Marco Giusti per Dagospia
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Holly Woodland se ne va. Holly Woodlawn musa della Factory di Andy Warhol e prima superstar transgender dello spettacolo ci lascia a 69 anni. Per tutti la cantò Lou Reed nel 1972 nella meravigliosa “Walk on the Sild Side”: "Holly came from Miami, F-L-A / Hitchhiked her way across the U.S.A / Plucked her eyebrows on the way / Shaved her legs, and then he was a she."
Insomma si rasò le gambe e poi lui divenne lei. Semplicemente. Il suo nome, Holly, è ispirato in parte alla Holly Golightly di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, mentre Woodlawn, viene da un episodio della serietv di culto “I Love Lucy”, dove a un certo punto si leggeva il segnale del treno n.4 per “Woodlawn”. Da qui il facile gioco Holly-Wood-Land, Holly Woodland. La ricordiamo tutti Holly divina nel capolavoro di Andy Warhol e Paul Morrissey Trash assieme a Joe Dallesandro nel 1970. “Joe, let me suck your cock”.
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Entrata per fare una sola posa, Holly nel personaggio di Holly Sandiago, rubava talmente la scena da diventare coprotagonista del film con Joe Dallesandro. “Domani sto con te, Joe”, gli dice a un certo punto, “Sempre meglio te di quella bottiglia di birra”. Con i 25 dollari che gli dette Warhol per il film si pagò subito una pera di eroina. Ma George Cukor le scrisse di aver aperto una richiesta ufficiale per candidarla all’Oscar. Probabilmente non è che recitasse.
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Da noi il film venne riadattato al doppiaggio da Pier Paolo Pasolini. Non avevamo mai visto nulla di simile. Holly era nata a Puerto Rico come Haraldo Santiago Franceschi Rodriguez Danhakl, figlia di Aminta, una ragazza di Puerto Rico e di un soldato americano di origini tedesche. Ma presto partì per New York e si unì altre star transgender della Factory come Candy Darling e Jackie Curtis.
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Proprio con loro interpreterò subito dopo Trash un altro film di Paul Morrissey per la Factory Women in Revolt, 1972, pensato come una parodia del movimento per la liberazione femminile. Avrebbe dovuto essere il film della sua consacrazione a star assoluta, ma Candy e Jackie le rubarono la scena al punto che il suo personaggio scompare quasi dal film, travolta dalla personalità delle altre due ragazze.
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Fece altri film, come Scarecrow in a Garden of Cucumbers, 1972, e poi si esibì in spettacoli di night club. Divenne un personaggio popolare nel mondo dello spettacolo, ma non l’attrice che pensava George Cukor. Per Tootsie di Sidney Pollack insegnò a Dustin Hoffman come poter diventare donna. Una delle sue frasi celebri era “Se indossi i pantaloni, chiamami uomo, se indosso un vestito da sera, chiamami un taxi”.
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Fece altri film, come Take Off del maestro dell’hard Armand Weston nel 1982 asssieme a Georgina Spelvin. O il più recente Billy’s Hollywood Screen Kiss, 1998. E’ stato proprio il suo vecchio amico Joe Dallesandro a mettere su Facebook la notizia della morte di Holly in un ospedale di Los Angeles, dopo una lunga battaglia per un cancro al cervello e al fegato. Sembra che si stia preparando da tempo un film sulla sua vita.
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