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    IL PREVEDIBILE NON È CULTURA, LA NOIA NON È CULTURA” – ALDO GRASSO STRONCA “LO STATO DELLE COSE”, NUOVO PROGRAMMA SU RAI3 DI MASSIMO GILETTI: “NON HA NULLA DI NUOVO: INTERVISTE, SERVIZI, IN PARTICOLARE GRANDE ESIBIZIONE DEL CONDUTTORE, CAMICIA BIANCA D'ORDINANZA PER ESALTARE L'ABBRONZATURA" - "UN GIORNALISTA DI VAGLIO, E SENZA LA SCHIENA DRITTA, AVREBBE SQUADERNATO LA SCALETTA E IMPOSTATO LA TRASMISSIONE IN DIRETTA SU QUANTO STAVA ACCADENDO IN MEDIO ORIENTE" - "COME MAI È SOTTO LE INSEGNE DI RAI CULTURA?  "


     
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    Estratto dell’articolo dI Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

     

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    Per tutta la serata mi sono chiesto: «Come mai il nuovo programma di Giletti è sotto le insegne di Rai Cultura?». Il prevedibile non è cultura, la noia non è cultura, l’incapacità di prendere al volo un evento, come i primi spostamenti via terra dell’esercito israeliano all’interno dei confini libanesi, e farne il perno della trasmissione non è cultura. E allora? Allora non so.

     

    […] il nuovo programma di Massimo Giletti non ha nulla di nuovo: interviste, servizi, esaltazione con grande enfasi delle periferie di Roma (mi piacerebbe sapere dove abita Giletti), in particolare grande esibizione del conduttore, camicia bianca d’ordinanza per esaltare l’abbronzatura ben curata.

     

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    Quando a Matteo Renzi ha chiesto se il campo largo fosse diventato un camposanto il primo impulso è stato quello di cambiare canale (è la battuta più usurata sull’argomento). Quando ha intervistato Roberto Vannacci ho scoperto che persino l’ego smisurato del generale si annoiava alle parole di Vannacci: ripete il suo libro all’infinito e cataloga l’omosessualità nei «gusti sessuali». Quando ha intervistato Francesca Pascale ho pensato (ma sbaglierò) che il rinnovamento di Forza Italia non passerà di lì.

     

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    Ho anche scoperto che Klaus Davi è diventato un grande esperto di ’ndrangheta.

    L’unica intervista interessante era quella all’avvocato Michael Cohen, grande accusatore di Donald Trump, ma né Giletti né Giovanna Botteri (da quando è in pensione vive saltando da un canale all’altro) hanno saputo affrontare il tema chiave: perché così tanti americani votano un simile mascalzone, con il rischio che, per la seconda volta, diventi il prossimo presidente degli Stati Uniti?

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    Ripeto: un giornalista di vaglio, e senza la schiena dritta, avrebbe squadernato la scaletta e impostato la trasmissione in diretta su quanto stava accadendo in Medio Oriente.

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