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    PALMO DI BANCOMAT – AMAZON SAREBBE QUASI PRONTA A LANCIARE I PAGAMENTI CON LA MANO. SONO ALMENO QUATTRO MESI CHE SE NE PARLA, MA LA NOTIZIA RICICCIA DOPO UN’ESCLUSIVA DEL “WALL STREET JOURNAL” – CI SARÀ UNA SPERIMENTAZIONE SUI NEGOZI “WHOLE FOODS”. I VANTAGGI PER I CLIENTI? PRATICITÀ E VELOCITÀ. E ALTRI DATI SENSIBILI REGALATI AL COLOSSO DELL’E-COMMERCE…


     
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    1 – DIMENTICATE L’IMPRONTA DIGITALE E LA FACCIA PER PAGARE CON LO SMARTPHONE, AMAZON STA SPERIMENTANDO UNA NUOVA FORMA DI E-PAYMENT CON UN SENSORE SUL PALMO (DAGOSPIA DEL 10 SETTEMBRE 2019)

    https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/palmo-bancomat-ndash-dimenticate-rsquo-impronta-digitale-faccia-213165.htm

     

     

    2 – L’IDEA DI AMAZON: I PAGAMENTI CON IL PALMO DELLA MANO

    Chiara Severgnini per www.corriere.it

    L'ESCLUSIVA DEL WALL STREET JOURNAL SUI PAGAMENTI CON LA MANO DI AMAZON L'ESCLUSIVA DEL WALL STREET JOURNAL SUI PAGAMENTI CON LA MANO DI AMAZON

     

    Il colosso dell’e-commerce Amazon «vuole trasformare la vostra mano in una carta di credito»: lo rivela un’esclusiva del Wall Street Journal. Fonti vicine all’azienda hanno raccontato al quotidiano americano che la società fondata da Jeff Bezos sta lavorando a una tecnologia che consentirà alle persone di pagare alle casse mostrando il palmo della mano, senza bisogno di estrarre carte di credito o cellulare dalle tasche.

     

    amazon amazon

    Secondo il Wall Street Journal, Amazon sarebbe intenzionata a dotare di una simile forma di pagamento i terminali di caffetterie, fast-food e altri negozi, per permettere ai clienti iscritti al programma premium Amazon Prime di pagare in modo più rapido.

     

    Le indiscrezioni

    L’azienda non ha voluto rilasciare commenti sull’indiscrezione, che non è quindi confermata, ma le indiscrezioni giornalistiche sul tema si rincorrono da mesi. A settembre il New York Post era stato il primo a raccontare gli sforzi di Amazon intorno a un progetto identificato con il nome in codice “Orville” e incentrato proprio sulla realizzazione di scanner capaci di identificare in modo univoco i palmi delle mani.

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    Il colosso dell’e-commerce, secondo quanto si legge nell’articolo del 3 settembre, starebbe già testando da tempo la tecnologia nei suoi uffici newyorkesi: i dipendenti potevano servirsene per pagare bottigliette d’acqua, bibite e merendine nelle macchinette aziendali. L’obiettivo sarebbe, sempre secondo il New York Post, quello di avviare una seconda sperimentazione in alcuni negozi della catena Whole Foods (che è di proprietà di Amazon dal 2017). I vantaggi per i clienti sarebbero almeno due: praticità e velocità. Una persona informata sui dettagli tecnici del progetto ha spiegato alla testata Usa che questo sistema richiederebbe solo 300 millisecondi per elaborare il pagamento (contro i 3-4 secondi necessari per pagare con una normale carta).

    pagare con la mano pagare con la mano

     

    Nei negozi senza casse

    A fine dicembre, la stampa specializzata Usa — e in primo luogo Recode — hanno rivelato che la società di Bezos ha presentato domanda per brevettare la tecnologia su cui si basano gli scanner capaci di leggere i palmi delle mani. Recode ipotizza che l’azienda, in futuro, abbia intenzione di impiegare il sistema anche nei suoi negozi Amazon Go, in cui, per ora, i clienti possono entrare grazie a una app, fare la spesa in totale libertà e poi uscire senza passare da una cassa. Il tutto grazie a un sistema capace di capire quali oggetti sono stati prelevati dagli scaffali e di addebitarli in automatico sulla loro carta di credito (qui sotto la nostra prova).

    jeff bezos pagamenti mano jeff bezos pagamenti mano

     

    L’idea, però, non è priva di aspetti problematici, soprattutto per quanto riguarda l’uso dei dati personali di quei clienti che vorranno pagare usando il palmo della mano. Per dirla con Recode: «Un nuovo metodo per identificare le persone usando dati biometrici solleverà diverse domande».

     

    biometria infografica la repubblica biometria infografica la repubblica

    Non a caso sono bastate le prime indiscrezioni per suscitare alcuni dubbi. Amazon, peraltro, non è certo estranea a questo genere di controversie: il suo assistente vocale, Alexa, ad esempio, è al centro di diversi dibattiti per i potenziali rischi che pone per la privacy degli utenti. Ma le attività di Amazon sono così ramificate — e la sua capacità di tracciare gli utenti/clienti è così sofisticata — che le domande in materia di trattamento dei dati personali sono numerose.

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    A giugno, intervistato dal Corriere, l’allora garante europeo della protezione dei dati aveva spiegato che l’azienda di Bezos è «il nuovo grande indiziato» da parte delle Autorità antitrust e dei Garanti della privacy di tutto il mondo. I motivi erano già allora numerosi, ora potrebbe essercene uno nuovo in arrivo.

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