che avevano trovato il responsabile ancora nell'abitazione, chiuso nel bagno.

     

     L'arma utilizzata per colpire alla testa il 50enne era stata un manubrio da palestra. L'omicidio era avvenuto al termine dell'ennesima lite accesa da una vecchia acredine tra i due, a seguito della querela che la vittima aveva sporto tempo addietro nei confronti del suo aggressore sempre in relazione a motivi di vicinato.

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