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    "SE DOMANI MI TROVANO MORTO, CHIAMA LA POLIZIA. E' STATA MIA MOGLIE" - A TORINO UNA DONNA E' FINITA A PROCESSO PER OMICIDIO DOPO CHE L'AMANTE DEL MARITO HA MOSTRATO ALLA POLIZIA I MESSAGGI RICEVUTI DALL'UOMO - LA MOGLIE HA RACCONTATO CHE SI E' ASSOPITO SULLA POLTRONA E NON SI E' PIU' SVEGLIATO - MA L'AUTOPSIA HA RIVELATO SEGNI DI STRANGOLAMENTO: LIVIDI INTORNO AL COLLO, SUL TORACE, SULLA BRACCIA - LA SERA IN CUI E' MORTO, IL CINQUANTENNE AVEVA SCRITTO...


     
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    Irene Famà per "La Stampa"
     

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    Moglie e amante. La morte di Ettore è un giallo di tradimenti manifesti, rancori sopiti, bugie che vengono svelate, altre che, chissà, forse stanno ancora in piedi. E ora la moglie in un'aula di tribunale deve difendersi dall'accusa di aver strangolato il marito.
     
    Ettore aveva cinquant'anni portati male. Malato, con la passione eccessiva per vino e grappa, il 5 aprile 2021 era a casa, seduto sul divano, a guardare la televisione. «Si assopisce», così racconta la moglie agli investigatori. E non si sveglia più.
     

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    Quella sera, almeno così pare, era ubriaco e pure un po' drogato. «Morte naturale» per il medico del 118. Il giorno dopo, in procura, sul tavolo del pubblico ministero Paolo Cappelli, arriva una denuncia. A scriverla è l'amante di Ettore. Senza giri di parole, punta il dito verso la rivale in amore. Racconta di alcuni messaggi che il "suo" Ettore le aveva inviato proprio poche ore prima del decesso: «Se domani mi trovano morto, chiama la polizia. È stata mia moglie».
     
    Il magistrato sospende i funerali, dispone un'autopsia. E la consulenza medico-legale parla di «asfissia meccanica». Strangolamento, appunto. Lividi intorno al collo, sul torace e sulle braccia. Segni impossibili da vedere senza esami approfonditi.
     

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    La donna ieri è stata rinviata a giudizio per omicidio volontario e siederà sul banco degli imputati, difesa dagli avvocati Alberto De Sanctis e Silvia Arnaudo. Anche loro hanno nominato un consulente, Lorenzo Varetto.
     
    Il matrimonio di Ettore era stato una ventina di anni fa. Poi le figlie e la vita insieme in un appartamento nel quartiere San Donato.
     
    Ettore si ammala: tumore alla gola. Diventa debole, fatica ad alimentarsi, perde molta autonomia. Tre anni fa, più o meno, torna in Puglia per le vacanze. «Al paese», com'era solito dire. Cerca pace e ristoro. Incontra gli amici di sempre. Compresa lei, la donna a cui era legato da quando era adolescente. «Una vecchia fiamma», così si dice in giro.
     

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    Poco cambia che l'amore, i due, l'abbiano ritrovano o l'abbiano scoperto per la prima volta. Iniziano a frequentarsi. Ettore torna a Torino, la moglie, nella primavera del 2021, viene a sapere del tradimento. Va da sé, nel palazzo i pettegolezzi si rincorrono. «Era disposta ad accettarlo», dicono alcune indiscrezioni. Gli inquirenti sono di tutt'altro parere.
     
    Secondo la ricostruzione del magistrato, una volta scoperto il tradimento, in quell'appartamento è stato tutto un litigare, un urlarsi contro al punto che più volte i vicini hanno ritenuto opportuno chiamare la polizia. L'ultima volta la notte tra il 3 e il 4 aprile.
     
    Dall'alloggio provengono grida, insulti. Arrivano le forze dell'ordine, la donna viene portata in ospedale. Ettore scrive all'amante: «Ha provato a strangolarmi». Il giorno dopo lei viene dimessa, torna a casa. Lui manda messaggi: «Se domani mi trovano morto è stata lei». E ancora: «Mi sta prendendo a botte».
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