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    AMATRICE CHI? - A QUATTRO ANNI DAL SISMA CHE DISTRUSSE AMATRICE, ACCUMOLI E ARQUATA, UCCIDENDO 300 PERSONE, LA RICOSTRUZIONE PROCEDE A STENTO - GLI INTERVENTI SONO AL PALO: LE RICOSTRUZIONI GIÀ REALIZZATE SONO SOLO 2.544, OVVERO LA METÀ DEI CONTRIBUTI EROGATI. MA VA ANCHE PEGGIO SUL FRONTE PUBBLICO: SU 1.405 OPERE GIÀ FINANZIATE PER IL RIPRISTINO, SI È PASSATI ALL'AZIONE PER POCO PIÙ DEL 10%...


     
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    Massimo Malpica per “il Giornale”

     

    amatrice amatrice

    A quattro anni dal sisma del centro Italia che distrusse Amatrice, Accumoli e Arquata, squassando città e paesi anche con le scosse dell'autunno successivo, e uccidendo 300 persone, la ricostruzione procede a stento. Deve ammetterlo anche il commissario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, in un rapporto sullo stato dell'arte post-terremoto decisamente poco lusinghiero. Tanto che l'ex sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ammonisce le istituzioni: «Chi verrà ad Amatrice il 24 (domani, anniversario del terremoto) chieda scusa, e si adoperi per la ricostruzione».

     

    Che, come detto, se non è ferma certamente zoppica, sia sul fronte degli edifici privati che (ancora peggio) per le strutture pubbliche. Le cifre sono impietose. Il boato di quella notte ha reso inagibili 80mila edifici, 50mila dei quali danneggiati in modo grave. Al 30 giugno erano state presentate quasi 14mila richieste di contributo per la ricostruzione, ma quelle accolte sono solo 5.325. E per 678 domande respinte il grosso quasi 8000 richieste è ancora «in fase di lavorazione», con tempi di istruttoria che, secondo le vecchie regole, dovrebbero durare circa un anno. Ma di anni, appunto, ne sono passati già quattro.

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    Gli interventi di ricostruzione già realizzati sono solo 2.544, la metà dei contributi erogati. Gli altri sono ancora in fase di cantiere, 2.758. Ma va anche peggio sul fronte pubblico, con un divario che mostra come la mano dello Stato non abbia lavorato alacremente. Su 1.405 opere già finanziate per il ripristino, si è passati all'azione per poco più del 10% di queste, con 86 costruzioni terminate e 85 cantieri ancora aperti. Nel dettaglio, su 250 scuole che avrebbero dovuto essere ricostruite, ne sono state completate solo 17, meno del 7%, e i cantieri aperti sono solo sei.

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    Per 75 scuole non si è proprio avviato alcun intervento, mentre 88 progetti sono ancora in fase preliminare di gara, e i lavori attendono di essere affidati. È andata meglio alle chiese, (ricostruite 100 su 940 finanziate, mentre 45 edifici religiosi sono ancora cantieri aperti), ma solo un cimitero dei 76 da rimettere in piedi è stato ripristinato, e su nove ospedali da ricostruire, cinque sono al palo, tre in fase di progettazione e uno soltanto ha visto aprire i cantieri. E ancora, solo due interventi sui 48 previsti per restaurare mura, torri e palazzi di interesse storico sono partiti, mentre su 126 municipi danneggiati, non ne è stato ricostruito nessuno, e solo per due sono stati avviati i lavori.

     

    amatrice un anno dopo amatrice un anno dopo

    Praticamente tutto fermo anche il fronte dell'edilizia residenziale pubblica, con 311 interventi programmati e appena sette conclusi. E su 2,1 miliardi di euro di fondi stanziati, i quattrini erogati sono stati solo 200 milioni, meno del 10 per cento. Il quadro, insomma, è desolante. E infatti Legnini, presentando il rapporto, spiega di voler «incrementare» i lavori «in misura sempre maggiore nei prossimi sei mesi e di vedere aperti almeno 5mila cantieri privati e pubblici per la prossima primavera, con un ritmo crescente nei mesi e negli anni successivi».

     

    amatrice un anno dopo amatrice un anno dopo

    Auspici basati sulla speranza che l'ordinanza 100, che prevede procedure di semplificazione, e il decreto legge 76 di luglio che contiene strumenti per accelerare i lavori facciano quello che la mano pubblica in questi 1.500 giorni non è riuscita a fare. Un auspicio condiviso anche dal consiglio nazionale degli architetti, che commentando il rapporto di Legnini si augura «una svolta radicale nell'approccio alla ricostruzione».

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