ANAIS NIN HENRY MILLER
1. ANAIS NIN, PASSIONE SENZA FRENI
Lettere di Anais Nin pubblicate da “il Giornale”
Henry, amor mio, fai a pezzi la lettera che ti ho spedito ieri. Tra due carezze di Hugh, ti bramo disperatamente. Bramo la tua forza e la tua dolcezza, le tue mani, ogni cosa di te, e non so più quelle che ricordo e quelle che desidero. Ma mi fa impazzire immaginare, sentire o mettere per iscritto tutto questo con il volto di Hugh costantemente interposto tra me e la carta -
«Fiorellino mio, che cosa stai scrivendo? A che cosa stai pensando?» -. Il suo trucco è di chiedermi ogni ora o giù di lì: «Mi ami?». Tutto questo mi tormenta e mi paralizza. Questa notte ho sognato che tornavo - forse ti piacerebbe venire a Louveciennes. Sarò sola in casa. Henry, Henry, ricordo ogni cosa - la giornata nei boschi, e la notte a Clichy, e il tosaerba. (Non importa quel che tu hai detto quella notte. Voglio che tu abbia da me l'esperienza di essere amato).
Achensee, 5 agosto 1932
Oh Henry, sono rimasta così sconvolta dalla tua lettera, stamane. Quando l'ho ricevuta, tutti i sentimenti artificialmente repressi mi hanno travolto. Il semplice tocco della lettera è stato come se tu mi avessi preso tra le braccia, e adesso puoi capire che cosa ho provato leggendola. Hai detto tutto quanto poteva toccarmi e ero bagnata e a tal punto impaziente che farò di tutto per guadagnare una giornata.
ANAIS NIN MILLER 2
Il biglietto che ti accludo, che ti ho scritto ieri sera due ore dopo averti spedito la mia lettera, ti aiuterà a capire quel che succede. Comunque, dovresti aver ricevuto il telegramma circa allo stesso tempo. Io ti appartengo! Avremo una settimana come mai ce la siamo sognata. «Il termometro scoppierà!».
Voglio sentire ancora il tumultuoso pulsare dentro di me, il sangue impetuoso, ardente, il lento, carezzevole ritmo e l'improvvisa, violenta spinta, la frenesia delle pause quando odo il suono della pioggia... e come mi sussulta nella bocca, Henry. Oh, Henry, non riesco a sopportare di scriverti - ti voglio disperatamente, voglio spalancarti le gambe, mi sciolgo e palpito. Voglio fare con te cose talmente pazzesche che non so come dirle.
Hugo mi sta chiamando. Risponderò al resto della lettera questa sera.
Anais
Achensee, 6 agosto 1932
2. TI ADORO, SOLO CON TE POSSO ESSERE UOMO (SENZA SENSI DI COLPA)
A cura di Massimiliano Parente per “il Giornale”
ANAIS NIN HENRY MILLER 3
Mia adorata Anaïs, quale immenso piacere mi fanno le tue parole! Mi fanno sentire ancora un uomo. Sappi che ti scrivo dal futuro, ma è come se ti scrivessi dal passato, perché qui nel frattempo è cambiato tutto in peggio, cosa che tu stenteresti a credere.
Non c'è una scrittrice simile a te, così aperta, così francese, così bagnata anche a distanza, al massimo queste si bagnano se escono con un temporale senza ombrello.
Anais Nin
Oggi noi maschi dobbiamo stare attenti a quello che diciamo, e le donne di cultura sono secche come il deserto del Sahara, e non per la menopausa, ma perché il femminismo ha preso di nuovo piede e quindi siamo tutti incolpati di essere maschi a ogni minima avance, a tal punto che ci passa la voglia, e meno male hanno inventato internet: un posto ideale dove ci sono ancora donne vere, come Sasha Grey, che ha scritto anche un romanzo bellissimo, gliel'avresti invidiato. Invece queste nuove narratrici femministe sono brutte come la fame, e scrivono libri ancora più orrendi, o forse sono femministe perché sono brutte e scrivono libri orrendi per questo.
Nel momento in cui mi scrivi tu hai trent'anni e sei piena di passione sfrenata e disinteressata, oggi a una donna della tua età se le proponi di andare a letto ti risponde acidamente che la desideri solo per il sesso, e come il tuo Hugh ti domanda prima se la ami. Se non la ami, niente, se la ami peggio ancora, ti scarica addosso tutti i problemi dei precedenti uomini, come se fosse colpa tua e non loro che sono così noiose.
nin-miller
Insomma, io e te l'abbiamo sempre pensata così: prima scopiamo, poi vediamo se ci amiamo, no? A trentacinque cercano marito, a quaranta se non hanno avuto un figlio sono isteriche e se lo hanno avuto sono isteriche doppiamente, perché sono state lasciate e sono in cerca di un altro uomo da martirizzare per cui ti presentano il conto prima ancora della cena, che tra l'altro fanno cucinare a te. Culturalmente viviamo nell'epoca dell'isteria uterina e fallofobica, una catastrofe biologica.
Quelle più disponibili e simili a noi hanno meno di diciotto anni, e è un reato, meglio non azzardarsi proprio, se le corteggi ti ritrovi in carcere in una cella con dieci rumeni che usciranno prima di te perché in fondo hanno solo rubato o stuprato qualcuna. Ti ricordi Charlie Chaplin? Sposò una tredicenne! Oggi metterebbero dentro anche lui.
Henry Miller e Feltrinelli
Intanto gli scrittori sono diventati una lagna, altro che Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno, è tutto un Tropico della sfiga: per rimorchiare questi scribacchini di regime devono sfornare lagnosi romanzetti sociali petulanti e soporiferi, sulla disoccupazione, sull'immigrazione, sulla loro generazione, tutte cose che c'erano già all'epoca in quelli che disprezzavamo, e infatti nessuno se li ricorda più, ti ricordi cosa diceva Proust di quel coglione di Pierre Hamp? Oh, quanto mi manchi, mia cara Anaïs. Ora scusa ma ho da fare, ho un appuntamento con una prostituta conosciuta ieri ma non per il sesso, l'ho già fatto su Youporn, la pago per farmi le coccole, costano meno di quelle di una moglie.