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    ANCHE IL NAPOLI SA VINCERE CON UN PO’ DI CULO – SPALLETTI PASSA A LECCE 1-2 GRAZIE A UN AUTOGOL DA RIDERE DEI SALENTINI – INFORTUNIO MUSCOLARE PER SIMEONE. L’ASSENZA DI OSIMHEN SI È FATTA NUOVAMENTE SENTIRE MA IL CALO NON SI PUÒ SPIEGARE SOLO CON IL FORFAIT DEL NIGERIANO. IL NAPOLI SEMBRA CHE STIA PAGANDO IL CONTO DI UNA STAGIONE VISSUTA A RITMI STRAORDINARI - ANCORA CORI VERGOGNOSI CONTRO DE LAURENTIIS - VIDEO


     
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    Massimiliano Gallo per ilnapolista.it

     

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    Senza culo, nella vita non vai lontano. E quando un po’ di ombre si stavano allungando sulla squadra di Spalletti raggiunta dal Lecce dopo l’iniziale vantaggio di Di Lorenzo, ecco che in soccorso arriva il leccese Gallo che decide di chiudere un’azione offensiva del Napoli (cross di Mario Rui) con un retropassaggio al volo di coscia al portiere. Falcone, però, non se lo aspetta, il pallone gli scivola tra le mani e finisce in rete. Un segnale, per chi crede a meccaniche divine. Un colpo di culo, per chi è più prosaico. Anche se è difficile parlare di fortuna visto l’infortunio di Simeone subito dopo essere entrato in campo al posto di Raspadori che ha giocato titolare.

     

    A Lecce il Napoli si mostra un po’ ammaccato, conferma che lo 0-4 subito dal Milan ha lasciato più di qualche scoria. Ma se l’è cavata, e non è poco. E se l’è cavata perché è squadra vera che sa essere di lotta e di governo, di bosco e di riviera. Ha entusiasmato per mesi con un gioco scintillante ma ora l’acido lattico si fa sentire, le gambe sono pesanti. Il traguardo è vicino e le rivali sono lontanissime, ma il fiatone è evidente. Almeno lo è stato questa sera a Lecce. Dove il Napoli ha saputo vincere di corto muso. Se preferite la metafora della boxe, aggrappandosi all’avversario per cercare di non fargli sferrare più cazzotti.

     

     

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    È stata una prestazione decisamente diversa da quella irriconoscibile di una settimana fa nella autolesionistica serata del Maradona in contestazione. Lì gli azzurri furono travolti e smisero di giocare al terzo gol subito a inizio ripresa. A Lecce invece hanno sempre lottato. Hanno vinto di sofferenza, con quella fortuna che non guasta mai. In terra salentina il Napoli ha subito come raramente era capitato nel corso di questa stagione. Con i pugliesi che dopo cinque sconfitte consecutive sono tornati a mostrare quelle folate offensive che hanno contribuito a una prima partite di campionato sorprendente.

     

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    L’assenza di Osimhen si è fatta nuovamente sentire ma il calo non si può spiegare solo con il forfait del nigeriano. È che a un certo punto il Napoli sembra che stia pagando il conto di una stagione vissuta a ritmi straordinari.

     

    Si è capito subito che sarebbe stato un tardo pomeriggio complicato. Il Lecce si è avvicinato con relativa facilità alla porta di Meret. Poi, però, quasi al primo affondo, è arrivato il gol della squadra di Spalletti. Proprio pochi secondi dopo la partenza del coro “De Laurentiis figlio di…”. Anguissa ha servito Kim che sulla destra si è calato nei panni dell’ala e ha crossato dove Di Lorenzo ha segnato di testa da consumato attaccante.

     

     

    Il Lecce ha sbandato un po’, il Napoli non ne ha approfittato se non con un rasoterra di Lozano. In apertura di secondo tempo, il pareggio del Lecce. Prima traversa di testa di Cessay su assist di Baschirotto, in area gli azzurri si sono addormentati – soprattutto Lobotka – mentre Di Francesco ha continuato a crederci, si è girato e ha tirato. Il pallone è finito sotto le gambe di Rrahmani e poi in rete.

     

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    Una delle cose più belle mostrate sono stati gli abbracci con tutta la panchina dopo i due gol. A conferma che si trattava di una partita particolarmente sentita. Al punto che giustamente i calciatori si arrabbiano quando l’arbitro fischia la fine fermando un’occasione che poteva essere il 3-1. Ma, per dirla alla Nick Carter, tutto è bene quel che finisce bene.

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