Maurizio Molinari per "la Stampa"
sexy purim xPurim è alle porte con bambini e genitori in fila nei negozi per acquistare i costumi da indossare nella festa ebraica che più assomiglia a Carnevale. Ma la novità del 2014 è che gran parte dei modelli più venduti hanno in comune un aggettivo inequivocabile. "Poliziotta sexy", "Infermiera sexy", "Dottore sexy", "Soldatessa sexy", "Principessa sexy" e molte altre ancora descrivono un'offerta che si caratterizza per abiti succinti, calze a rete e colori sgargianti dal significato assai esplicito.
Le famiglie si sentono precipitare in uno shock collettivo, ma non è tutto perché le vendite sul mercato di queste "maschere" vanno talmente bene da aver spinto molti negozi a offrirle in vetrina o sul web solo come "costumi sexy" senza più soffermarsi neanche sulle diverse caratteristica di ciascuna.
E' stata questa la goccia che ha aperto una diga di proteste. Da qui la mobilitazione dei genitori, a cui ha dato voce Roni Aloni Sadovnik, consigliere sui diritti della donna all'Associazione israeliana degli avvocati, scrivendo al ministro dell'Economie e Commercio Naftali Bennet una lettera per chiedere di "porre fine a questa forma di sfruttamento dei minori".
"In quanto madre di figli piccoli e come avvocato che rappresenta dei minori vittime di abusi sessuali - ha scritto Aloni Sadovnik - le chiedo di proibire la vendita di costumi di Purim in tutto e per tutto simili a quelli usati da escort, prostitute e massaggiatrici". Bennett ha obiettato di "non avere autorità in materia" e tanto è bastato per moltiplicare su tv, radio e web le obiezioni di chi imputa al governo "passività" nei confronti di un fenomeno commerciale nonché "disgustoso" perché considerato "un incentivo alle aggressioni sessuali contro i minori" aggiunge Sadovnik. Per l'Associazione israeliana anti-stupri ogni anno il 64 per cento delle denunce vengono da minori e il 32 per cento da vittime con meno di 12anni.
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