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    ABBIAMO UN PROBLEMA DI BABY GANG - LI CHIAMANO I PENDOLARI DELLE RISSE, VIVONO ALLE PORTE DI MILANO TRA NOVARA, BRESCIA E PAVIA E PRENDONO IL TRENO PER LA CITTÀ DOVE MENANO, RAPINANO, MINACCIANO: SONO TEENAGER POVERI, STRESSATI DALLA PANDEMIA, VIOLENTI, SPESSO IMMIGRATI DI SECONDA GENERAZIONE E QUINDI ANCORA PIÙ INCATTIVITI, MA ANCHE ITALIANI - I SERVIZI SOCIALI: "HANNO LA RABBIA DI ESSERE POVERI..."


     
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    Estratto dell'articolo di Brunella Giovara per “la Repubblica

     

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    È andata così. Il kebabbaro aveva appena chiuso, bussa un ragazzino e chiede aiuto. «Aprimi, vogliono ammazzarmi». L'uomo, musulmano timorato di Dio, lo nasconde giusto in tempo perché bussa un altro ragazzino, e ha una pistola. «Non ho aperto, ho fatto scappare l'altro dal retro. Quanti anni avevano? Quattordici, più o meno. E io chiedo: cosa sta succedendo, qui a Novara?».

     

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    Succede quel che succede in tutta l'Italia del Nord, nelle città medie come è questa, dominata dal Monte Rosa e dalla cupola dell'Antonelli, 121 metri con un Cristo Salvatore.

     

    Ma qui, come a Brescia, Padova, Trento, Pavia, in queste banlieue di provincia chi salverà il futuro dei teenager poveri, stressati dalla pandemia, violenti, spesso seconda generazione e quindi ancora più incattiviti, ma anche italiani, ragazzini per bande che si formano, svaniscono e ricreano, su un ritmo trap che qui fa «Hey Hey Hey, Novara City/ Oh Oh Oh, fanculo la pula».

     

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    Eppure è un posto tranquillo, questa città sulla rotta Torino-Milano, ogni 25 minuti un treno ti porta in Centrale, «andiamo a fare serata a Milano», talvolta finisce in tragedia come a Capodanno, le ragazze violentate davanti al Duomo.

     

    L'ultimo rapporto del Servizio analisi criminale della Polizia spiega il trend in crescita di reati minorili, dei 25mila ragazzi denunciati o arrestati nel 2021. Le regioni più colpite, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. Perciò Novara, città tipo, 100mila abitanti, 15mila stranieri, «non peggio di altre realtà», dice il sindaco Alessandro Canelli, Lega.

     

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    «C'è un fenomeno di baby gang, ma sono ben conosciuti, monitorati dalle forze dell'ordine. Nelle metropoli ci sono state situazioni limite, io spero che non si arrivi a questo». A fine agosto la polizia ha chiuso l'indagine Quiet adolescence, fermando la banda (dodici, dai 14 ai 17 anni) che da mesi colpiva al Parco dei Bambini.

     

    Ne accerchiavano uno, lo picchiavano e gli portavano via collanina, cellulare, soldi. Dopo le denunce hanno minacciato le vittime sui social, poi di persona. Metà italiani, metà stranieri.

     

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    All'inchiesta ha partecipato la polizia giudiziaria della Procura per i minori di Torino, seguendo profili Facebook e Instagram, là dove viaggiano veloci le chiamate alle armi, i video delle imprese, la trap e la drill.

     

    L'eroe novarese è Zefe, Kazir Siffedine, famiglia marocchina. Fermato a Milano nell'aprile 2021: nel quartiere San Siro 300 ragazzi molto aggressivi stavano partecipando a un video con lui e altri due trapper, Neima Ezza, e Baby Gang, cioè Zaccaria Mohuib.

     

    Zefe aveva un machete, quindi denunciato per porto abusivo di armi. E non poteva venire a Milano, per via di un obbligo di dimora, dopo una rissa a Novara. Ha vent'anni, si trascina dietro migliaia di ragazzini che si riconoscono nei contenuti violenti dei suoi testi.

     

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    Lui dice «voglio dare voce a chi non ce l'ha. E voglio comprare una villa a mia madre», visto che è nato a Sant'Andrea. Ma i ragazzi percepiscono solo il messaggio violento, "O la fame o la fama", sta scritto su un muro delle "case bianche" di via Bonola, così marce che il Comune le abbatterà.

     

    Nel frattempo gli stessi ragazzi vanno a vedere la città che scintilla: «Milano, il centro del Nord, offre locali, corso Como, i vip, i calciatori», dice Marco Terraneo, docente di Sociologia alla Bicocca.

     

    «A Novara, a Lodi, in provincia questo non c'è, ovvio che loro si dirigano verso quelle luci che brillano. Ma ne sono esclusi».

     

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