Antonio Lodetti per “il Giornale”
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Quattro anni fa era ancora in passerella, sfilando a Parigi per la collezione di Jean Paul Gaultier... Difficile star dietro a tutti i suoi progetti, anche oggi che ha abbondantemente superato i 70 anni e lavora a teatro (spettacoli parigini come La candidate e Panique au ministère), dopo essere passata più volte dalla nostra tv con programmi che vanno da Il brutto anatroccolo a Si può fare! di Carlo Conti.
Modella, pittrice, attrice, musa e amante di Salvador Dalì ma soprattutto cantante, Amanda Lear torna con il nuovo album Let Me Entertain You (con brani che spaziano da un sofisticato pop jazz alla cover di Macho Man passando per Smile di Chaplin e un duetto inedito col cantautore Gianluca De Rubertis) a due anni di distanza dal suo disco-tributo a Elvis Presley. Risponde al telefono da Parigi dove, dice, «fa un freddo cane».
Come mai questo ritorno in grande stile?
«I miei fan si lamentavano che da tempo non facevo uno spettacolo... Del resto negli ultimi sette anni sono stata presa dal teatro. Così ho deciso di offrir loro un vero show su disco (doppio) più un dvd che rende ancora meglio l' idea della festa».
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Un bel regalo...
«Sì, in tempi tanto neri c' è bisogno di un po' di ottimismo, per questo ho scelto brani come Smile. Ho scritto tante canzoni impegnate in passato, qui invece non c' è messaggio, ma la voglia di rappresentare un futuro più roseo».
Lei è stata la regina della trasgressione, cosa c' è di trasgressivo oggi?
«La parola trasgressione non esiste neanche più; è tutto superato, omologato. Madonna, Beyoncé, Jennifer Lopez non hanno inventato nulla... Non è più il momento di sculettare per fare musica. Chi fa vera musica sta fermo davanti a un microfono e canta».
Lo dice proprio la ex regina della disco?
«Sono stata un simbolo per i ragazzi che andavano in discoteca, la gente ha grande nostalgia per quel periodo - persino personaggi come Dolce & Gabbana - ma per me la disco non esiste più. Oggi c' è la dance, che è tutta un' altra cosa».
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Però ha rifatto Macho Man...
«È un classico dei Village People e nessuno l' ha mai ripreso. Soprattutto una donna e, inutile negarlo, alla donna piace l' uomo macho».
La sua voce così roca l' ha facilitata o le ha creato problemi?
«All' inizio mi hanno criticata, ma io ho sempre utilizzato la voce più che il fisico come strumento di seduzione. Oggi tante cantanti come Patty Pravo hanno abbassato di un' ottava la voce, sarà la vecchiaia... La mia invece s' è alzata perché ho allenato, con la recitazione, i muscoli della gola».
Come ci si sente ad essere un sex symbol?
«Al centro dell' attenzione. Il mio modello fisicamente era Sandie Shaw, fu così che iniziai a fare la modella. Ma a una certa età è importante che la gente si innamori della tua voce, come Marlene Dietrich che cantando era sensuale anche a 80 anni».
Cosa pensa del rock di oggi?
«Oggi molti sono convinti che per fare rock basti indossare un giubbotto di pelle e jeans strappati. È tutto troppo commerciale, non sono più i tempi d' oro di Jimi Hendrix ed Eric Clapton».
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O di Elvis...
«Gli ho dedicato un disco perché è un mito assoluto, altro che Michael Jackson! Pensi che Elvis frutta ancora 50 milioni di dollari l' anno in diritti alla sua famiglia».
Di rocker ne ha conosciuti.
«Negli anni ruggenti a Londra sono stata molto amica di Brian Jones e poi ho avuto una storia con David Bowie. Quello era un mondo davvero libero e sperimentale; con Bowie incisi il mio primo disco ma non uscì, non ricordo più perché».
E con Salvador Dalì?
«Mi ha insegnato molte cose, soprattutto a scoprire l' artista che è in me (nel 2007 è stata insignita in Francia dell' Ordine delle Arti e delle Lettere per il suo contributo all' Arte, ndr), ma preferirei parlare del presente».
amanda lear 2 AMANDA LEAR SULLA COPERTINA DI ROXY MUSIC amanda lear bowie DAVID BOWIE E AMANDA LEAR
Dei suoi progetti allora.
«A giugno sarò in Italia per girare un film con Cosimo Messeri, ex assistente di Nanni Moretti, poi farò uno show per la Rai da Sorrento e infine partirà la mia tournée musicale».
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