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    NANNI, FACCE APICELLA! – TOH! ANCHE “REPUBBLICA”, CON STEFANO CAPPELLINI, FA TRAMONTARE IL “SOL DELL’AVVENIRE” DI MORETTI: ‘’UN MANIFESTO DI INATTUALITÀ DOVE IL NARCISISMO NON È PIÙ GODIBILE E DIVENTA INUTILE, STUCCHEVOLE E - SI PUÒ DIRE? - BRUTTO - PERCHÉ NON FUNZIONANO PIÙ? PERCHÉ NON FANNO RIDERE? LA BRILLANTEZZA DI MORETTI ERA ANCHE IL SUO ESSERE CONTROTEMPO, SOPRATTUTTO RISPETTO ALLA SINISTRA. OGGI IL SUO CONTROTEMPO È UN ESERCIZIO DI STILE…”


     
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    stefano cappellini stefano cappellini

    Stefano Cappellini per www.repubblica.it - estratto

     

    Quanti anni sono che Nanni Moretti non azzecca un film? Per qualcuno non tantissimi, Habemus papam ha un buon numero di estimatori (molti però, quando sentono dir bene di quel film, schiumano bava verde come Nanni in Io sono un autarchico quando gli annunciavano che la buonanima di Lina Wertmuller aveva ricevuto una cattedra di cinema in una università americana).

     

    ELLY SCHLEIN MEME BY DEMARCO ELLY SCHLEIN MEME BY DEMARCO

    Altri hanno amato La stanza del figlio, che comunque zitto zitto si portò a casa una Palma d’oro a Cannes nel 2001 grazie alla giuria presieduta da Liv Ullman che lo preferì a No Man’s Land di Denis Tanovic, Mulholland Drive di David Lynch, L’uomo che non c’era dei fratelli Coen e Shrek, proprio lui, l’orco verde a cartone animato. Io sono tra quelli – non siamo pochi nemmeno noi – che amano Moretti ma rispondono: non succede da Caro diario. Era il 1994.

    nanni moretti nanni moretti

    ………..

    Resta che se hai avuto un talento enorme, epocale, come Moretti, il passato è pur sempre un salvagente. Carlo Verdone, per esempio, che ha cominciato a fare cinema quasi in contemporanea con Moretti, ha smesso pure lui di fare buoni film più o meno a metà degli anni Novanta, dopo averne messi in fila sei o sette che resteranno per sempre nell’olimpo, e a un certo punto deve aver pensato: sai che c’è? Rifaccio i miei personaggi degli esordi.

    nanni moretti il sol dell avvenire 1 nanni moretti il sol dell avvenire 1

     

    E ha girato una versione anni 2000 di Un sacco bello e  Bianco rosso e verdone, e cioè Grande grosso e verdone, film veramente brutto, che però ha richiamato in sala tutti i fan, me compreso, e messo una toppetta alla crisi di ispirazione e di anagrafe (i cinefili sanno che c'è un altro punto di contatto tra Verdone e Moretti: a dare a Moretti la notizia su Wertmuller era Fabio Traversa, il Fabris di Compagni di scuola).

     

    È difficile non vedere la stessa operazione nel Sol dell’avvenire, che è un bignami del cinema di Nanni, e non starò a rifarvi il catalogo di tic, citazioni e autocitazioni perché ne hanno scritto già tutti i critici e i morettiani li riconoscono senza bisogno di aiuti. Perché non funzionano più? Perché non fanno ridere? Perché non torneranno più le merendine dei pomeriggi di maggio?

    NANNI MORETTI - SOGNI DORO NANNI MORETTI - SOGNI DORO

     

    Mah, si potrebbero dire tante cose. La prima è che i nostalgici, tra i quali milito, sanno che non bisogna mai tornare nei luoghi dove si è stati molto felici. Il ricordo ti può sbudellare dal dolore e, un istante dopo, il confronto deprimerti a lungo. Prendete il monologo sulle scarpe in Bianca che, scusate la banalità, resta il capolavoro di Moretti.

     

    ELEFANTI AI FORI IMPERIALI PER IL SOL DELLAVVENIRE DI NANNI MORETTI ELEFANTI AI FORI IMPERIALI PER IL SOL DELLAVVENIRE DI NANNI MORETTI

    Dice Nanni al commissario al quale sta per confessare i suoi delitti: “Ha presente quelle scarpe basse, senza lacci, le espadrillas... anni fa c’erano alcune ragazze che le portavano scalcagnate dietro, quasi a pantofola, e la cosa mi dava un senso di sporcizia, sfacciataggine, ma insieme quanto mi eccitava...”. Nanni l'ha rifatto, il monologo sulle scarpe, "il calcagno non lo voglio vedere", ed è triste morire senza figli, ma è triste pure non eccitarsi più per lo scalcagno.

    nanni moretti nanni moretti

     

    La brillantezza di Moretti era anche il suo essere controtempo, soprattutto rispetto alla sinistra. Nei suoi primi film c'era la presa in giro della sinistra extraparlamentare, dei suoi rituali, delle sue mode, scarpe comprese, anche della sua fuffa. Della generazione del ’77 Moretti faceva parte ma se ne stava lì alla finestra, non in disparte, piuttosto a satireggiare sé stesso e gli altri (più gli altri). Moretti era uno che difendeva “la gente normale presa in giro perché fa una vita non eccitante... i miei studenti mi dicono: io piuttosto che lavorare in banca mi ammazzo. Ma cos’è questo odio per la gente che lavora, per il cartellino?”.

     

    NANNI MORETTI NANNI MORETTI

    Moretti era l’anti indiano metropolitano, l'anti Toni Negri, comunista uguale a voi ma diverso, siamo uguali ma diversi. Una delle scene di Ecce bombo che mi ha sempre più divertito è quella in cui Nanni va sul set di un film erotico di serie Z, assiste a una scena di copula, poi chiede al regista: “Che film state girando? Il capezzolo d’Oriente?”. E quello: “No, I metalmeccanici hanno pochi fucili”. In quegli anni anche la P38 era exploitation e a Nanni questa cosa non andava giù, come le coppie aperte, le teorie del non lavoro, gli slogan orrendi nei cortei.

     

    A lui piaceva il cartellino, la società ordinata, le coppie monogamiche e infatti non si capacitava che la ragazza sul prato del festival “Riprendiamoci la città” non sapesse dirgli che lavoro faceva e come comprava le sigarette, anzi che non capisse proprio la domanda. Il problema è che per essere controtempo bisogna che ti sia dato in sorte un tempo e oggi il tempo di Nanni non c’è più (ci sono generazioni che hanno la sfortuna o la colpa di non averne mai avuto uno, del resto).

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    Oggi il suo controtempo è un esercizio di stile - a parte l'invettiva contro Netflix, con i suoi prodotti in serie come i tondini di ferro nelle industrie del bresciano. Il resto è repertorio. America', facce Tarzan. Nanni, facce Apicella. Nemmeno la politica aiuta più. Il Pci è morto e sepolto, l'Ungheria del 1956 serve al massimo a ricordare che a sinistra è una vita che qualcuno fa confusione tra aggressore aggredito, il Caimano è fuori gioco, la segretaria del Partito democratico è Elly Schlein, e se l’avessero detto al Nanni dei girotondi, quello che “mi dispiace, ma noi con questi dirigenti non vinceremo mai” (per la cronaca, restano quelli gli unici che hanno vinto), avrebbe pensato a una trovata surreale di sceneggiatura, tipo la foto di Zoff appesa alle pareti della scuola di Bianca, e invece.

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    Il passato lo si può richiamare come in una seduta spiritica, ma bisogna fare un atto di fede. Oppure si può scegliere di perdersi in un non tempo come quello del Sol dell'avvenire, un manifesto di inattualità dove il narcisismo non è più godibile e diventa inutile, stucchevole e - si può dire? - brutto. Ma quanto ci piaceva, e quanto aveva da dire quel narcisismo in quel tempo, il suo tempo. Ci manca.

     

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    Ne avvertiamo l'assenza come le risposte di Moretti a un'intervista di Fazio. Fosse ancora vivo il grande Dino Risi, uno che lo sapeva eccome se aveva fatto un buon film oppure no, gliela faremmo dire al contrario, quella storica e maligna battuta su Moretti, per interpretare la nostra nostalgia invertendo i fattori: caro film, spostati e facci vedere Nanni.

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