FRANCESCA SFORZA per la Stampa
volodymyr zelensky a kharkiv 5
Fine agosto: potrebbe essere questo il momento per riprendere i negoziati tra Mosca e Kiev. La proposta è venuta dal capo della delegazione ucraina David Arakhamia nel corso di un'intervista televisiva con l'emittente americana Voice of America, e a un primo sguardo sembra tracciare una prospettiva che porti - sebbene con molte incertezze - alla fine della guerra.
La prima incertezza viene già dalla formulazione con cui la proposta è stata espressa: «Possiamo tornare ai negoziati entro la fine di agosto - ha detto Arakhamia -. Fino ad allora non vogliamo condividere i nostri piani con i russi su fonti aperte, ma immagino che condurremo un'operazione di controffensiva in alcune zone».
PUTIN ZELENSKY
Che in pratica significa: scontro sul terreno a oltranza, in modo da recuperare il maggior numero di territori possibile e poi, quando realisticamente le forze sul campo avranno mostrato un quadro della situazione destinato a rimanere stabile, ci si siede e si tratta. Da qui ad allora, vale l'appello lanciato ieri dal presidente Zelensky durante la sua visita a Mykolaiv, nel Sud del Paese, dove i russi continuano a sparare e i civili a morire: «Non smettiamo di lavorare per la vittoria».
Dietro la tattica del mettere un punto - fissando fine agosto come limite temporale - c'è il doppio suggerimento degli alleati occidentali: quello più aggressivo della Gran Bretagna, e quello più moderato dell'asse Francia-Italia-Germania.
ZELENSKY E MACRON
«Sarebbe una catastrofe se Putin vincesse - ha detto ieri Johnson tornato dalla visita a sorpresa a Kiev -. Putin non cerca altro se non poter dire: "Congeliamo il conflitto, facciamo un cessate il fuoco come quello del 2014". Per lui sarebbe una grandissima vittoria. Si avrebbe una situazione in cui Putin ha consolidato le sue conquiste per poi lanciare un nuovo attacco». La Gran Bretagna ha ribadito il suo sostegno alle ambizioni ucraine e non fa mistero dell'obiettivo: espellere i russi, riconquistare tutti i territori invasi dal 24 febbraio, ottenere una pace che non sia «una cattiva pace, qualcosa che semplicemente non durerebbe». Da questo punto di vista, un'estate di combattimenti potrebbe essere funzionale.
LA STRETTA DI MANO TRA DRAGHI E ZELENSKY
Diverso l'approccio francese, che intende invece il limite di tempo appunto come un limite di tempo, una soglia oltre la quale o si vince o ci si arrende, ma in ogni caso si avvia una trattativa. Piuttosto che proseguire indefinitamente, anche la Francia ritiene ragionevole fine agosto come termine per un possibile cessate il fuoco. Per questo, di nuovo, ha ripetuto l'importanza di non chiudere la porta in faccia a Putin, e ha condiviso la sua posizione con gli alleati italiani e tedeschi. «Continuerò anche io a cercare il dialogo con Putin come il presidente Macron», ha detto ieri il cancelliere tedesco Scholz.
Nel merito, bisogna però chiedersi che trattativa sarebbe. Stando alle parole dell'ucraino Arakhamia, «potremmo prendere in considerazione una sorta di accordo politico come quello che abbiamo proposto a Istanbul: ad esempio - ha aggiunto -, lasciando fuori la questione territoriale della Crimea, da affrontare in un periodo di più anni». L'ultimo round di negoziati tra le due delegazioni - ricordiamolo - si è tenuto a Istanbul alla fine di marzo; sono seguiti una serie di altri contatti in videoconferenza, interrotti a maggio dopo che entrambe le parti si sono accusate di interrompere il processo a vicenda.
ZELENSKY - DRAGHI - SCHOLZ - MACRON
I russi sostengono di aver consegnato una bozza a cui gli ucraini non hanno dato risposta, gli ucraini sostengono che la bozza russa non prendeva in considerazione le precedenti proposte della parte ucraina e dunque non poteva aspettarsi una risposta non avendo a sua volta risposto. In pratica, stallo totale. E poi ci sono i russi, che al momento si sono espressi favorevolmente solo nei confronti di Macron: «Sappiamo che il presidente Macron è un sostenitore della discussione delle divergenze - ha detto il portavoce del Cremlino Peskov - l'unica a essere in questo momento sul tavolo dei negoziati. Apprezziamo il suo approccio concettuale». Quanto agli ucraini, il solo ad aver commentato il termine di fine agosto è stato l'irrefrenabile Medvedev: «Bisogna vedere se ci sarà qualcosa di cui parlare e con chi», ha detto.
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