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    BUTTATE LA CHIAVE! - ALTRE QUATTRO DONNE, QUESTA VOLTA IN MAROCCO, HANNO ACCUSATO IL MILIONARIO FRANCESE JACQUES BOUTHIER DI MOLESTIE SESSUALI: SONO EX DIPENDENTI LICENZIATE DOPO AVER RIFIUTATO LE SUE AVANCES - PER ANNI IL BOSS DELLE ASSICURAZIONI HA ABUSATO DI GIOVANI DAI 14 AI 16 ANNI: QUANDO DIVENTAVANO MAGGIORENNI LE CACCIAVA E LE SOSTITUIVA - FINCHE', NEL MARZO SCORSO, UNA DI LORO NON SI E' PRESENTATA IN QUESTURA CON TANTO DI FILMATI E...


     
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    Michele Farina per il corriere.it

     

    jacques bouthier jacques bouthier

    Il coraggio e l’infamia attraversano il mare, vanno da un continente all’altro: quattro donne marocchine accusano il milionario francese Jacques Bouthier di molestie sessuali. Tre si sono presentate venerdì al tavolo di una conferenza stampa a Tangeri: volto coperto da mascherine chirurgiche e occhiali scuri (per il rispetto della privacy) e parole trasparenti: «Ho presentato una denuncia in Procura - ha detto una di loro - per dare forza alle altre donne che hanno subìto violenze sul lavoro come me. Bisogna mettere fine a questa piaga: è inammissibile che una donna per poter lavorare debba accettare avances spinte dei capi. Ne va di mezzo la nostra dignità».

     

    jacques bouthier jacques bouthier

    Gli abusi e l’arresto

    Le quattro coraggiose di Tangeri furono licenziate per aver detto no al boss della Assu 2000, un piccolo impero nel campo assicurativo francese. Bouthier pensava di essere al di sopra della legge, da una parte all’altra dello Stretto di Gibilterra. Il Marocco è la sua nemesi. Nel marzo scorso, come ha raccontato Stefano Montefiori sul Corriere, fu una giovane marocchina di 22 anni, di nome Kenza, a presentarsi in un commissariato di Parigi per denunciare l’uomo che la violentava dal 2016.

     

    Accuse a Bouthier Accuse a Bouthier

    Dopo averla sfruttata, Bouthier l’aveva sostituita con una quattordicenne rumena. La donna ha mostrato ai poliziotti un video inequivocabile, vittima la ragazzina. Bouthier aveva lasciato che Kenza filmasse, credendo di poterla controllare come sempre.

     

    Gli abusi e l’arresto

    E invece le indagini hanno portato all’arresto dell’imprenditore settantacinquenne a maggio, con l’accusa di «tratta di esseri umani nei confronti di minori e violenza e aggressione sessuale su minori». Per anni Bouthier ha abusato di giovani dai 14 ai 16 anni, che manteneva in un appartamento prima di cacciarle e sostituirle quando diventavano maggiorenni. Con lui arrestata anche la moglie, ritenuta complice.

     

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    Le cure

    La società fondata nel 1975 dà impiego a 1.800 persone, con la gestione di 720 mila polizze. Anche sul lavoro, anche nelle filiali estere, il boss usava gli stessi trattamenti. In Marocco, dove di recente è stata approvata una legge che inasprisce le pene per le violenze sessuali, molte donne non si rivolgono alla magistratura per timori delle reazioni sociali e dell’ambiente familiare.

     

    L’avvocata Aicha Guellaa ha raccontato alla stampa algerina le traversie delle sue clienti. «Non basta dire di no per lasciarsi alle spalle una simile esperienza». Una delle quattro donne che hanno denunciato Bouthier «continua a fare ricorso a cure psichiatriche per lo choc di cui è stata vittima».

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    Il gruppo

    Le molestie attribuite al reuccio delle assicurazioni avrebbero avuto luogo dal 2018 all’aprile 2022. E Bouthier non è l’unico uomo coinvolto in questa storia. «Diversi superiori hanno approfittato della vulnerabilità di queste donne», denuncia l’avvocata Guellaa.

     

    L’impianto dell’accusa è sostenuto da diversi testimoni. Le persone indagate sarebbero una dozzina e potrebbero essere chiamate in causa nelle prossime settimane. Non agiva da solo, ha raccontato una delle vittime, «ma con il sostegno di un esercito di colleghi. Quando ho rifiutato le sue proposte, mi ha chiesto se non avevo una sorella o una cugina da proporgli: mi avrebbe fatto un bel regalo».

     

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    Un’altra ha confessato: «Avevo vent’anni quando ho detto no. Con il licenziamento mi hanno dato la buona uscita: una bella dose di minacce di morte».

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